(Traduzione di Angelo Pezzana)
La Knesset, il Parlamento israeliano
E’ deciso: sono 26 le liste che parteciperanno alle prossime elezioni per la 20° Knesset, tutte le candidature sono state decise. Il tutto sotto la pesante atmosfera per il conflitto al confine nord, dove la settimana scorsa due soldati israeliani sono stati uccisi e sette feriti dai terroristi di Hezbollah in Libano.
Realisticamente, solo 11 liste hanno la possibilità di superare la soglia di sbarramento del 3.25%. Gli ultimi giorni sono stati teatro di cambiamenti e baruffe. La lunga saga del Likud su a chi dovesse andare il 20° posto è finita. Dopo il riconteggio il posto è andato alla deputata Tzipi Hotovely, così ha deciso il tribunale del Distretto di Tel Aviv. L’ex ministro Avi Dichter era poi ricorso alla Corte Suprema, che aveva rovesciato la decisione del Distretto, mantenendo aperto il riconteggio dei voti, ma alla fine Hotovely lo superava per 101 voti, per cui Dichter è finito al 26° posto, una posizione marginale, in quanto i seggi dal 21 al 25 sono riservati ai condidati regionali.
Bibi Netanyahu
Netanyhau, che può nominare due candidati di sua scelta all’11° e 23° posto nella lista del Likud, ha scelto l’ex ministro Bennie Begin per l’11° e per il 23° l’esperta di terrorismo Anat Berko. Salgono così a 5 le candidate donne fra i primi 25. Nel partito HaBayit haYehudì c’è stata una sollevazione quando, all’ultimo momento, il leader Naftali Bennett ha inserito fra i primi 10 candidati l’ex calciatore Eli Ohana. Dopo le pesanti proteste di vari deputati e all’interno del partito, lo stesso Ohana ha ritirato la candidatura.
Il Comitato Centrale Elettorale non ha ritenuto valida la candidatura di Tsega Melaku, terzo nella lista di Kulanu di Moshe Kahlon, perché non aveva comunicato in tempo la decisione alla Autorità RadioTelevisiva, in quanto in Israele un impiegato in una attività governativa non può candidarsi alla Knesset.
Yesh Atid, di Yair Lapid, ha mantenuto inalterata la lista dei precedenti deputati – tranne tre che non si sono più ricandidati - aggiungendo soltando due nuovi nomi.
Ytzhak Herzog con Tzipi Livni
Il Campo Sionista, ha candidato per gli ultimi quattro posti rimasti a Hatnuah l’ex deputato di Kadima Yoel Hasson, il generale in pensione Eyal Ben Reuven, che ha abbandonato Meretz, la giornalista Ksenia Svetlova e l’ambietalista Yael Cohen Paran. Campo Sionista ha in lista 9 donne tra i primi 25 candidati e, secondo i sondaggi, potrebbero tutte essere elette.
La Lista Unica dei partiti arabi dovrebbe eleggere 12 deputati, contro gli 11 di prima. Questo darà al partito Taal, il cui leader è il noto Ahmed Tibi, un secondo eletto.
Avigdor Lieberman
Diversi deputati di Yisrael Beitenu e Likud hanno presentato petizioni per impedire che la deputata Heneen Zoabi, che sostiene apertamente Hamas, potesse ricandidarsi. Petizioni simili erano già state presentate nella precedente legislature, ma senza successo.
Shaul Mofaz, leader di Kadima, che era stato un tempo il partito di maggioranza, fondato dall’allora Primo Ministro Ariel Sharon, ha annunciato che né lui, né il partito, parteciperanno alle elezioni. Ha anche detto che non si occuperà più di politica.
Un sondaggio di Jerusalem Post/Maariv ha definito l’attuale Ministro della Difesa Moshe Ya’alon il candidato più votato perché continui la sua politica nella prossima 20° Knesset. Ha ricevuto il 25% dei voti, contro i 17% di Bennett, il 14.1% di Amos Yadlin, Generale di Stato Maggiore e candidato di Campo Sionista, il 10% di Yoav Galant di Kulanu, anche lui Generale di Stato Maggiore.
Shas ha presentato una lista quasi del tutto identica agli eletti nella precedente Knesset. Mancano Ariel Attias e Amnon Cohen, che hanno annunciato di lasciare la politica. Nissim Ze’ev, fondatore del partito, non ha voluto firmare la propria candidatura, visto che gli era stato dato un posto in lista che non gli garantiva l’elezione.
Anche United Torah Judaism ha presentato gli stessi 7 deputati già presenti nella 19° Knesset.
All’ultimo momento Eli Yishai, insieme all’estrema destra di Otzma Yehudit, ha presentato il nuovo partito “Yachad Ha’am Itanu” (il nostro popolo insieme). Se avessero presentato due liste, non avrebbero superato lo sbarramento del 3.25%. Una lista unica, quindi, per motivi pratici, è probabile che se avrà degli eletti, una volta entrati alla Knesset si dividerà in due partiti.
Diversi partitini hanno presentato liste senza alcuna possibilità di superare lo sbarramento. Uno è Ubezchutan-Donne Haredì per il Cambiamento. I partiti ultra-ortodossi escludono le donne dalle loro liste. E’ la prima volta che si presenta un partito ultra-ortodosso di sole donne, cosa vista malvolentieri negli ambienti ultra-ortodossi.
Dagli elenchi delle liste elettorali si deduce che il numero delle donne nella prossima Knesset aumenterà. Continua a crescere anche il numero dei giornalisti, venuto alla ribalta nella precedente legislatura. Nel Campo Sionista sono arrivati il giornalista arabo Zuhair Bahloul e la russa Svetlova. In Israel Beitenu c’è Sharon Gal e in HaBayit HaYehudì c’è Ynon Magal. I sondaggi prevedono che Likud e Campo Sionista saranno testa a testa. Al Likud dovrebbero andare 25 seggi, a Campo Sionista 24.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.