Obama porge all'Iran un ramoscello di olivo...
Questa Cartolina è stata scritta da Ugo Volli questa mattina, prima che si verificasse l'attacco missilistico di Hezbollah al confine Nord di Israele, nel quale sono stati feriti alcuni soldati di Israele. Volli, nel prevedere un pericolo imminente al Nord, è stato profetico. Cari amici, Ora questo gioco sembra cambiato. Una decina di giorni fa Israele ha colpito, a poca distanza dai suoi confini, un convoglio in cui stavano una decina di alti ufficiali iraniani e di Hezbollah, in missione di ricognizione, come essi stessi hanno dichiarato. Questo colpo per nulla casuale o provocato, dato che non si trattava di un reparto militare all'attacco, ma di un gruppo di pianificazione che poteva benissimo passare inosservato, testimonianza dell'ottimo funzionamento del servizio di informazioni israeliano, ma anche del cambiamento delle scelte strategiche iraniane (sono loro che comandano sia Hezbollah sia ciò che resta dell'esercito siriano). Evidentemente la scelta è di ricominciare a minacciare Israele, dato che la guerra civile appare per il momento stabilizzata con la divisione della Siria in tre blocchi (Assad, Stato Islamico, curdi). Lo si è visto nei giorni successivi con le minacce iraniane e di Hezbollah, e poi con attività militare vera e proipria. Ieri per esempio sei razzi sono stati mandati dal Nord sul monte Hermon e sul Golan. Israele ha prontamente risposto. Ma l'Iran ha fatto sapere di aver avvertito gli Stati Uniti che vi sono “linee rosse” che non permetterà a Israele di superare. Il sospetto di un coordinamento militare fra Usa e Iran è forte, alla luce di quel che avviene in Irak, dove in tutta la parte orientale e settentrionale del paese, cioè nei territori sciiti, gli americani hanno dato via libera alla presenza militare iraniana e ha fatto una sua apparizione anche l'aviazione degli ayatollah. E soprattutto considerando la partita che si sta giocando a Washington, dove Obama sembra aver deciso che l'obiettivo finale di politica estera della sua presidenza è un accordo con l'Iran, contrastato dai repubblicani che controllano il parlamento e hanno invitato Netanyahu a parlare davanti al Congresso riunito proprio sulla questione iraniana. Obama è disposto ad accettare l'armamento missilistico dell'Iran, che ormai è in grado di minacciare l'America, e anche di concedere che gli ayatollah accumulino abbastanza materiale fissile da poter costruire in pochi mesi l'atomica. Non solo, vuole lasciare all'Iran una egemonia regionale che allarma Israele ma anche l'Egitto e l'Arabia Saudita e che ora l'Iran sta cercando di riaffermare anche contro Israele. Aggiungete che in questo quadro anche i rapporti con Hamas si sono riaggiustati, in nome della guerra con Israele. Insomma, ancora una volta la politica di Obama è irresponsabile, utopistica a parole, masochista nei fatti. Il rischio di un'escalation militare e anche di una guerra nel nord di Israele è di nuovo molto forte. Per fortuna che al governo ci sono Netanyahu, Bennet, Yaalon, che non hanno paura di reagire alle minacce (http://www.jpost.com/Breaking-News/Reports-Syrian-army-base-hit-by-IDF-in-response-to-Golan-Heights-rocket-fire-389128) e di condurre una politica coerente e responsabile. Possiamo solo sperare che le prossime elezioni non li sostituiscano con figli di papà dilettanti allo sbaraglio come Herzog e con confusi voltagabbana come la Livni.
(IC redazione)
La jeep colpita
bisogna fare attenzione, i giochi stanno cambiando di nuovo intorno a Israele, in particolare al nord. Negli ultimi tre anni il conflitto siriano non aveva coinvolto più di tanto Israele, anzi possiamo dire con un po' di cinismo, aveva lasciato Israele in pace. Al nord, notate, ci sono le tre minacce militarmente più significative per Israele: la Siria, che ha sempre avuto un esercito ben organizzato e combattivo, ma da quando c'è la guerra civile l'ha completamente impegnato contro i ribelli; Hezbollah, che ha una potenza di fuoco dieci o venti volte superiore a quella di Hamas (di cui conosciamo la pericolosità), e che però anch'essa è stata impiegata quasi completamente in Siria; e soprattutto l'Iran, che non ha cessato di minacciare Israele e di preparare l'armamento nucleare e missilistico, ma che sul piano pratico ha scelto di non muoversi negli anni scorsi. Non era conveniente per nessuno che Israele usasse la sua potenza militare da un lato o dall'altro della guerra; Israele stessa si limitava a difendere i suoi confini dalle violazioni occasionali e cercava di impedire che l'Iran (o la Russia) approfittassero della guerra per fornire armamenti sofisticati a Hezbollah, che potessero minacciare Israele in futuro. Un ulteriore vantaggio era dato dalla rottura fra Hamas (sunnita) e lo schieramento dell'Iran e di Assad (sciiti e alauiti, che ne sono una variante).
Terroristi di Hezbollah
Nasrallah, capo di Hezbollah
Ugo Volli