Israele/Elezioni: partiti e candidati 26/01/2015
Analisi di Manfred Gerstenfeld
Autore: Manfred Gerstenfeld
 Israele/Elezioni: partiti e candidati
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

Il 29 gennaio scade il termine per la presentazione delle liste con i candidati da sottoporre al Comitato Centrale Elettorale.



Meretz: ha ripresentato i 5 eletti nella precedente legislature
Israel Beitenu: 5 parlamentari non sono stati ricandidati, mentre altri sono stati inseriti da Avigdor Lieberman in posizioni sfavorevoli. Fra i nuovi candidati, il sindaco di Safed Ilan Shoaht, al quarto posto, e il giornalista Sharon Gal al quinto.
Yesh Atid & Kulanu: i due leader Yair Lapid e Moshe Kahlon si sino incontrati per valutare la possibilità di presentare una lista unitaria, ma la decisione è stata quella di correre separatamente.
Yesh Atid: la lista finale non c’è ancora. Tre ex deputati non si ripresenteranno, mentre i sondaggi dicono che il partito perderà sette o più seggi dei 19 che aveva. E’ stato candidato il generale della riserva Elazar Stern, nella speranza che porti voti dell’elettorato religioso.
Likud: non è ancora risolto il problema del riconteggio dei voti alle primarie. Il presidente della Commissione del Likud, l’ex deputato Michael Kleiner, ha raccomandato a Netanyahu di inserire Dichter o Hotovely in buona posizione di lista, avendo lui stesso la facoltà di nominarlo. L’altro sarà al 20° posto, come da conteggio. Altrimenti, secondo Kleiner, l’unica alternativa è una nuova conta dei voti. Infatti è stata questa la decisione presa alla fine.
Kadima: il leader Shaul Mofaz ha respinto la candidatura offertagli dal Campo Sionista, con la promessa di essere poi Ministro della Difesa. Mofaz aveva però richiesto due seggi sicuri per unificare i due partiti, per cui ha giudicato l’offerta inaccettabile.
Campo Sionista: ha offerto il posto di Ministro della Difesa al generale della riserva Amos Yadlin, anche se non si presenterà candidato alla Knesset. Se formerà il prossimo governo, non si potrà assicurare più di due Ministri tra i quattro più importanti, cioè Primo Ministro, Affari Esteri, Difesa e Finanza.
Partiti Ultra Ortodossi: devono ancora annunciare i loro candidati.
Partiti Arabi: hanno annunciato che tutti e quattro si presenteranno insieme. Sono Raam (United Arab List), Taal (Arab Movement for Renewal), Balad (National Democratic Assembly), Hadah (Democratic Front for Peace and Equality), quest’ultimo è misto, arabi ed ebrei. I sondaggi prevedono 11 seggi, lo stesso numero della precedente Knesset.


Ytzhak Herzog e Tzipi Livni, leader del Campo Sionista

Ci sono stati alcuni incontri tra Campo Sionista e i partiti arabi per verificare la possibilità di una coalizione guidata da Campo Sionista. I rappresentanti arabi hanno dichiarato che, in alcune circostanze, potrebbero sostenere dall’esterno un governo a guida del Campo Sionista, sempre che venga approvato dai loro collegi elettorali.

Netanyahu ha poi escluso una coalizione di governo con Campo Sionista dopo le elezioni. “Il Partito Laburista ha presentato una lista di estrema sinistra e anti-sionista”, ha detto, “c’è un abisso tra il Likud guidato da me e i laburisti”.


Benjamin Netanyahu, leader del Likud

Lieberman, che ha cercato di spostare il suo partito dalla destra verso il centro, ha detto che Israel Beitenu non siederà in un governo con Meretz. Non esclude però la possibilità di entrare in un governo guidato da Herzog e Livni. Ha poi precisato “La nostra posizione di base è vedere se ci sarà la volontà di sconfiggere Hamas. Non si può implementare il processo di pace se non ci sbarazziamo di Abu Mazen e non distruggiamo Hamas”.

In quanto al viaggio di Netanyahu negli Usa dsel 3 marzo, i suoi interventi al Congresso e davanti alla Lobby pro-Israele AIPAC, due settimane prima delle elezioni, sono stati giudicati come propaganda elettorale. Vi sono stati altri sondaggi la scorsa settimana, una notevole fetta di elettori è tuttora indecisa per chi votare. Ad oggi, a Likud e Campo Sionista vengono attribuiti 25 seggi ciascuno. Al centro, Yesh Atid sembra essere davanti a Kulanu, fra gli ultra-ortodossi Shas sembra essere in vantaggio.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


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