L’eredità di Auschwitz. Come Ricordare? 21/02/2014
Autore: Giorgia Greco & Angelo Pezzana

Georges Bensoussan
Storia della Shoah
Giuntina

L’autore, uno dei maggiori storici del mondo contemporaneo, è tra i responsabili del parigino mémorial della Shoah. Qui ricostruisce il disegno della Germania nazista di cancellare dalla terra un intero popolo. Dal 1939 al ’45 il regime hitleriano riuscì ad eliminare circa sei milioni di ebrei. Solo la vittoria alleata gli impedì di completare un disegno criminale senza precedenti nella storia umana.

Georges Bensoussan
Juifs en pays arabes.
Le grand déracinement 1850-1975
Editions Tallandier


L’opera immensa dello storico francese si arricchisce di un elemento fondamentale. Con questo saggio Bensoussan, considerato fra i maggiori esperti di storia della Shoah, analizza le vicende che hanno contrassegnato il destino della sua famiglia e di centinaia di migliaia di altri ebrei del Mediterraneo. Con accuratezza lo storico riporta alla luce il dramma sempre taciuto degli ebrei che dal Marocco allo Yemen furono costretti a lasciare la propria terra o furono cancellati dall’odio di un mondo arabo poco incline alla convivenza. Libro di Storia oltre che miniera di documentazione quest’opera è un percorso appassionante per comprendere l’Europa, il Mediterraneo e il Medio Oriente. Atto di giustizia nei confronti di coloro che persero tutto e che ancora attendono un adeguato riconoscimento l’ultimo libro di Bensoussan è un testo di grande valore, da conoscere e diffondere.

Georges Bensoussan
Israele, un nome eterno.
Lo Stato di Israele, il sionismo e lo sterminio degli ebrei d’Europa
UTET

Sessant’anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, il peso della Shoah nella vita politica israeliana è più forte che mai e influenza l’atteggiamento e il comportamento di tutti. Israele è oggi percepito e riconosciuto come il centro mondiale dell’ebraismo. L’autore, uno dei massimi specialisti della Shoah e autore di una monumentale storia del sionismo, pur non negando l’esistenza di un legame intrinseco tra Shoah e Stato di Israele, dimostra in questo suo ultimo studio come la natura di tale relazione sia essenzialmente politica e non storica e come il primo evento non legittima né costruisce il secondo. Un’analisi lucida e appassionata, un saggio imperdibile.

Georges Bensoussan
Genocidio. Una passione europea
Marsilio

 Il nuovo saggio di Georges Bensoussan, professore di storia e membro del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Parigi, getta luce sulle origini culturali e politiche dell'antisemitismo, contestualizzandone lo sviluppo e dispiegando davanti agli occhi del lettore il milieu culturale di incubazione. Chi ha reso possibile la formazione intellettuale degli architetti dell'annichilimento? Chi furono i maestri dei medici nazisti? In quale brodo culturale sono stati immersi coloro che hanno concepito l'assassinio di massa? Convinti che la cultura fosse sinonimo di "progresso" e di "ragione", abbiamo occultato l'immensa storia dell'anti-illuminismo, quella parte della cultura europea che si dedicò a fare degli ebrei una questione. L'immaginario antiebraico non si limita a qualche figura conosciuta, ma pervade la storia dell'intera Europa. Chi potrebbe negare che l'antiebraismo, mutato in "antisemitismo", costituisca il sottofondo di questa catastrofe? Ma lo sfondo non esclude una cerchia più ampia: come poter capire le leggi di Norimberga prescindendo dagli statuti di 'limpieza de sangre' del XV secolo spagnolo? Come poter capire il comportamento genocida dell'autunno 1941 senza correlarlo al programma "T4" nazista di soppressione dei malati mentali? Gli anni 1880-1914 sono stati la matrice di una disumanizzazione della società che la Grande Guerra avrebbe esacerbato con una morte di massa. Privata del suo terreno di coltura, la storia senza precedenti ma non senza radici della Shoah rischia alla lunga di apparire come un incidente nella "marcia continua del progresso". Consigliamo la lettura di questo libro straordinario, rivelatore della nostra storia, perché “addentrarsi in quegli abissi non serve a celebrare il passato ma a impedire che il futuro, sia pure in forme diverse, possa ripetersi”.

Georges Bensoussan
STORIA DEL SIONISMO.UNA STORIA POLITICA E INTELLETTUALE 1860-1940 Einaudi

In questo saggio l’autore ripercorre fin nei minimi particolari il cammino del movimento di rinascita ebraico e, da uomo di sinistra, risponde alle accuse che da anni sente rimbalzare, tra le file de mondo cui appartiene. "Sionista. L'aggettivo suona come un insulto. Il termine oggi è talmente svalutato che la realtà cui si applica ha finito per sparire sotto i sedimenti della stigmatizzazione e persino, come in certe occasioni internazionali, della demonizzazione. Alla realtà di una fede e di una cultura, il discorso antisemita ha risposto con fantasie tremende (l'omicidio rituale, tra l'altro), soffocando nella paura un oggetto di conoscenza. Alla realtà di un'ideologia e di un movimento nazionale sostanzialmente atipico, il rifiuto risponde con il marchio d'infamia, ma non ci dice che cosa esso sia e, ancora meno, che cosa sia stato. Il sionismo è a tal punto sepolto sotto strati e strati di riprovazione che oggi è difficile determinare serenamente che cosa fu, in quali condizioni nacque, l'humus che lo nutrì e la pluralità dei suoi significati. Posto di fronte ai problemi della modernità politica, imboccando in particolare la strada della nazione, della laicità, dell'utopia sociale e della cultura come nuova forma della dimensione religiosa in società secolarizzate, il sionismo, lungi dal rivolgersi solo agli ebrei, contribuisce a porre le domande capitali del XX secolo. Il libro che riporta nel dettaglio i fatti, le parole e il vasto dibattito che ha condotto all’evoluzione del concetto di “sionismo” si ferma al 1940, quando le fondamenta dello Stato ebraico sono di fatto posate.

Georges Bensoussan
L'EREDITA' DI AUSCHWITZ COME RICORDARE?
Einaudi

 In questo saggio l’autore analizza con sguardo acuto e lucido non tanto la dinamica della shoah come fatto storico, quanto il modo in cui la civiltà occidentale ha gestito e gestisce la memoria dell'evento: una memoria spesso mistificante e conciliatrice, che tende ad attenuare il portato traumatico dell'accaduto, piuttosto che farsi responsabilità bruciante. E porta ad una domanda: la shoah è stata un'aberrazione improvvisa e unica nel corso della Storia, o piuttosto una sua inevitabile evoluzione? Per Bensoussan è necessario iniziare a prendere in considerazione le questioni politiche che questa storia solleva, a cominciare dal problema del suo insegnamento alle generazioni presenti e future, e ad adottare un approccio critico che potrebbe anche apparire impopolare ma necessario per cercare di capire le radici che stanno alla base della più grande catastrofe umana del XX secolo.