Sulle opinioni politiche di Abraham B. Yehoshua 04/06/2007
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"Piangevano la distruzione del tempio avvenuta duemilacinquecento anni addietro".
Spero che sia stata una semplice svista da parte di chi ha messo su carta le parole di Yehoshua.

Sapere oggi quello che sarebbe stato giusto di fare 40 anni fa' non e' proprio di dimostrare doni profetici.
Sarebbe bene ricordare che anche se nel 1967 e' stato l'Egitto a minacciare Israele con una guerra che possiamo dire "convenzionale" in retrospettiva, delle azioni "intifadesche" dalla parte della popolazione locale erano state compiute nel 1920/1, nel 1929 nel 1936, senza parlare di altre scaramucci che salvo qualche storico gli altri hanno dimenticato.
 
Se l'occupazione (la conquista, in ebraico e' la stessa parola) e' stata controproduttiva, e' possibile immaginarsi che il ritiro subito dopo quella guerra sarebbe stato "produttivo"? Visto i precedenti, pare piuttosto un'illusione messianica...
 
Non soltanto per il "drive" personale delle popolazioni locali, compreso i cristiani. (Come avete riportato qualche giorno fa sulla partecipazione di Pax Christi alle dimostrazioni previste prossimamente a Londra.)
Ma col tempo l'affare e' diventato l'affare della "Ummah" islamica, UN popolo dall'Atlantico (e come sappiamo da qualche giorno, perfino dall'est atlantico) fino all'Oceania. Un ritiro dalla Cisgiordania 40 anni fa avrebbe soltanto dato piu' mano libera alle nazioni vicine, sopratutto l'Egitto, (non soltanto musulmano, anche pagano o ellenista), che da 3 o 4000 anni, da quanto si e' stati capaci di ricostruire la storia, e' avida di occupare la "striscia di Israele", modo di dire, occupata che sia da ebrei o da altri. Non credo che abbiano cambiato la pelle.
 
Cortesamente
Amo Fuchs

La peggior cosa che si possa fare è paragonare gli avvvenimenti recenti con quelli passati e trapassati, senza alcun criterio logico. E' quello che fa Abraham B. Yehoshua.
Innanzi tutto egli ha detto che gli Ebrei duemila anni fa non sono stati cacciati da Israele, ma se ne sono andati. Oh, certamente gli Ebrei all'epoca erano sparsi per tutto l'Impero Romano! Però è un fatto incontrovertibile che nel 70 d. C. moltissimi Ebrei furono deportati a Roma. Se non ci crede si studi un po' meglio la storia e vada a Roma a vedere l'Arco di Tito. Come pure è incontrovertibile che dopo il 135 d. C. Gerusalemme divenne Aelia Capitolina, non certo per volontà dei farisei o sadducei. E se qualche Ebreo viveva lì, viveva alla macchia.
Reputo inutile peraltro ricordare a così insigne scrittore quanto è stato scritto da Ebrei, ma anche da non Ebrei sulle persecuzioni subite in duemila anni. Sarebbe come insegnare a un cuoco a cucinare.
Certo, non dappertutto furono perseguitati. Ad esempio, gli Ebrei che vivevano nei territori soggetti all'Islam si trovavano senz'altro meglio che nei regni cristiani. Almeno finché l'Islam era moderato.
In quanto alla faziosità di Avvenire, mi ero permesso di dare un consiglio che non è stato seguito, ossia di chiarire con Mons. Bagnasco in che termini si intende dialogare. Ma siccome tutti sono fiduciosi di ciò che dice e fa Benedetto XVI, allora non occorre chiarire nulla.
Nessuno si faccia illusioni; lasciano parlare il Papa, lo applaudono, lo adulano, ma poi ognuno fa come crede, senza esclusioni. Fra chi fa come vuole e crede c'è pure Avvenire: finché fa comodo è il giornale dei Vescovi, quando c'è qualche critica allora è un giornale indipendente.
Certo che anche nel mondo ebraico c'è qualcosa di preoccupante: tra Abraham B. Yehoshua, Ariel Toaff e altri certamente non si scherza.
C'è però ancora qualcosa che voglio far osservare: è stato ristampato di recente l'Atlante di Storia Ebraica di Martin Gilbert, edito dalla Giuntina.
A più di qualcuno bisognerebbe dare una sonora tirata d'orecchi, ma intanto si può cominciare con l'autore, l'editore e il traduttore. A pag. 98, ad esempio, sono elencati i campi di concentramento e sterminio nazisti. Chissà perché manca l'indicazione di Trieste, dov'era attivo l'unico campo di sterminio nazista in Italia. Se a Trieste tale campo non ci fu, allora perché i membri della Comunità Ebraica vanno a pregare lì, assieme agli altri, il 25 aprile di ogni anno? O forse aveva ragione il fascista Giorgio Pisanò, primo negazionista della Risiera di San Sabba?
Saluti
Dario Bazec