Gli arabi di Israele nuovo nemico per lo Stato ebraico 30/05/2007
Autore: Angelo Pezzana
Dietro all'attentato di sabato contro una jeep di soldati israeliani in pattuglia nella parte est di Gerusalemme, il dato più rilevante non è l'attacco di per sè, simile purtroppo a molti altri, né l'uccisione dei due palestinesi quale risposta alla loro sparatoria. La novità sta nel fatto che i due terroristi non provenivano da Gaza e neppure dalla Cisgiordania, il che non significherebbe certo una giustificazione, ma spiegherebbe la dinamica dei loro movimenti. No, i due erano normali cittadini arabi israeliani, con documenti d'identità israeliani, dei normali residenti nelle parte est di Gerusalemme. Sarà opportuno, nella confusione che circonda quel accade in Medio Oriente, ricordare che gli arabi, cittadini dello Stato d'Israele, lo sono a pieno titolo, esattamente come gli ebrei, i cristiani, i drusi ecc. Hanno carta d'identità e passaporto con tanto di stemma dello Stato ebraico e ne godono tutti i diritti/doveri. Uguale per tutti è il diritto all'istruzione, all'assistenza sanitaria, insomma, tutto quello che un moderno "welfare state" garantisce, senza discriminazioni, ai propri cittadini. Non è un caso che i più decisi oppositori a diventare sudditi di un prossimo, futuro Stato palestinese, sono proprio gli arabi israeliani, i quali hanno detto sempre che mai e poi mai rinunceranno alla nazionalità israeliana, con tutti i vantaggi che democraticamente concede, in cambio di una palestinese. Continuano a inneggiare all'intifada, adoravano Arafat che si intascava i milioni di dollari invece di distribuirli, ballavano di gioia quando Saddam Hussein lanciava su Tel Aviv i suoi missili, ma dall' "inferno" israeliano non li schioda nessuno. Questi arabi israeliani sono circa il 20% della popolazione di Israele. Diverso è il caso della Cisgiordania, un territorio che non è mai stato annesso da Israele, ma solo amministrato. Dal quale, fino alla costruzione della barriera di sicurezza, provenivano gran parte degli attentatori. Qui sta la tragica novità, che molti temevano, ma che, nel nome del politicamente corretto, veniva pronunciata sottovoce. Come si comporteranno gli arabi israeliani? Se molti sono fedeli sudditi dello Stato ebraico, questo non può certamente valere per tutti. Un tema che su queste colonne avevamo già affrontato altre volte, come avviene peraltro anche in Israele, ma essendo un argomento delicato, che può prestarsi a pesanti fraintendimenti, se ne rimandava ad altra occasione la risposta. Ebbene, il tempo è arrivato, tanto vale parlare chiaramente. I palestinesi, scegliendo di farsi governare da una maggioranza nelle mani di Hamas, un movimento politico che persino la cauta Unione europea ha classificato come terrorista, hanno fatto una scelta, hanno deciso chi dovrà guidare il loro destino. Non la parte moderata, che li avrebbe potuti portare a creare un loro stato, ma, votando Hamas, hanno mandato al potere dei terroristi che vogliono distruggere Israele. Per averne una conferma, è sufficiente valutare cosa hanno fatto di Gaza, un luogo dove regna la guerra civile, e la cui unica attività consiste nel lanciare razzi Kassam contro Israele. Parliamoci chiaro: sono gli elettori di Hamas i cittadini palestinesi che l'Europa è così ansiosa di riprendere a finanziare, ai quali verrebbe data la possibilità di creare uno stato a fianco di Israele, quando finora hanno unicamente dimostrato di essere volenterosi solo nella continuità del terrorismo? In parole povere, meritano gli arabi palestinesi uno Stato? A quali condizioni?

da Libero del 30 maggio 2007