Tzipi, troppo brava per restare soltanto ministro degli Esteri 03/05/2007
Autore: Angelo Pezzana

Un terremoto il Rapporto Winograd l’ha provocato, anche se  il quadro politico   non è ancora chiaro. Quel che è certo, è che è arrivata  l’ora di Tzipi Livni, attuale ministro degli esteri,  come scrive Nahum Barnea, l’influente commentatore di Yediot Haaronot, il più diffuso quotidiano israeliano. Che Olmert fosse in difficoltà non era un mistero per nessuno, i sondaggi sono mesi che lo danno in caduta verticale, e l’opinione pubblica, in Israele, vale più di un rapporto governativo. Adesso Olmert deve vedersela con chi – dalla fine della seconda guerra in Libano dello scorso anno – non ha mai nascosto di ritenere la debolezza del Premier un argomento forte per una sua candidatura a sostituirlo. Tzipi Livni, di provenienza Likud, era stata nella passata legislatura, quando il premier era ancora Ariel Sharon, ministro della giustizia, un dicastero che ha tenuto con polso tacheriano. L’avevamo incontrata due anni fa nel suo ufficio, nell’unico ministero localizzato nella parte est di Gerusalemme, quella araba, una scelta non a caso, come dire ai duecentomila e più abitanti arabi della città, che la giustizia era uguale per tutti, persino l’edificio nel quale viene amministrata è qui vicino a voi, che la legge non discrimina i cittadini, nemmeno in base al territorio. Un politico determinato, dunque, che sa dove vuole arrivare. Che sia una donna in Israele non fa poi differenza. Se c’è un paese dove il femminismo ha una lunga storia, in gran parte fatta di obiettivi raggiunti, questo è Israele. Come ministro degli esteri, carica che ricoprirà forse ancora per poco, è stata leale verso il suo Premier. Non si può dire che fossero amici, ma il sentimento era ricambiato. Più volte Olmert ha mostrato aperto fastidio verso prese di posizione o dichiarazioni non proprio in linea con le sue. Ma la barca, pur facendo acqua da tutte le parti, andava avanti, un governo non dimissiona, anche in Israele, volentieri e di propria iniziativa. E’ stato il rapporto dei saggi, guidati dal giudice Elyahu Winograd, a innescare la miccia. E Tzipi Livni, dimostrando grande tempestività, ha colto la reazione della gente e ha posto la propria candidatura. Avendone tutti numeri.

Angelo Pezzana