Angelo Pezzana
20 aprile 2007
Devo dire che la sua risposta mi sorprende un po': pensa davvero che le direi una cosa per un'altra? L'accusare il Papa di non aver mai usato la parola ebreo, quando si è servito di sinonimi ben evidenti a tutti, mi sembra davvero frutto di pregiudizio. Comunque ecco le citazioni. Mi piacerebbe, per correttezza e perché io così ho inteso questo contributo, che le nostre email fossero visibili sul sito di Informazionecorretta.
grazie
andrea tornielli
Il 24 dicembre 1940, incontrando i cardinali per gli auguri di Natale, il Papa pronuncia un radiomessaggio durante il quale, tra l’altro, dice: «Né minore conforto è per noi l’essere stati in grado di consolare, con l’assistenza morale e spirituale dei nostri rappresentanti e con l’obolo dei nostri sussidi, ingente numero di profughi, di espatriati, di emigrati, anche fra quelli di stirpe semitica: ai Polacchi ha potuto essere particolarmente largo il nostro soccorso, come a quelli per i quali il contributo della carità dei nostri figli degli Stati Uniti d’America ci rendeva più facile il nostro paterno interessamento». Nel radiomessaggio natalizio del 1942, che Pio XII pronuncia quando in Vaticano gli Alleati avevano già fatto arrivare le prime notizie sullo sterminio degli ebrei e avevano chiesto al Pontefice di pronunciarsi, il Papa condanna nuovamente le dottrine erronee citando quella razzistica che «rivendica» determinati diritti per «particolari stirpi» e deplora la situazione di quelle «migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità e di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento». «Questo voto l’umanità lo deve alle centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate a morte o ad un progressivo deperimento». «Questo voto l’umanità lo deve alle molte migliaia di non combattenti, donne, bambini, infermi e vecchi, a cui la guerra aerea - i cui orrori noi già fin dall’inizio più volte denunziammo - senza discernimento o con insufficiente esame, ha tolto vita, beni, salute, case, luoghi di carità e di preghiera». È da notare l’uso della parola «stirpe», già utilizzata da Pio XII in altri discorsi e messaggi, che secondo Lapide[1] richiama direttamente il popolo ebraico: «Stirps Judaeorum e stirpe dei giudei erano espressioni del Medio Evo» antichissime e molto note. Il 30 aprile 1943 Pio XII scrive una delle sue numerose lettere al vescovo di Berlino, Konrad von Preysing. La lettera è stata pubblicata dal vicario generale della diocesi tedesca, monsignor Walter Adolph[1]. «Per fare un esempio molto vicino», scrive Papa Pacelli, «ci ha recato grande consolazione il sentire che i cattolici, e proprio i cattolici berlinesi, hanno recato soccorso ai cosiddetti non-ariani nella loro afflizione. In questo senso noi esprimiamo un sentimento di paterno riconoscimento e di intima compassione per il prelato Lichtenberg, che attualmente è in prigionia...». Nel discorso al Sacro collegio in occasione della festa di Sant’Eugenio, il 2 giugno 1943, Pio XII dice a chiare lettere che ci sono persone che a causa della loro appartenenza a una determinata stirpe sono destinate a «costrizioni sterminatrici». «D’altra parte non vi meraviglierete, venerabili fratelli e diletti figli, se l’animo nostro risponde con sollecitudine particolarmente premurosa e commossa alle preghiere di coloro che a noi si rivolgono con occhio di implorazione ansiosa, travagliati come sono, per ragione della loro nazionalità o della loro stirpe, da maggiori sciagure e da più acuti dolori, e destinati talora, anche senza propria colpa, a costrizioni sterminatrici. Non dimentichino i reggitori dei popoli che colui il quale (per usare il linguaggio della S. Scrittura) “porta la spada” non può disporre della vita e della morte degli uomini che secondo la legge di Dio, da cui viene ogni potestà». Il 1° settembre 1943 Pio XII afferma: "Guai a coloro che in questo tremendo momento non assurgono alla piena coscienza della loro responsabilità per la sorte dei popoli, che alimentano odii e conflitti fra le genti, che edificano la loro potenza sull’ingiustizia, che opprimono e straziano gli “inermi e gli innocenti” (cfr. Geremia, 22, 13); ecco che l’ira di Dio verrà sopra di loro sino alla fine». Il 2 giugno 1944, giorno del suo onomastico, Pio XII torna a parlare delle attività caritative della Santa Sede. «Mossi dall’esempio dei nostri predecessori, anche noi, venerabili fratelli, consideriamo, in questo tempo di strettezze e di povertà senza esempio, come nostro sacro dovere di rivolgere la nostra sollecitudine pastorale, in un’ampiezza difficilmente superata o raggiunta, alla indigenza che da ogni parte ci circonda e reclama aiuto. Non già che la Chiesa, massime nell’ora presente, aspiri in qualsiasi modo a vantaggi terreni o di gloria umana; perché ad una sola meta sono tesi di giorno e di notte i nostri pensieri, come cioè ci sia possibile di ovviare a così acerba prova, soccorrendo tutti senza distinzione di nazionalità e di stirpe, e come ci sia dato di cooperare affinché alla umanità tormentata dalla guerra possa essere alfine ridonata la pace».
[1] Il testo è quello pubblicato dall’agenzia di stampa cattolica tedesca Kna, n. 47, 9 marzo 1964. Cfr. Esposito, op. cit. p. 78
[1] Pinchas E. Lapide, Roma e gli ebrei. L’azione del Vaticano in favore delle vittime del nazismo (Mondadori, 1967), p. 332
20 aprile 2007
IC pubblica solo dopo il consenso del lettore, come è scritto nella rubrica. Lo farò volentieri con la sua corrispondenza.
In quanto all'uso dei sinonimi, in quei tragici momenti, lascio a lei valutarne l'irresponsabilità. Se poi i sei milioni di ebrei rientrassero nella categoria dei "ingente numero di profughi, di espatriati, di emigrati, anche fra quelli di stirpe semitica: "
direi che tra profughi,espatriati, emigrati e sterminati c'è una enorme differenza. la giri come vuole, la storia di Pio XII è quella e non altra.
cordiali saluti,
a.p.
20/04/2007
Mi scusi l'insistenza: ma quella frase è pronunciata nel 1940: chi sapeva nel '40 che gli ebrei sterminati sarebbero stati 6 milioni?
grazie per la pubblicazione, spero che il nostro scambio di opinioni possa essere di qualche interesse per i lettori del sito.
andrea tornielli
20/04/2007
Dal 40 in poi ha avuto quasi cinque anni per parlare della situazione degli ebrei, magari anche con sinonimiQuella data peggiora ancora di più il comportamento di Pio XII
Angelo Pezzana