Certo, la situazione non è migliore altrove; ma confesso che il comportamento della Gran Bretagna, negli ultimi tempi (anni), suscita in me profonda preoccupazione e rabbia.
Prima le varie prese di posizioni di "intellettuali" e addirittura Premi Nobel (Harold Pinter) contro Israele, poi le Associazioni di architetti, a seguire i Professori universitari -quelli non mancano mai!- col lagno delle reazioni sproporzionate del governo di Gerusalemme agli atti di terrorismo; ora è la volta del sindacato dei giornalisti (iscritti: 40.mila): "Come Pretoria ai tempi dell'apartheid, boicottiamo le merci di israele". Strana cosa la psiche umana: chi ha un passato colonialista, deve per forza farlo scontare agli altri, a costo perfino di falsare la realtà e mandare in soffitta la più elementare decenza.
Per anni si è coltivato il cd. comunitarismo, facendo credere che i vari Imam di Tottenham e dintorni, che inneggiavano al Jihad, fossero innocui mattacchioni sul tipo di quelli che si esibiscono allo Speaker Corner; gli attentati dell'estate 2005 hanno insegnato pochino, al di là di dichiarazioni vuote della serie non ci faranno cambiare il nostro modo di vivere (e quale sarebbe poi? ), visto che il governo ha -o, mi auguro, aveva- ingaggiato come esperto del dialogo tra culture diverse un gandhiano di ferro come Tariq Ramadan.
Nell'ultimo mese c'è stato l'episodio dei 15 marines 15 catturati come polli dagli iraniani. Esibiti al pubblico televisivo, mangianti sorridenti e fumanti -la fanciulla-. Poi rilasciati in diretta TV, con il nazipresidente che faceva la ruota come un pavone soddisfatto. Ecco, se non fosse il nazi che è, ci sarebbe da simpatizzare per lui!!
Indi la vergogna della vendita memorie dopo il ritorno in Patria. A leggere poi l'articolo di ieri sul Corriere a firma Niall Ferguson "Ci serve una marina. E politici non miltesenti" ti vien da ridere, ma con profonda amarezza.
La Regina dei Mari mi sembra diventata una squattera in cerca di vantaggiosa sistemazione.
Esagero?
lettera firmata