Pro e contro il silenzio di Pio XII 15/04/2007
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Pubblichiamo alcune lettere, a difesa e non di Pio XII, a seguito del rifiuto del Nunzio Apostolico a partecipare alla cerimonia del ricordo della Shoah a Yad Vashem.
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Ho profondo rispetto per il dolore del Sig. Lello Abbina, perché anch'io ho avuto mio zio, Ermanno Laparini, deportato ad Auschwitz, dove purtroppo morì.
Tuttavia posso dire che né a me, né a mia madre, né agli altri parenti che rimasero ebrei è mai passato per la testa di incolpare vescovi, preti o cattolici per quanto era successo.
La colpa era esclusivamente dei nazifascisti. Chi poté, salvò chi poté salvare e salvare tutti fu purtroppo impossibile. Né i nazisti si fermarono davanti a prediche o a condanne (si veda ad es.il caso di Edith Stein, ebrea convenrtita, che fu prelevata del monastero carmelitano e deportata ad Auschwitz, dopo le denunce dei vescovi olandesi contro le deportazioni dei nazisti).
Tuttavia mi permetterei di fare un a domanda al Sig. Lello Abbina: Lei sa per scienza propria tutto quello che ha scritto contro Pio XII o possiede dei documenti originali che comprovino in modo irrefutabile quanto Lei  ha scritto, oppure qualcun altro gliel'ha raccontato?
Perché, Egr. Sig. Abbina, è di questi giorni la scoperta che tutta la campagna denigratoria contro Pio XII era stata orchestrata a Mosca dal KGB e a Berlino dalla Stasi della DDR. Provi a indovinare da dove venivano i quadri della Stasi nella DDR. Certamente non da Mosca, ma sicuramente della Germania Orientale. Sarebbe interessante poter riscostruire il curriculum di tutti gli agenti e funzionari non solo della Stasi, ma anche del Partito Comunista tedesco. La risposta gliela dò subito io: a parte i grandi capi comunisti, già da anni deportati a Buchenwald e in altri campi di concentramento, che ebbero la grazia di sopravvivere (non come mio padre partigiano che morì a Buchenwald), tutti gli altri erano ex-nazisti ed ex-SS. Non a caso Staat Sicherheit (= Stasi), si può abbreviare anche in SS. Come non è un caso che il maggior numero di naziskin si trovano proprio nell'ex-Germania Orientale. Come pure non è un caso che il più odiato nemico dei nazisti era proprio Pio XII, che conosceva molto bene la Germania e il tedesco e al quale non si poteva raccontare la "storia dell'orso". Altroché appoggio ai regimi totalitari!
Lei non sa che fu Pio XII a concordare con l'ambasciatore britannico Lord Osborne un piano per rovesciare Hitler? E sa chi mandò in fumo questo piano? Sir Winston Churchill.
Lei sa la storia degli Ebrei tedeschi autorizzati a partire via mare dalla Germania che furono respinti da tutti i paesi cosiddetti democratici e furono costretti a  tornare in Germania per poi finire ad Auschwitz? Questo fatto l'ha raccontato il rabbino capo Elio Toaff in un dibattito televisivo.
In ogni caso la notizia della campagna denigratoria contro Pio XII,  non è stata pubblicata né dall'Osservatore Romano, né da Avvenire, ma da La Repubblica. Il che dovrebbe indurre tutti a riflettere attentamente prima di  emettere sentenze di condanna contro Pio XII.
Un cordiale saluto
Dario Bazec
certamente le sue osservazioni sono serie e credibili per quanto riguarda l'ex Urss e l'ex DDR. ma su Pio XII c'è una verità inconfutabile, che non ha nemmeno bisogno dell'apertura degli archivi vaticani: il suo silenzio. se vesse voluto avrebbe potuto. ma non volle.
IC redazione
 
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Cari Signori,
 
qualcuno vuole soffiare sul fuoco.
 
Leggere e meditare quanto sotto riportato e tratto dall'articolo di Introvigne su Il Giornale.
 Questa volta qualcuno in Israele sbaglia. Con Giovanni Paolo II - subito seguito da Benedetto XVI - Roma si è adoperata per svellere le radici teologiche dell’antisemitismo, denunciare certe asprezze antigiudaiche del passato, riconoscere il ruolo degli ebrei come «fratelli maggiori» nel piano di salvezza di Dio.
Ma la questione di Pio XII è diversa, proprio quanto alla «verità storica». Oggi in Italia perfino La Repubblica dà notevole spazio ai ritrovamenti di archivio e alle conclusioni di storici sia cattolici - ma di impeccabile autorevolezza e credenziali accademiche, come il gesuita Pierre Blet - sia non cattolici secondo cui la propaganda contro Pio XII che si è scatenata a partire dal dramma del 1963 di uno scrittore tedesco socialista (dopo essere stato in gioventù nazista), Rolf Hochhnuth, Il Vicario, è ampiamente infondata. Se si guarda alle tante pubblicazioni che seguono quella mediocre opera teatrale, ci si rende conto che l’attacco usa gli ebrei come pretesto. In realtà, si vuole colpire in Pio XII l’intransigente difensore dei dogmi della Chiesa contro la nascente teologia progressista e della sua dottrina sociale contro il comunismo, l’artefice del miracolo elettorale italiano del 18 aprile 1948 rievocato in un libro di Marco Invernizzi che esce in questi giorni da Ares.
Quanto all’Olocausto, uno dei maggiori studiosi ebrei della questione resta il diplomatico Pinchas Lapide - già console israeliano a Milano - il quale nel libro del 1967 Roma e gli ebrei scriveva che Pio XII «fu lo strumento di salvezza di almeno 700.000, ma forse anche 860.000, ebrei che dovevano morire per mano nazista». Prima di Hochhnut e delle sue menzogne, il primo presidente di Israele Weizmann, il rabbino capo Herzog, il primo ministro Sharett ringraziarono pubblicamente Pio XII, che molti annoverarono fra i «giusti d’Israele», i non ebrei che più si erano impegnati per salvare le vittime della Shoah. L’ebreo Einstein scrisse che «solo la Chiesa ha sbarrato pienamente il cammino alla campagna hitleriana per la soppressione della verità. Prima d’ora non ho avuto alcun interesse particolare per la Chiesa, ma ora sento un grande affetto e ammirazione per essa».
Oggi qualcuno in Israele cade vittima di una campagna che attacca la Chiesa per ragioni che non c’entrano nulla con l’Olocausto e molto con le sue posizioni odierne in tema morale. Forse farebbe meglio a ricordare le parole del grande storico (e rabbino) americano David G. Dalin: «Il Talmud insegna che “chiunque salva una vita, è considerato dalla Scrittura come se avesse salvato il mondo intero”. Pio XII ha adempiuto questo detto talmudico più di ogni altro leader del secolo XX, quando fu in gioco la sorte dell’ebraismo europeo. Nessun altro papa è stato così largamente apprezzato dagli ebrei, ed essi non si sbagliarono».
 
Mi auguro che molti Amici Ebrei di buon senso prendano posizione e non si lascino trascinare in odiose dispute.
 
 
Giuseppe Casarini-Binasco (MI)
ha ragione, c'è qualcuno che soffia sul fuoco, non sarà per caso il Nunzio Apostolico ?
IC redazione
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Gentile Redazione,
ieri sera ho assistito alla proiezione di un recente film "L' ultimo Inquisitore", molto ben fatto e costruito, che lascia senza fiato e senza parole: senza parole perchè i fatti narrati sono riferibili ai tempi di Goya e della rivoluzione francese, ma sono drammaticamente attuali: sotto costrizione, tutti possono confessare anche le cose più impensate (questo forse Ariel Toaff lo ha dimenticato nel suo discusso libro!) e bastava solo rifiutare di mangiare carne di maiale a quei tempi per essere accusati di giudaismo... ma oggi ci sono altre accuse, non meno risibili, ma altrettanto ignobili! Gli strumenti di persecuzione sono più raffinati e diversi, ma l' obiettivo è identico. Il film mi ha scosso, non perchè ignorassi fino a ieri sera la realtà storica della Inquisizione e della perenne persecuzione antiebraica, ma perchè vedere fa male e fa stringere il cuore, perchè nasce un senso di colpa anche se non si è direttamente responsabili! Credo che ci voglia solo molto, troppo coraggio per ammettere le proprie colpe, gravi, se non di diretta persecuzione, ma di ignominia e di viltà nei confronti di vittime innocenti, che avevano la colpa di essere ebrei. In realtà, intravedo una forte reazione di conservatorismo, dopo la morte dell' amato Karol Wojtila, uno dei rari uomini di Chiesa che ha avuto il coraggio delle proprie azioni e delle proprie idee. Non mi meraviglia il comportamento su Pio XII della Chiesa: credo che l' insegnamento che si possa trarre dal film sopra citato sia applicabile anche ai giorni d' oggi. Ogni estremismo genera un altro estremismo uguale ed insieme opposto, a cui poi segue una reazione altrettanto feroce: i pregiudizi, certi pregiudizi non muoiono, perchè radicati in modo ancestrale in certi animi, legati al potere e non all' amore verso D-o ed il prossimo. D' altra parte, anche Olmi nel suo ultimo film "Centochiodi" fa dire al suo Gesù che nessuna religione ha mai salvato l' uomo, quando essa è legata solo ai testi scritti e ad una loro arbitraria interpretazione, anziché essere rivolta all' amore verso D-o ed il prossimo.
Cordiali saluti.
Albertina della Croce
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La polemica cui oggi fornite carburante mi sembra assurda.
Forse avete ragione, forse no. Forse torti e ragioni sono da entrambe le
parti. Sembrate un po' come i tacchini di Renzo.
Comunque al mondo ebraico conviene assai di più che alla Chiesa
Cattolica lasciar perdere, di fronte ad un nemico implacabile di entrambi.
Dimenticare una parte del passato può essere doloroso ma conveniente. Ma
sembra che a Voi proprio non riesca. Peccato, soprattutto per Voi.
Saluti
Agostino Castiglioni
 
I conti con la Storia vanno fatti sennò non si impara mai nulla. La Chiesa li ha fatti con il suo rapporto bimillenario con gli ebrei ? In minima parte, riteniamo. Per nulla con il periodo della Shoah ed il comportamento di Pio XII. Le sembra troppo esigerlo ?
IC redazione
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Ricevo e leggo con interesse la vostra newsletter ma trovo non corretto
quanto scritto nell'edizione di oggi a proposito di Pio XII. Studi recenti e
seri smentiscono il connubio pacelli-nazismo. Solo a titolo di esempio, a
chi ringraziava l'allora cardinale Roncalli (futuro Giovanni XXIII) per il
bene ricevuto durante la persecuzione nazista, egli soleva rispondere che si
doveva solo ringraziare il Papa (Pio XII) perchè è da lui che partiva ogni
iniziativa in sostegno degli ebrei.
La "leggenda nera" è nata con Rolf Hochhuth autore de "il vicario". Figlio
di un gerarca nazista, per scrollare di dosso dal suo popolo le oggettive
responsabilità, accusò il Pontefice di collusione col nazismo
Cordialmente                                                               
                                        Nicola Rosetti
Il silenzio di Pio XII non è una leggenda, nessuno l'ha inventato. Ed è l'aspetto sul quale tutti i difensori di Papa Pacelli sorvolano. Non le sembra curioso ?
IC redazione
 
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spett.Redazione,
E' una scelta grave e irresponsabile quella presa nei giorni scorsi dal Nunzio Apostolico , Antonio Franco, di non partecipare alla commemorazione della Shoah. E' ancor più grave perchè questa scelta non è individuale, ma sicuramente discussa e concordata con i vertici del Vaticano. E quindi è più giusto dire: Il Papa Ratzinger istruisce il Nunzio Apostolico a non partecipare alla commemorazione della Shoah.
 
Una scelta che avrà una ripercussione storica e significativa per il futuro del dialogo inter-religioso. Un dialogo necessario e improrogabile, che viene abbattuto da una scelta sbagliata e irragionaevole.
 
La ragione della defezione   è un chiaro pretesto. In un momento di difficoltà e delicato, la Chiesa Cattolica preferisce fare scalpore e richiamare attenzione con gesti clamorosi. Questo è un esempio. "Meglio essere criticati che essere irrilevanti", qualcuno diceva qualche giorno fà. L' impatto mediatico della defezione sarà "poderoso", l' intenzione è di richiamare i fedeli nel gregge con gesti clamorosi.... 
 
Ma questo gesto è ingiusto e gravissimo. La Chiesa Cattolica si è macchiata di tanto sangue da quando è nata. Per millenni si è resa responsabile di persecuzioni, maltrattamenti, genocidi, inquisizioni, conversioni forzate, ingiustizie. E altro.... Difficile credere che una religione possa sopravvivere a tanto sangue e sofferenza... Quante vittime chiedono "vendetta" e giustizia... Quanto dovranno attendere?
 
Prima della Shoah, gli Ebrei hanno subito  razzie e stermini da parte di Cristiani Templari, i Crociati, le Inquisizioni. Tra l' altro la mia famiglia è scappata dalle inquisizioni della Cattolicissima Regina Isabella di Spagna e Tomás de Torquemada . E fu fortunata perchè si salvò scappando in  Marocco e poi in Egitto.
 
Ma rimane la storia documentata. La Shoah non è nata da una follia Nazista. Il Nazismo è stato uno strumento e un  epilogo di odio religioso, razzismo, che è stato professato e divulgato anche in Chiese Cattoliche per millenni. Un odio viscerale, che è stato alimentato con astuzia e propaganda. Come: i libelli di sangue, Deicidio, Anticristo. etc etc.
 
Con il dolore nel cuore per tutte le sofferenze,  forse riesco ad intuire cosa il Nunzio Apostolico intende. Forse ha ragione, non dobbiamo incolpare solo  Papa Pio XII. Non è solo colpa sua. Ci sono stati altri Papi prima di lui che si sono resi complici di questo odio. In fondo il Papa Pio XII ha ereditato un odio che è stato alimentato e promosso da altri. Il popolo Ebraico è stato rinchiuso in ghetti e perseguitato per tantissimo tempo. Ma rimane vero che il massacro è capitato sotto il suo Pontificato, e quindi Lui aveva il dovere morale di fermarlo con tutte la sue forza. Ma non lo fece. 
 
Nessuno vuole la polemica. E' però vero che il razzismo e l' intolleranza religiosa deve essere combattuta con tutte le forze. E grandissima responsabilità ricade sui "poteri forti" religiosi. E quindi la scelta di non partecipare alla commemorazione della Shoah è un fatto grave e sbagliato, mi auguro che Papa Ratzinger sappia mettere rimedio a questo sbaglio. Altrimenti , purtroppo, siamo di nuovo di fronte ad un periodo buoio di intolleranza, che come tutti sappiamo, porta alla distruzione.
 
Questo è un richiamo di responsabilità.
 
Tra l' altro vorrei vedere un impegno forte e decisivo del Vaticano per combattere l' odio religioso che ancora oggi viene divulgato da siti cattolici di estrema destra e da forze politiche nascenti in Italia.
 Michael Levi
14 aprile 2007
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