Sui territori: una questione giuridica 06/03/2007
Autore:
Spett.le Informazionecorretta.com,
 
ho letto il lavoro Territori occupati a cura di Raffaele Picciotto e desideravo mettere in risalto un fatto che viene poco o per nulla affrontato nel tema della definizione dei territori della West Bank e Gaza.
 
Al momento della partenza delle truppe inglesi il 14 maggio 1948 vi é stato un momento di derelicto del mandato e quindi la formazione di un territorio nullius. Ma nello stesso istante, qualcuno ha anche scritto qualche minuto prima della mezzanotte, la dichiarazione di indipendenza di Israele ha reso non più nullius quel territorio o una parte visto che non furono subito definiti i confini o almeno delimitati.
 
A fronte della risoluzione 181 dell'ONU del novembre 1947, Israele nel maggio 1948 implicitamente accettò i confini rendendo non più nullius anche dal punto di vista giuridico il suo territorio. Ma allora che fine ha fatto la parte araba? L'ONU la definì dello stato arabo come la parte che definì dello stato israeliano. Quindi si può ritenere che se da una parte Israele con il suo atto di indipendenza su territorio nullius, ma a lei assegnato da un consesso internazionale avesse tutte le giustificazioni giuridiche, almeno nell'ambito del diritto internazionale, di rivendicare la sovranità su quella parte assegnategli, dall'altra parte ha implicitamente avallato la divisione ed i confini dello stato arabo che non ha preso forma solo per una mancanza di un atto giuridico che, però, non può essere prescrivibile. E se si desidera rimanere sulle rime giuridiche, chi poteva acquistare la sovranità sui territori assegnati dall'ONU alla parte araba non ha dichiarato guerra ad Israele visto che non era uno Stato giuridicamente delineato, ma sono stati altri Stati arabi che avevano uno status statuale ben dfinito e quindi responsabile. In definitiva, si può ritenere che la parte araba della spartizione non debba ritenersi territorio nullius e quindi appropriabile con la sola occupazione de facto, ma si debba ritenere un territorio ancora a disposizione (forse il problema é: a disposizione di chi? del OLP? dell'ANP? di qualcun'altro?) visto che la risoluzione 181 non é stata mai abrogata, ovvero Israele "occupa" un territorio destinato ad altri anche se questa occupazione può ritenersi molto sui generis. Una tale ipotesi potrebbe essere avallata dal fatto che Israele non ha mai voluto conquistatare completamente quei territori neanche dopo tanti anni dagli ultimi cambiamenti delle forze in campo, ma annettendo solo zone per i propri interessi particolari. Anzi sta costruendo un muro che omunque si voglia vedere definisce una seprazione di territori che più o meno segue una linea definita da un accordo internazionale anche se provvisoria. Da considerare, infine, che ogni accordo ha fatto sempre riferimento alle risoluzioni 181 e 242.
 
Credo, infine, che uno dei problemi che dovrebbere essere subito risolti della questione mediorientale sia anche quello di mettersi d'accordo sui significati e/o interpretazioni delle parole usate dalle varie parti negli accordi e/o documenti. Vi é il rischio di guerreggiare non solo sul terreno tra gli Uomini, ma anche sulle parole. E quando si parla di confini i dettagli sono importanti...
 
RingraziandoVi dell'attenzione, invio cordiali saluti
 
Tullio Aebischer

Gentile Aebischer lasciando momentaneamented a parte la questione giuridica, le facciamo notare che oggi Israele accetterebbe anche subito la nascita di uno Stato palestinese, se non fosse certa che diverrebbe subito una base per il terrorismo, se non per una nuova guerra mirata alla sua distruzione