In difesa di Franco Cardini 05/03/2007
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In riferimento al vostro commento sull'articolo di Franco Cardini pubblicato su "Avvenire" lo scorso 14 febbraio, vorrei osservare che non mi pare corretto il vostro punto di vista sia sul giudizio espresso da Cardini sul libro "Pasque di sangue", sia sulla persona di Cardini stesso, che più volte ho seguito durante alcune sue rare apparizioni in televisione, durante le quali i suoi interventi, se li avete sempre seguiti con attenzione, sono sempre stati di estrema correttezza e obiettività e non certo filo-islamici, antisraeliani o antiamericani: mi chiedo se stiamo parlando della stessa persona!
Le sue sono le opinioni di uno storico di professione, che semplicemente apprezza chi, nella ricerca della verità storica, appunto, a volte purtroppo incappa anche in episodi poco edificanti per l'uomo, in generale, e per chi condivide la stessa fede ed appartiene allo stesso popolo, in particolare.
Io mi riconosco nella fede cattolica e seguo il magistero del Papa, ma non mi devo assolutamente permettere di cedere alla rabbia o, peggio, di pretendere delle scuse pubbliche se qualcuno scrive dei testi storici sulla inquisizione. Fanno parte, questi ultimi come quelli riferiti dal libro così osteggiato, di errori gravissimi che purtroppo fanno perdere dignità non tanto ai cristiani o agli ebrei, ma all'uomo in generale.
Scagliarsi vergognosamente, come invece sta accadendo, contro tali testi non aiuta la ricerca della verità, che è la sola preoccupazione che ci deve muovere in questi casi.

Gentile anonimo,
il nostro giudizio su Cardini è diverso. Ha difeso Hamza Piccardo nella vicenda delle note inequivocabilmente antisemite al Corano. Sostiene le assurde tesi complottiste sull'11 settembre. E' stato uno dei primi in Italia a promuovere l'idea, falsa , che la politica americana sia dominata da un complotto di ebrei neocon. Miminizza sistematicamente la minaccia del fondamentalismo islamico,  il peso dell'ideologia nelle sue prese di posizione pubbliche è evidente e non lo si può ragionevolmente descrivere come uno storico interessato solo alla verità.

Nel caso di "Pasque di Sangue", tipicamente, Cardini ha presentato come un coraggioso disvelamento della verità un libro che per unanime consenso degli storici basa è basato sul nulla. Nella sua recensione non ha difeso la metodologia di Toaff, nè ha segnalato la prova decisiva trovata dalla storico israeliano.

Invece, ha scritto che come non ebreo doveva "fermarsi sull'abisso" della possibile veridicità dell'accusa degli omicidi rituali. Ma era abbastanza chiaro che sul ciglio di questo abisso aveva delle forti vertigini. Se non fosse stato molto tentato di caderci si sarebbe almeno chiesto se il libro di Toaff stesse in piedi o meno. E avrebbe concluso di no come hanno fatto i suoi colleghi, avendo tutti gli strumenti per farlo.

Lei scrive poi che non chiederebbe pubbliche scuse dall'autore di un libro sull'Inquisizione, pur essendo cattolico.
Ci sembra che sarebbe una decisione saggia, dato che l'Inquisizione è stata una triste realtà storica.
Ma facciamo un' altra ipotesi: come lei saprà, durante le prime persecuzioni, anche i cristiani furono accusati dai polemisti pagani di compiere sacrifici umani e di cannibalismo.
Credo che se qualcuno riproponesse oggi queste accuse lei farebbe bene a protestare e a chiedere pubbliche scuse, dato che sono completamente e comprovatamente false.
Allo stesso modo delle accuse del sangue contro gli ebrei.

Cordiali saluti
 (redazione IC)