D'Alema non è un grande statista 26/06/2007
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Lettera ad Ernesto Galli della Loggia

 

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  D’Alema non e’ un  grande statista…!

 

 

Non posso accettare l’uso di questo termime”statista” riferito al  dimissionario ministro degli Esteri, Massimo D’Alema che avrebbe dimostrato, riporto testualmente le sue parole” la stoffa politica che anche gli avversari gli riconoscono”,” ha dato prova di grande responsabilita’ politica e morale” sic, tutti questi elogi non si attagliano alla persona di D’Alema che non certo passera’ alla storia  come un grande uomo di stato, e glielo spieghero’.

 

 Lei, sig. Galli della Loggia, ha  un nome di tutto rispetto nel giornalismo italiano, ricordo ancora, impresso nella mia memoria, l’articolo bellissimo scritto da lei su Oriana Fallaci . E per questo che ho letto il suo editoriale sul nostro ministro degli Esteri pubblicato sul Corriere della Sera. Ma ne sono rimasta delusa. Quali sono le motivazioni di quegli elogi sperticati ?  Dobbiamo essere molto attenti nell’usare il termine” statista”. Il primo che nella storia d’Italia abbia meritato questo nome, per antonomasia, fu Camillo Benso Conte di Cavour , la cui carriera politica, da ministro dell’Agricoltura,  fino alla carica di primo ministro fu caratterizzata da scelte coraggiose  anche se impopolari come quando decise che per far uscire il Piemonte dall’ isolamento e fargli assumere un ruolo di potenza  nello scacchiere europeo, penso’ che  fosse necessario adottare strategie piu’ audaci e coraggiose alleandosi con Francia e Inghilterra contro l’espansionismo della Russia nel Mediterraneo.. L’intervento militare di quei  15.000 soldati piemontesi sul fiume Cernaia, in  Crimea,  fu decisivo per la vittoria che fece sedere Cavour al tavolo delle trattative accanto alle massime potenze europee nel Congresso di Parigi. Se ora l’Italia siede nel consesso internazionale tra le nazioni piu’ sviluppate nel mondo, lo dobbiamo anche al nostro Cavour che nell’ ‘800 seppe dare all’Italia un ordine e una fisionomia statuale dopo che Metternich l’aveva considerata solo un’espressione geografica .

 

Mi dispiace ma D’Alema non regge minimamente al confronto. Avra’pure rimbrottato a muso duro i suoi ex compagni  di Partito, che al Senato lo hanno fatto cadere in materia di politica estera  ma lui non se n’e’ discostato piu’ di tanto, per ragioni di poltrona e di durabilita’ di un governo debole dove persino Pannella aveva con la Bonino non una poltrona, ma uno strapuntino”, per dirla irrisoriamente con Arturo Diagonale. Solo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si sta muovendo nella direzione giusta e rappresenta una Italia piu’occidentale, piu’ moderna e piu’ responsabile, e speriamo che continui sulla strada intrapresa.

 

 D’Alema, invece ha del mondo una Weltanschaung obsoleta e in contrasto con la pregnanza dei problemi del nostro millennio. Non si e’ formato sui libri di storia che qualsiasi studente di Lettere e Filosofia all’universita’studia,  ha studiato invece nella scuola di partito delle Frattocchie a pochi km a sud di Roma, come anche Veltroni. Lo stesso Indro Montanelli lamentava una carenza di  preparazione nella loro cultura di base. Sono sicura che la scuola di partito lo avra’ indottrinato su testi di propaganda ideologica, unilaterali e parziali,  non gli  ha fatto  amare di certo Cavour ma solo governi forti ed illiberali come i regimi con cui va tanto d’accordo .Ha dato alla Storia una sterzata dietrologica, per una manovra di ritorno all’Oscurantismo del Medioevo. Come ministro degli Esteri ci e’ sembrato miope ed irresponsabile quando lo abbiamo visto “pappa e cacio” con  il terrorista Nasrallah ,capo degli Hezbollah, la  seconda organizzazione terroristica piu’ temibile dopo Al-Qaida.  Inoltre, non e’ lui che ha elaborato la dottrina dell’equivicinanza?  Mi spieghi che cosa significhi se e’ lui stesso che non la segue?

 

 Ma mi scusi , mi spieghi ancora dov’e’ la grandezza del ministro degli Esteri, io non la vedo proprio! A cercarla , non la troveremmo mai neanche con il lanternino!. Per dirla con Diogene manca la statura intellettuale e morale dell’uomo che ha fatto gravi errori .Il primo grave errore e’ il non chiedere ai paesi arabi il riconoscimento dello stato di Israele che persino Stalin riconobbe per primo!.Il secondo grande errore e’ l’aver abbandonato la causa palestinese alleandosi con i paesi fiancheggiatori del terrorismo che vogliono la distruzione di Israele e che ritardano all’infinito la formazione di ogni possibile stato palestinese .E poi ci sono gli affari d’oro che l’Italia fa con Ahmadinejad, l’Italia ha incassato quasi  tre miliardi di euro per scambi commerciali con l’Iran, secondo l’Istat, affari che inficiano la politica estera italiana a danno di Israele e dei Palestinesi che non hanno avuto  mai  padri fondatori ma solo persone corrotte come Arafat che li ha depredati del mare di soldi che la Comunita’ Europea e gli Stati Uniti ha dato loro. Ma quale equivicinanza?  La verita’ e’ che D’Alema e’ un gran menzognero e che la sua politica e’ solo di vicinanza agli stati terroristi!

 

Piera Bracaglia-Morante