Un confronto tra Hotel Meina e Black Book
Autore:

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


Caro direttore

 

 

 

Sono d’ accordo con le vostre critiche  a proposito del film attualmente in lavorazione sulla tragedia dell’ Hotel Meina.

 

 

 

La storia in generale (quella della Shoah in particolare) va rispettata, e se  sono legittime, vorrei dire necessarie e doverose, le critiche e le interpretazioni nonché ogni nuova ricerca, non possono essere ammesse le aggiunte fantasiose tese a creare false emozioni per accattivarsi le simpatie del pubblico.

 

 

 

Basta ricordare il recente caso editoriale a proposito di “omicidi rituali”  per non dover aggiungere altro.

 

 

 

Non capisco perciò per quale motivo non applicate lo stesso metodo al film “BLACK BOOK” che invece consigliate, e che a mio parere mescola con la stessa  disinvoltura e spregiudicatezza verità e invenzioni e forse vere e proprie fandonie..

 

 

 

Invece di far chiarezza su alcuni aspetti della resistenza olandese il film  alza un gran polverone  truculento che confonde le idee in particolare a un pubblico giovanile e non preparato, raccontandoci le improbabili e rocambolesche avventure di una “superwomen ”  che supera indenne e sorridente le situazioni più atroci  regalandoci di tanto in tanto gratuite scene hard al limite del porno.  

 

 

 

Se il criterio vale per il prossimo film di Lizzani, non può non valere per Black Book.

 

 

 

Sono comunque prontissimo a ricredermi  se qualcuno, bene informato, potrà  indicare con certezza  quello che di vero viene  raccontato nel film (tutto  accaduto alla stessa persona ?) e mi convincerà per esempio dell’ attendibilità della scena che racconta la morte (esecuzione) dell’ ultimo cattivo che finisce  soffocato in una bara sigillata .

 

 

 

Cordiali saluti

 

 

 

lello dell’ariccia 


Su Hotel Meina ci fidiamo del giudizio di Becky Behar che ha letto la sceneggiatura.
Per quanto riguarda Black Book, è vero che la figura del nazista, verso la fine, ha un aspetto quasi positivo, ma nell'economia del film vale zero. La presenza nazista è raccontata seriamente, così come la parte avuta dai collaborazionisti olandesi. In più, l'inizio e la fine del film in Israele lancia un messaggio di altissimo valore simbolico. Se il film ha l'andamento del thriller, questo è l'elemento che lo rende popolare, che lo differenzia dal documentario, e che lo può rendere attraente anche per chi non è molto interessato alla storia.
IC redazione