La vita in diretta 16/02/2007
Autore: Deborah Fait
 
Questa settimana, per tre pomeriggi consecutivi, la trasmissione La Vita In Diretta condotta da Michele Cucuzza, ha mandato in onda alcuni servizi sui soldati israeliani rapiti da hezbollah nel luglio del 2006.
Michele Cucuzza, con grande coraggio, ha detto e ripetuto insistendo varie volte, quasi a voler mettere la cosa in chiaro, che i due soldati sono stati rapiti in territorio israeliano mentre facevano la solita ronda di controllo, in un'operazione di terrorismo hezbollah che uccise otto componenti del gruppo e rapi' Ehud Godwasser e Eldad Regev.
Dal 12  luglio nessuno ne sa piu' niente e nessuno ha potuto vedere i due ragazzi, i terroristi hanno rifiutato le visite della Croce Rossa e  i messaggi delle famiglie  sono fermi nell'ufficio del presidente della CRI di Beirut che non  ha mai potuto consegnarli ai prigionieri a causa del veto di hezbollah.
Non si sa se sono vivi o morti, non si sa dove sono, non si sa, se vivi, come stanno. Sette  mesi di silenzio.
Come al solito, anche in questo rapimento, si tocca con mano la crudelta' e la barbarie di hezbollah,  la mancanza del piu' elementare senso di umanita' nel rifiuto di  dare notizie ai genitori, la tecnica di  lasciare le famiglie  nel dubbio e' la piu' assoluta forma di incivilta' e ferocia.  
Il  "Partito di Dio" non e' nuovo a queste forme di barbarie, basta pensare al caso di Ron Arad. Per anni i terroristi hanno mandato informazioni contrastanti per confondere chi chiedeva notizie,  una volta informavano che era morto, un'altra che era vivo, poi anni di silenzio, cosi' per 20 anni, finche' la mamma di Ron non e' morta di crepacuore. E ancora oggi non si sa niente di lui.
La grande paura e' che facciano questo gioco crudele, che tanto li diverte, anche con Ehud e Eldad.
Michele Cucuzza ha raccontato tutto con grande sensibilita' e intelligenza, collegandosi con Israele dove la bravissima Antonella Delprino intervistava, in casa loro, una bella casa piena di luce,  i genitori di Ehud,  parlava con la mamma, col padre, desiderosi di aprirsi e raccontare la tragedia, la tensione cui sono sottoposti da tanti mesi, tutto espresso  con un dolore  dignitoso e tanta speranza, "l'unica cosa che ci resta e' la speranza" diceva la mamma di Ehud mentre preparava il vassoio con l'aranciata per la troupe italiana. 
Credo sia uno dei pochi servizi della RAI  dalla parte di Israele,  con gli israeliani protagonisti buoni, sofferenti...umani , dentro le loro case, e dando ai telespettatori un messaggio finalmente  positivo  e la consapevolezza dell'eroismo quotidiano della gente israeliana che non si lascia abbattere da guerra e terrorismo e va avanti a testa alta anche quando non sa niente dei propri figli, anche quando il dolore e' insopportabile.
Credo sia la prima volta che la RAI fa vedere il dolore in Israele, la vita vera e le tragedie, l'umanita' e la mancanza di odio o rancore per il nemico, anche quando ti lancia missili in mezzo al salotto di casa, anche quando ti ammazza i figli. 
E' stata interrotta  la solita routine di  programmi TV che hanno sempre dato , con spietata ipocrisia,   l'immagine di un Israele truce con soldatacci  cattivi e religiosi fanatici da contrapporre al quadretto patetico e poetico  dei  palestinesi povere vittime innocenti.
Quanta rabbia e quanto dolore nel vedere come Israele viene presentato al pubblico italiano, quanto impotente sdegno nel vedere ingiuriato un Paese che nonostante Intifade, guerre e mattanze di famiglie intere non ha mai perso la sua anima, la sua umanita',  la sua democrazia.  
Anche durante la guerra col Libano le immagini mostravano le distruzioni a Beirut, i libanesi che piangevano, i cadaveri dei libanesi in tutte le posizioni ma della Galilea distrutta da 4000 missili katiusha, delle case crollate, dei morti israeliani, delle foreste bruciate nessuno ha visto niente.   
Cucuzza ha fatto parlare le famiglie di due ragazzi rapiti mentre facevano il loro lavoro in territorio israeliano, ha fatto capire la tragedia con cui  Israele convive da tanti  anni senza che ne sia  intaccata la voglia di liberta', di gioia di vivere  grazie all'eroismo  quotidiano degli israeliani.
Un eroismo fatto di piccole cose, anche di salire ogni giorno su un autobus.
Michele Cucuzza ha avuto il merito di interrompere per un momento la trottola della propaganda antiisraeliana, l'ha fermata di colpo nel salotto di mamma Goldwasser, l'ha bloccata con i filmati dei bambini palestinesi cui si insegna ad amare la morte  e a diventare martiri per ammazzare i figli di cani israeliani.
"A morte gi ebrei' gridavano in coro plotoncini di bambini palestinesi in marcia di addestramento, potavano avere forse otto, dieci anni.
"La morte e' bella, non c'e' niente piu' bello della morte" diceva sorridendo una bambina di 11 anni.
Il pubblico presente nello Studio della Vita in diretta guardava allucinato, incredulo, nessuno glielo aveva mai detto che i bambini palestinesi vengono sistematicamente violentati da famiglie e dal sistema per farne degli assassini. 
 
E' stato intervistato, in qualita' di esperto,  anche Furio Colombo che, forse coinvolto dall' atmosfera di simpatia e presa di coscienza creata dal conduttore,  e' arrivato ad esclamare " In Israele l'apartheid? ma quale apartheid? L'apartheid e' nella testa di chi lo dice!"   
E a questo punto stavo per cadere dalla sedia. Troppo , era troppo, una trasmissione  senza odio contro Israele, una trasmissione di verita' che non metteva Israele sul banco degli imputati, nessuno che demonizzava, nessuno che accusava, nessuno che sputava veleno e menzogne.
Possibile? Stavo sognando?
No, era tutto vero, stavo assistendo a un avvenimento raro e prezioso, a un racconto senza retorica della realta' di Israele, non vedevo facce distorte dall'odio ma volti seri in cui si leggeva la la pieta'  per due ragazzi e per le le loro famiglie, vedevo simpatia per Israele, finalmente,  e infine sentivo  un impetuoso Colombo  riconoscere  che l'apartheid sta  nella testa di chi lancia l'accusa infame, tra questi "chi"  molti suoi compagni di partito e molti politici del governo in carica. 
Troppa grazia, miele puro che mi scorreva nelle vene!  Ambrosia per il mio cuore! 
Non siamo abituati a guardare una trasmissione su Israele senza farci andare la pressione  a mille  per le porcherie che solitamente vengono dette.
I genitori dei due ragazzi rapiti e la moglie di Ehud (intervistata anche a Unomattina da Monica Maggioni) sono arrivati  in Italia per sensibilizzare le autorita',  per essere ricevuti in udienza dal Papa  e, ahinoi, dal Ministro degli Esteri Massimo D'Alema intervistato per l'occasione da Antonella Delprino, brava, precisa e concisa.  
D'Alema era un po' nervoso, come gli capita sempre quando c'e' Israele di mezzo e deve ricordarsi di essere equivicino,  aveva la solita espressione  da "lei non sa chi sono io" che mi fa venire regolarmente  la pelle d'oca.
Ha risposto bofonchiando, con sufficienza e lunghe pause alla Prodi,  alle domande precise della giornalista ma quando quest'ultima gli ha chiesto "Lei pensa che hezbollah sia credibile?" ecco che Baffetto si e' trasformato, da Mister Hide e' diventato Dottor Jeckill in un batter di ciglia, si e' alzato in tutta la sua , bassa, statura e ha risposto con tutta la sua  arroganza " credibili...sono loro gli interlocutori.. credibili....sono loro....che...quindi la sua domanda e'..inutile e inopportuna".
E le ha girato le spalle andandosene, cafonissimo, lasciandola col microfono sospeso per aria. 
Antonella Delprino aveva osato mettere in dubbio la credibilita' e la sincerita' dei suoi amichetti del cuore!  Roba da pazzi!
Un ringraziamento sentito e sincero a Michele Cucuzza, a Antonella Delprino, a tutta l'equipe della Vita in Diretta e, perche' no, alla RAI sperando che questo bellissimo intermezzo non sia solo un episodio e che gli italiani possano conoscere e apprezzare  finalmente, dopo tanti anni di propaganda filopalestinese, interrotta solo dai Telegiornali di Claudio Pagliara, il vero Israele.
Deborah Fait