La verità sul caso Klinghoffer 10/01/2007
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A tutto questo dibattito pubblico sull’intitolazione di una via a Craxi, rispondo e mi si dia la possibilita’ di parlare per ultima, una volta per tutte, perche’ io non mi arrendo!

Craxi, non solo non consegno’ il terrorista palestinese, Abu Abbas, agli Stati Uniti che lo reclamavano, per il turpe assassinio di Klinghoffer, ma gli offri’spudoratamente la sua protezione facendolo fuggire all’estero. Piu’ tardi un tribunale italiano condanno’ Abu Abbas in contumacia .

.Noi non facciamo elucubrazioni sull’opportunita’di intitolare o di non intitolare una via, semmai ne facciamo un problema morale, si’ di ETICA e di GIUSTIZIA.

Ma vedo che voi, Lei e il suo interlocutore, ne siete totalmente privi, dato che non avete nemmeno colto l’essenza dell’insegnamento che la Storia ci da’, perche’ le vostre menti

obnubilate sono spinte solo a giustificare malefatte, con ogni espediente sofistico

.

. Vi ricordo solo che I DELITTI NON RIMANGONO IMPUNITI checche’ ne pensiate, e la vicenda dell’Achille Lauro ne e’ la testimonianza.!

Cari miei, ci sono valori nella vita che non dovrebbero nemmeno entrare in discussione! .Voi , se volete, potete leggervi o rileggervi tutta la vicenda del sequestro della nave, su Informazione Corretta, dal momento che i suoi giornalisti e i suoi lettori, di cui mi fregio di far parte, ne hanno parlato a iosa, su questo quotidiano non cartaceo che, unico nel suo genere, lavora per le alte idealita’ di libera divulgazione dei fatti, senza riceverne alcuna ricompensa pecuniaria e sbugiarda tutte le menzogne che si stampano sugli altri giornali, in breve e’ un giornale che non sta al soldo di nessun padrone!

Una merce rara di questi tempi!

Ma ritorniamo al dunque, perche’ penso che vogliate sapere "the end of the story"

Il 15 aprile del 2003, ero a casa qui a Dallas e, per caso, ho ascoltato alla radio l’annuncio che i soldati americani avevano catturato il terrorista Abu Abbas che viveva come un nababbo a Baghdad, sotto la personale protezione di Saddam, era una notizia breve, data senza dedicare molto spazio e senza aggiungere un commento..

Io, nell’ascoltarla provai un’intima emozione che ancora adesso non so descrivere, pensai alla Giustizia che era arrivata proprio quando la vicenda era caduta nella dimenticanza.

La conclusione della storia e’ importante perche’ serve da monito a tutti i malfattori e a chi li difende!

.Ed adesso, ai lettori " l’ardua sentenza!"

... Piera Bracaglia-Morante Dallas, 9 gennaio 2007-01-09