Spinelli e la solita zuppa 02/01/2007
Autore:
Spettabile Redazione,

Barbara Spinelli ritiene giusto non essere da meno di Sergio Romano e
nel suo editoriale di fine anno ritorna sulla solita tiritera dei
cattivi sionisti che non vogliono negoziare la pace e così, dopo averci
istruito su come sia l’esportazione della democrazia (e non certo la
bramosia di potere e di strage del terrorismo islamico!) ad infiammare
l'Iraq osserva con notevole sprezzo del ridicolo che "nei territori che
Israele occupa dal ’67 vince molto democraticamente Hamas, il partito
che resiste agli occupanti cavalcando la grande e lunga onda dell’Islam
radicale. Tutti si stupiscono - Israele, Stati Uniti, Europa - ma
l’evento è tutt’altro che sorprendente. Hamas è la profezia che si
auto-realizza, è il mostro che doveva nascere da una guerra
antiterrorista che facendosi globale ha finito col trascurare
sistematicamente le radici locali d’un metodo bellico - il martirio -
che combatte l’Occidente con un’arma assoluta: l’indifferenza alla
morte. Pur di sconfiggere Arafat, i governi israeliani hanno suscitato
Hamas negli Anni 80 e ora rischiano di essere travolti dal Golem che
essi stessi hanno fabbricato. A forza di dire che non esistevano
interlocutori per la pace, a forza di fidarsi d’un alleato americano
oggi impantanato in Iraq e Afghanistan, Israele ha visto realizzarsi il
peggiore degli incubi: un islamismo che riaccende il sogno di una
Palestina senza ebrei. Un islamismo con cui dovrà negoziare, se vuol
evitare la propria rovina".
Non sfiora la mente alla Spinelli il fatto inoppugnabile che Hamas è
figlia dell'antisemitismo arabo il quale preesiste alla "occupazione"
dei territori (di cui peraltro tace la causa, ossia la Guerra dei Sei
Giorni voluta da Nasser per annientare Israele). Dire che Hamas è il
prodotto della politica estera israeliana è come dire che Hitler ed il
nazionalsocialismo sono nati in conseguenza della sconfitta del
militarismo tedesco nel 1918 e del Trattato di Versailles: una colossale
stupidità. Né la Spinelli si sofferma ad illustrare quali potevano
essere gli "interlocutori della pace" non riconosciuti da Israele: il
Gran Muftì zio di Arafat e amico di Adolf Hitler? Il fondatore dell'Olp
Ahmed Shukeiri che voleva vedere gli ebrei annegare nel loro stesso
sangue? Il tanto rimpianto (per i benpensanti sotto di lui l'Iraq era un
Paese tranquillo!) Saddam Hussein? Oppure Hafez el Assad? E quanto ad
Arafat, forse la Spinelli vuole convincere noi poveri babbei che durante
la sua dittatura marcia e corrotta non esisteva l'incubo di un islamismo
antisemita che sognava una Palestina senza ebrei? E circa la
"democratica" vittoria di Hamas, è così distratta la Spinelli da non
essersi accorta che lo slogan che ha portato il gruppo terrorista al
potere è stato "lotta alla corruzione"; corruzione di chi se non di
Arafat? Riguardo poi l'alleato americano ritenuto inaffidabile dalla
Spinelli, di chi si dovrebbe fidare Israele? Dell'Ue e di Prodi che
vogliono coinvolgere l'Iran e la Siria nel processo di pace? Pensa
davvero la Spinelli (al pari di Sergio Romano e dei benpensanti) che
Israele se vuole "evitare la propria rovina" dovrà negoziare con
Ahmadinejad, Assad junior e i capi del terrorismo islamico, ossia con
gente che rifiuta il negoziato e vuole solo la distruzione totale dello
Stato ebraico? Come osserva giustamente IC, niente di nuovo sotto il
sole pacifista, è la solita (orrida) zuppa.

Molti cordiali saluti ed un sincero augurio di buon anno nuovo
Luigi Prato, Sassari