John Kerry alla corte di Bashar Assad 22/12/2006
Autore: Angelo Pezzana
John Kerry, il mancato inquilino della Casa Bianca sconfitto da George Bush, torna a far parlare di sè. E nel modo peggiore. É volato a Damasco, ospite del dittatore siriano – che i nostri media amabilmente chiamano sempre  presidente – con il quale ha discusso la “ disponibilità della Siria ad aiutare a portare stabilità e sicurezza in Iraq “. Proprio mentre Bush sta per inviare più esercito e più marines per cercare di sconfiggere il terrore del dopo Saddam. Il cordiale dialogare di Kerry con uno dei capi degli Stati canaglia ci fa capire quale destino avrebbe avuto l’America, e il mondo intero di rimando, se fosse stato lui a guidarne la politica. Perchè dialogare con Assad oggi, è come farlo con Ahmadinejad. Non che sia giudicato riprovevole da tutti, anzi, il povero e disastrato Occidente è stracolmo di aspiranti al dialogo con chi vorrebbe spazzarci via. Viene in mente per primo Kofi Annan, che per fortuna ha appena fatto le valigie e  lasciato la poltrona all’Onu ad altri. Il buon Kofi, che nella sua presidenza ha saputo essere intransigente solo quando si trattava di condannare Israele, ha appena dichiarato che “ non è saggio attaccare l’Iran”, un’opinione che, detta da lui, ci sembra persino coerente. E’meglio che l’Iran attacchi Israele, forse sta in questo l’essere saggi. Mentre da Gerusalemme Olmert respinge al mittente le ipocrite offerte di “ dialogo “ di Assad, dichiarando apertamente che la Siria è strettamente legata alle organizzazioni  terroristiche, all’Iran, a Hezbollah, ad Hamas, ospitando a Damasco Khaled Mashal che ne è il capo politico, in Europa, ma anche a Washington, sembra che debba essere soltanto lo Stato ebraico a non dover porre condizioni. Sarà anche vero che Olmert non ha il curriculum militare di Sharon, ma in quanto a parlar chiaro il suo governo non è da meno. “ Per avviare dei negoziati, la Siria deve prima chiudere con Khaled Mashal e porre fine a tutte le sue attività sul territorio e sospendere in modo definitivo  il passaggio delle armi che vanno a rifornire l’esercito Hezbollah “ , hanno dichiarato sia il vice premier Shimon Peres e, con parole simili, Bibi Netaniahu dall’opposizione. Che è come dire ad Assad, cambia pelle, lascia perdere l’Iran, smettila con la destabilizzazione del Libano, datti una calmata e cambia fronte. Un risultato difficile da ottenere, vista anche la profonda divisione che contraddistingue il campo occidentale. Dove un altro intelligentone alla Kerry, l’ex presidente Jimmy Carter, ha pubblicato un libro dove si sostiene, fra altre corbellerie,  che è Israele l’ostacolo più grande alla pace nella regione, uno Stato dove vige l’apartheid,  responsabile dell’esodo dei cristiani, e che il governo palestinese non ne ha mai voluto la distruzione. Con queste premesse Assad continuerà come ha sempre fatto, sicuro che qualcuno passerà puntualmente a fargli visita per legittimarlo, fossero anche un Kerry-Carter piuttosto che il duo D’Alema-Prodi, tutti sempre pronti a farsi un bel viaggio nel nome della pace, la parola più facile e inutile da spendere.

da Libero del 22 dicembre 2006