"Eccessivo sostegno" americano a Israele. Significa soltanto rifiutare una nuova Monaco 14/12/2006
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Spettabile Redazione

Nel suo editoriale su “Panorama” del 14/12/2006, intitolato “Che
disastro la politica estera di Bush”, Sergio Romano spiega che tre sono
stati gli errori commessi dal Presidente americano: a) l'operazione
afghana mal condotta; b) l'invasione dell'Iraq di Saddam Hussein e c)
l'eccessivo sostegno ad Israele.
Ora, se può essere possibile sostenere che in Afghanistan e in Iraq
siano stati commessi errori, è invece assolutamente risibile la tesi
dell'eccessivo sostegno ad Israele; un Paese che si trova in guerra
contro Stati nemici che ne vogliono la totale distruzione o lo si
sostiene in modo concreto, oppure non lo si sostiene affatto; il
sostegno in un conflitto non è infatti merce vendibile un tanto al chilo
che si possa misurare con il bilancino quando si eccede la “giusta
quantità”.
Che cosa intende dunque Romano quando parla di “eccessivo sostegno”? È
evidente: che di fronte all'intensificarsi della politica aggressiva
dell'Iran di Ahmadinejad sostenuta dalla Siria del figlio di Assad gli
Usa dovrebbero fare con Israele come fece Chamberlain con la
Cecoslovacchia, ossia costringere Olmert a trattare con Hamas ed
Hezbollah. Che questi ultimi rifiutino di trattare con Israele e ne
reclamino la cancellazione dalla faccia della terra sembra non importare
affatto a Romano; l'importante è “trattare”. Non sarebbe male se chi la
pensa come Romano si decidesse a spiegare su cosa Israele debba trattare
con i gruppi terroristici: se sia meglio far saltare un autobus con il
tritolo o la nitroglicerina? Se per tagliare la testa agli ebrei sia
preferibile la mannaia o la sega a nastro? Oppure se i razzi Qassam
debbano cadere sugli ospedali piuttosto che su scuole e asili infantili?
Non sarebbe male ottenere finalmente una risposta plausibile al
riguardo, ma confesso di non avere speranze al riguardo.

Molti cordiali saluti
Luigi Prato, Sassari