Lettere a Rutelli e Fassino da Israele 15/11/2006
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Egregio On.Rutelli,
 di lei ricordo il coraggio che ebbe, nel lontano 1982, quando era ancora radicale, di recarsi in Israele, con Olivier Dupuis, per rendersi conto di persona di cosa era successo a Sabra e Chatila, mentre il mondo impazziva, creando quella spirale di odio antiebraico e antiisraeliano, che sfociò nell'attentato alla sinagoga di Roma, dove rimase ucciso Stefano taché, due anni. Apprendo dalla stampa italiana che lei ha aderito alla manifestazione di Milano, ma non intende parteciparvi. Mi sembra una posizione ambigua e incomprensibile. Perché, invece, non dimostra lo stesso coraggio di allora, sfilando, avvolto nella bandiera israeliana?  Sono sicura che nel suo intimo lei sa benissimo che la pace potrà realizzarsi solo se i paesi arabi riconosceranno l'esistenza di Israele, condizione essenziale anche per la nascita di uno Stato palestinese democratico.  Le chiedo, quindi, nella sua qualità di vice-presidente del Consiglio, di assumere iniziative concrete volte a raggiungere quel fine. Tutto il resto è fumo.
 La saluto,
 Cecilia Nizza
 italiana residente in Israele

Egregio On.Fassino,
le sarei grata se volesse spiegarmi il senso della sua adesione alla manifestazione di Milano, alla quale, leggo sui giornali, non  è però sicuro di partecipare. Non condivido l'ambiguità della sua posizione: o lei è d'accordo sull'impostazione della manifestazione, che, dalla lettura del documento, si evidenzia come l'ennesima contro Israele, o è in disaccordo, e allora abbia il coraggio di dichiararlo apertamente. Le propongo un'alternativa. Decida di sfilare, avvolto, però, nella bandiera di Israele. Sarebbe un bel segnale.

Cecilia Nizza
italiana residente in Israele