Una lettera ad Emanuele Fiano 16/10/2006
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Egregio on. Emanuele Fiano,
 
per prima cosa riceva da uno sconosciuto la più ampia solidarietà per le tristi vicessitudini subite dalla Sua Famiglia nel buio periodo delle persecuzioni "razziali": un caro ed affettuoso saluto al Suo nobile Padre.
Ora poichè alcuni Amici Italiani Ebrei da me sollecitati per le continue mistificazioni e distorsioni dalla verità nei confronti di Israele da parte della carta stampata italiana tacciono, vorrei rivolgerLe alcune domande, sempre che gli Amici di Informazione Corretta diano corso alla mia voce, stante le mie continue intromissioni a scapito delle istanze di altri lettori del sito.
Ho letto e riletto l'intervista da Lei rilasciata all'indomani della Sua elezione nelle liste uliviste e riportata dal bollettino della Comunità Ebraica di Milano: Il Mosaico.
I propositi erano di certo lodevoli e credo sinceri: cercare di contrastare assieme ai Suoi compagni di partito, gli onorevoli Fassino e Colombo, l'ala radicale e più intransigente della vostra coalizione e nota per i suoi sentimenti critici per non dire fortemente ostili nei confronti di Israele.
Non solo questa ala estremista da mesi continua, tramite i propri quotidiani di riferimento, nello sputare, come suo solito, veleni nei confronti dello Stato Ebraico ma a tali quotidiani si é aggiunto spesso e volentieri a rendere più forte il coro dei "nemici" di Israele anche, tramite i suoi corrispondenti ed editorialisti, il quotidiano di riferimento del Suo partito: L'Unità.
Quali sono gli impedimenti, se esistono, che non Le permettono o non Le hanno permesso di prendere le distanze da simili nefandezze? O forse Ella ha fatto sentire la Sua voce di disapprovazione ed io non la ho sentita?
Nel qual caso me prendo atto e Le chiedo venia.
 
Cordialità
 
Giuseppe Casarini