Italia, un nome e una garanzia 13/12/2006
Autore: Deborah Fait

Ghaleb Abu Zeinab, consigliere di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, ha dato il benvenuto in Libano  a Romano Prodi con queste parole :”

 

 

«è il benvenuto nel nostro Paese, apprezziamo la sua decisione di venire in Libano e riconosciamo il ruolo positivo che l'Italia sta svolgendo”

 

 

Nabil Kaouk, presentato da Lorenzo Cremonesi come massima autorita’ del partito di dio, durante un’intervista condotta dal giornalista  con grande rispetto e deferenza,  definisce l’Italia il “Nostro partner migliore e piu’ prossimo”.

 

 

L’Italia , dunque, e’ rispettata, amata , apprezzata dai terroristi.

L’Italia, un nome un garanzia per hezbollah, il partito degli "assassini di dio"

Sinceramente non ne andrei fiera.

 

 

I giornali sono tornati a parlare del Libano solo in occasione dell’affettuosa visita di Prodi a Seniora e per il benvenuto ricevuto dai terroristi. La cosa tragica e' che non ne parlano con vergogna, no, ci mancherebbe, raccontano con emozione dei nostri soldati mandati la' a osservare, intervistano terroristi con orgoglio e  ammirazione,  le televisioni mandano servizi in cui si vede Prodi passare in rassegna le truppe, con orgoglio, come se fossero davvero la' per impedire ai terroristi di attaccare Israele e non per permettere ai terroristi di riarmarsi in santa pace , difendendoli da Israele, nemico comune, che assiste preoccupato a quello che sta accadendo in Libano.

Israele denuncia il riarmo di hezbollah ma nessuno ascolta, tutti hanno altro da fare, Persino la Condi Rice, in prossimita' di elezioni, va a parlare agli arabo-palestinesi-americani per dire un sacco  di stronzate.

L'Europa invece tace, esausta, occupata a pararsi il culo dagli attacchi  dell'islam alla democrazia e soprattutto occupata a comprare quintali di metaforici  panetti di burro per far scivolare meglio lo stupro della liberta' nel culo dei cittadini europei.

 

I terroristi libanesi dicono con arroganza ai giornalisti "Le nostre armi sono ben nascoste e non le troverete mai". Una presa in giro anche perche' l'Unifil si guarda bene dal cercare le armi, potrebbero essere pericolose.

Li prendono in giro e non  si offendono perche' sono succubi, perche' ne sono schiavi, perche' "con quella bocca puoi dire cio' che vuoi e se lo dici contro Israele meglio".   

" Non troverete mai le nostre armi e ne abbiamo tante!"

Non si offendono perche' li amano e perche' ne hanno paura, anzi gli hanno detto chiaro e tondo, ancora prima di imbarcarsi sulle navi da guerra, che loro le armi non le vogliono trovare, non ci pensano nemmeno.

Proibito scrivere che in Libano Unifil non fa letteralmente niente, proibito dire che hezbollah si sta riarmando alla grande ricevendo camionate di armi e esplosivi da terra e navi piene di katiusche dal mare sotto l’occhio affettuoso dei caschi blu.

C’e’ sempre stato un feeling particolare tra le truppe dell’ONU e i terroristi se questi ultimi hanno come controparte Israele,  lo stesso affettuoso rapporto che si nota sempre  tra Europa e assassini arabi.

Affetto, simpatia, ammirazione, giustificazioni per ogni barbarie.

I toni cambiano invece quando l’argomento e’ Israele, allora ecco che spunta il dente avvelenato, ecco che il giornalista di turno si scatena e via con menzogne e calunnie, accuse e demonizzazioni. Ogni giornalista, ad esclusione di quelli liberi e democratici, diventa una jena  assetata di carogne quando scrive un articolo su Israele. Diventa rabbioso, cattivo, bugiardo, gli cola la bava sulla tastiera del computer.

Basta che scriva -Israele- ed ecco che nasce in lui, come per magia,  la bestia antica, antichissima dell'odio

 

e allora via con i soliti stereotipi, le solite  leggende metropolitane, le calunnie, la propaganda, il taroccamento della storia passata e recente. 

 

C'e' un altro argomento dimenticato dai media: Gaza.

Le prime pagine dei giornali e dei telegiornali che mettevano sempre in rilievo il  “povero palestinese ammazzato dal perfido Israele",  adesso preferiscono parlare di Shumacher. Perche'?  Semplicissimo,  i palestinesi si stanno ammazzando fra loro, decine di morti, violenza, distruzione e allora  e' meglio guardare altrove.

Non sarebbe bello  scrivere qualcosa che potrebbe metterli in cattiva luce  e far capire alla gente quello che  in realta’ sono : sanguinari, violenti, parassiti e incapaci di fare altro che non sia terrorismo e guerra.

Quando parlavano dei cosiddetti kamikaze, gli assassini suicidi, scrivevano milioni di parole per giustificarli , per attribuire a Israele la colpa  di ogni attentato che   faceva saltare per aria decine di ebrei alla volta. 

"E' l'unico modo che hanno per difendersi dall'occupazione - non hanno armi, l'unica arma che hanno sono i kamikaze kamikaze kamikaze - Israele occupa occupa occupa, Israele nazista nazista nazista - i palestinesi lottano per la liberta' liberta' liberta' -  devono ammazzare ammazzare ammazzare gli ebrei cattivi cattivi cattivi "   

E allora come possono giustificare la realta' che  i loro beniamini si ammazzino tra loro, non hanno ancora trovato la formula per incolpare Israele anche di questo ma verra', abbiate fede, verra'! 

Qualche mentecatto ha gia' tentato di farlo ma alla fine, onde evitare di fare gaffes offensive per gli arabi,  hanno preferito il silenzio e Schumacher.

Silenzio anche sui soldati israeliani rapiti, sulle offerte di Israele di liberare galeotti palestinesi, offerte sempre respinte con ulteriori richieste.

Silenzio sulle quotidiane dichiarazioni del primo ministro palestinese: non riconosceremo mai Israele.  

Silenzio, ipocrita silenzio.  

 

Mentre  Romano Prodi era  in Libano a fare il filo a Siniora e ai pretoriani di Nasrallah, in Italia un altro Prodi, certo Paolo,  si divertiva  a scrivere  sull’Unita’  un’accozzaglia di porcherie, luoghi comuni, bugie, degne dei peggiori pregiudizi antisemiti conditi con odio, taroccamento della storia.

C’e tutto, proprio tutto nel suo articolo: Israele stato non democratico e confessionale, i poveri palestinesi cacciati dalla “loro “ terra e via via uno snocciolamento di rivoltanti storielle , le stesse che hanno alimentato per decenni l’odio antisemita dei cattocomunisti. Non manca proprio niente nell'articolo di Prodi fratello , nemmeno Sabra e Chatila  le cui immagini, secondo costui, si sovrappongono a quelle dell’antico genocidio.

 

 

Ma bene, bravo, Prodi fratello! Ma lei dove ha studiato? Alla scuola privata di Arafat?  Era compagno di banco di Diliberto?

 

 

 

E poi,  "antico genocidio",   Prodi fratello,  perbacco, e' successo solo  70 anni fa! 

Molti sopravvissuti sono ancora vivi e lei tenta di farlo passare per uno dei tanti genocidi della storia antica,  Prodi fratello, e lo paragona ignobilmente a Sabra e Chatila .

Ignobile e vergognoso.

Ma lei chi e’ Paolo Prodi? Da dove esce?

Ma non glielo ha detto nessuno che Israele e’ una democrazia parlamentare, un paese assolutamente libero per tutti, non glielo ha mai detto nessuno che Israele non e’ uno stato confessionale ma uno stato ebraico democratico dove tutte, dico tutte, le religioni hanno pari diritti? In assoluto.

Israele non ha la costituzione, scrive Prodi fratello. Che barba, che noia, che poca fantasia! Sempre le stesse cose, inventatevi qualcosa di nuovo, perdio!

Nemmeno la piu' grande democrazia esistente al mondo, quella inglese, ha una costituzione. Non lo sapeva?

 

 

Sarebbe troppo lungo e doloroso commentare l'articolo di Prodi fratello, manca la forza, uno si sente sfibrato, spossato, disperato nel  vedere  che niente cambia negli anni, che le schifose bugie che i comunisti dicevano 20 o 30 anni fa vengono ripetute oggi pari pari come se niente fosse, colla stessa arroganza, lo stesso odio, la stessa ignoranza, la stessa fetentissima faccia di bronzo.

 

 

La storiella dei poveri palestinesi cacciati dalla loro terra che non era loro e da cui scapparono a causa della guerra scatenta dai loro fratellini arabi, e’  il cavallo di battaglia di tutti gli antisemiti cattocomunisti e serve oggi per dire che quei profughi devono "ri-tornare". Peccato che i 700mila del 48 oggi siano piu’ di 7  milioni e siano tanto inetti da fare i profughi per mestiere  e per diritto ereditario in attesa del colpaccio, distruggere dal di dentro il tanto odiato stato ebraico.

Era il sogno di Arafat da quando era nella culla.

 

 

E Sabra e Chatila? Che dire? Dopo 30 anni  c’e’ sempre qualche ignobile persona che attribuisce a Israele la colpa di un massacro perpetrato dai falangisti libanesi.

Menachem Begin, uscendo dalla sinagoga, nel giorno di Yom Kippur del 1982 disse a un amico “ Incredibile! Cristiani ammazzano arabi e a chi danno la colpa? Agli ebrei!”

 

 

 

Si , e’ incredibile ma la cosa piu’ sorprendente  e vergognosa e’ che oggi, nel 2006, esiste ancora chi ne e’ convinto.