Un'osservazione per Marco Politi 20/09/2006
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Riceviamo e pubblchiamo una lettera inviata a La REPUBBLICA:

Egr. Sig. Politi,

E' davvero stupefacente che un giornalista capace e informato come Lei,
con tutto quello che sta avvenendo nel mondo islamico [ diciamo da
almeno trent'anni ?] non sia "dubbioso" della capacità di quel mondo a
misurarsi con la "laicità" [a proposito ha qualche esempio in contrario
da citare?].

Per aver affermato il  Suo _*punto di vista, *_di cui non si può
condividere neanche una virgola, ci sarebbe da esigere delle scuse
pubbliche per la grave offesa che Lei ha arrecato alla Comunità
cattolica e al Papa,  rei di esercitare (guardi un po') la propria
libertà di pensiero e di espressione [ha presente: gli illuministi? i
pensatori liberali? Voltaire, Locke, Cartesio ecc. ecc.?].

Mi viene da pensare che Lei è fortunato ad avere "offeso" - con il Suo
_*punto di vista *_e la Sua _*opinione*_ - [ha presente la libertà di
pensiero e di opinione, di discussione, di elaborazione del pensiero, di
confronto delle posizioni ecc.ecc.?], soltanto
una Comunità religiosa, il Papa  e in genere tutte quelle persone che,
come me, - confidando nel diritto della ragione e della libertà di
espressione - non agognano a sottomettere [negare, intimorire,
conculcare, uccidere, decapitare ecc.  ecc.] il proprio interlocutore.

Cordialmente
Dario Iannelli