Ferite inferte nell'anniversario dell'11 settembre 15/09/2006
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Spesso è la scelta del momento che rende un evento ancora più eclatante.
Ecco che alla tragedia che già l'11 settembre porta con sè si aggiungono fatti così dolorosi che non possono passare sotto silenzio.
Come in tutte le religioni che si rispettino anche nella religione ebraica ci sono gli eretici. Continuano a conservare il loro titolo e soprattutto perseverano nella loro arte preferita: la dialettica. E parlano, anzi, sparlano e dicono falsità, spesso vomitano cattiverie blasfeme.
Questa volta è il turno di un rabbino che sputa nel piatto nel quale ha mangiato e spara cattiverie che feriscono più dei razzi lanciati dagli Hezbollah. Ma non è una voce sola, a lui si uniscono altri a dire male ancora una volta di Israele. E' il passatempo del momento, è ritornato come al tempo della ghettizzazione quando, per uccidere la noia, i bulli romani andavano "a dar foco al ghetto..."
Non bastasse questo episodio se ne è aggiunto un altro l'11 settembre: un programma su Mediaset condotto da Enrico Mentana che ha dissacrato il dolore, ha squartato il ricordo delle Torri Gemelle.
E' stato, secondo me, il contrario del dover-essere. Una ricerca della verità così assurda da ferire il buon senso. Se dopo solo cinque anni siamo già a questo punto, sicuramente il crollo delle Torri Gemelle diventerà una brutta favola.
Potessi condannerei questi stupratori del dolore a leggere per giorni consecutivi i 2700 e più nomi delle persone innocenti morte nel crollo delle torri.
mariapiabernicchia
Verona