Vikram Seth Due vite 13/09/2006
Autore: Giorgia Greco
Due vite – Vikram Seth
Casa Editrice Longanesi

Lo scrittore Vikram Seth racconta la storia familiare dei prozii Shanti ed
Henny, lui indiano, lei tedesca ed ebrea: attraversarono il “secolo
breve”,la guerra, il nazismo, l’Olocausto. Le loro vicende sono ricostruite
grazie alla testimonianza diretta di  lui e ai ricordi nascosti in un baule
da lei.

In fondo, questo libro è “soltanto”una storia d’amore: finita quando i due
protagonisti avevano ottant’anni, dopo un matrimonio durato trentotto e
un’amicizia lunga cinquantasei. Henny e Shanti “erano fatti l’uno per
l’altro, anche se non avevano trovato l’uno nell’altra tutto ciò che, in
passato, avevano sperato di trovare”.
Shanti deve essersi sempre chiesto se Henny lo avesse mai amato
romanticamente come lui aveva amato lei, o come lei aveva forse amato
qualcun altro. Come aveva scritto una volta, Henny non era sicura di
“essere felice al cento per cento” con Shanti. “Ma chi sa tutto in
anticipo?” aveva aggiunto. “Forse troverò la felicità in questa
incertezza?!”.
A dire il vero, la loro foto di nozze – una cerimonia modesta,celebrata nel
1951 – strappa un sorriso di simpatia indulgente: difficile immaginare una
coppia più spaiata di questi due attempati sposini. Lei, di mezza testa più
alta di lui, lo tiene per il braccio: indossa un’elegante, pudica veletta.
Lui, la carnagione scura e profonda, ha un garofano bianco all’occhiello e
un guanto nero calzato nella mano mancante (aveva perso tutto il braccio
combattendo a Montecassino, nei ranghi dell’esercito inglese).
Il mazzo di fiori della sposa è il personaggio meno ingessato della
fotografia. La lunghissima storia d’amore fra Shanti e Henny è una di
quelle cose che se la Storia fosse andata diversamente mai sarebbe potuta
succedere. Quest’uomo e questa donna, nati entrambi nel 1908 ma l’uno in
India e l’altra a Berlino, si sono incontrati e ritrovati in punti diversi
del tempo e dello spazio, sospinti dalla guerra e da ciò ch’essa portò con
sé. Hanno visto disperdersi la loro cerchia di affetti e amicizie. Si sono
lasciati per strada la casa, i rifugi dei ricordi: sono diventati molto
diversi da ciò che erano. Henny provò un tacito sollievo quando, molti anni
dopo il suo sbarco da profuga in Gran Bretagna, rinunciò al passaporto
tedesco con la lettera J di “jude” stampigliata sopra e ottenne quello di
Sua Maestà d’Inghilterra. Shanti tornò di rado in India, e sempre senza sua
moglie.
Ma ora che non ci sono più da tanti anni, ecco uno scrittore che, con
laboriosa passione e quell’ostinazione che viene dall’affetto, ha deciso di
“riconnettere” Shanti e Henny alla storia delle rispettive famiglie. L’una
vivace e popolosa, sparpagliata per il mondo. L’altra estinta dallo
sterminio nazista.
Lo scrittore in questione è Vikram Seth, autore del best seller “Il ragazzo
giusto” (uscito in italiano nel 1995), e ora di questo “Due vite”, fresco
di stampa nel nostro paese sempre per l’editore Longanesi. Peccato solo per
una traduzione farraginosa, che a volte compromette il gusto della lettura.
Shanti era in effetti un fratello del nonno di Vikram Seth. Quando l’autore
arrivò in Inghilterra dall’India per studiare,fece base nella casa dello
zio, a Londra. E conobbe così quella sua bizzarra moglie tedesca, alta e un
po’ arcigna ma capace di sciogliersi col tempo e la confidenza. Shanti
l’aveva incontrata tanto tempo prima: quando, al pari del nipote, era
venuto in Europa a studiare. In una sequenza di casualità che si sarebbe in
futuro rivelata fatale.Era l’estate del 1931 e, invece di seguire la rotta
“normale” di Aden e Suez, Shanti prese il treno da Benares a
Karachi,proseguì in nave fino a Basra e di nuovo in treno raggiunse
Baghdad, varcò il deserto e da Haifa raggiunse Atene, Marsiglia e
finalmente Parigi.
Dove rimase ben poco, disgustato dai prezzi alti e da una serie di
contrattempi. Dubbi e impeti giovanili lo accompagnano a Londra ma soltanto
per riportarlo nel giro di breve tempo in Europa Continentale. Nella
Berlino del Reich, in una stanza in affitto a casa di una vedova ebrea
madre di due figlie sue coetanee, Shanti trova finalmente pace. Qui
studierà odontoiatria. Assisterà all’amore fra Henny e Hans, ma soltanto
per rievocarlo con un sorriso,tanti anni dopo, nel salotto della loro casa
londinese. Seth racconta la storia di queste due vite così come loro
gliel’hanno concessa: quella di Shanti ascoltando in viva voce le parole
del vecchio zio. Quella di Henny grazie a un baule ritrovato per caso in
soffitta, perché lei era una persona molto, molto riservata. Preferiva
tacere invece di ricordare. E poi, per triste ironia del caso, se n’era
andata prima di suo marito, malgrado i brutti malanni di lui e l’energia un
poco segaligna di lei.
Lo scrittore racconta con garbo ma senza reticenze, affollando a tratti la
pagina della numerosa parentela indiana, lasciandovi cadere altre volte lo
sgomento di quando lui, Vikram, scoprì quasi da solo, durante un viaggio in
Israele e una capata al memoriale della Shoah, l’orrore ch’era stato e che
i suoi vecchi zii tanto all’antica si erano lasciati alle spalle.

Elena Loewenthal
La Stampa