Lettera a Giorgio Napolitano 22/08/2006
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Caro Presidente Napolitano,
mi chiamo Ester Picciotto, sono una cittadina italiana, innamorata dell'Italia e della sua cultura. Sono anche ebrea e ho un forte legame affettivo con lo stato di Israele. In quest'ultimo mese, detto stato si  è reso protagonista di una guerra non cercata .Questo stato, nel corso  di tutta la sua vita, si è affannato a combattere contro chi ha proclamato (e continua a farlo) la necessità della sua distruzione.
Perchè mi permetto di scriverLe? Non sono certo qui per raccontare a Lei fatti che conosce benissimo, ma per farla partecipe di un profondo disagio vissuto da una ebrea italiana di sinistra.
 Il mio paese, cioè l'Italia, in questi ultimi giorni sembra strizzare l'occhio a chi non fa mistero delle sue intenzioni bellicose nei confronti di Israele che, non dimentichiamo, è membro dell'Onu, anzi è praticamente figlio della volontà dell'Onu. Cosa è successo ai miei concittadini, e soprattutto a quelli chiamati a responsabilità di governo? Cosa passa per la testa del Ministro degli Esteri che trova del tutto normale camminare a braccetto con il leader del movimento Hezbollah?
La mia famiglia risiede in Italia dal 1500, e alcuni tra i suoi membri hanno fatto parte della storia di questo Paese. L'italiano è la lingua in cui penso, parlo, in cui ho studiato, in cui sogno gioisco e patisco, è la lingua in cui impreco. Nel recento passato, i miei nonni sono stati fatti oggetto di discriminazione con leggi ad hoc e costretti a trasformarsi in profughi; si sono sentiti dire che avevano sbagliato, che non avevano capito bene e che il fatto di considerarsi italiani come gli altri era semplicemente un errrore di valutazione da parte loro.
 Io sento che la storia si sta ripetendo, ho paura che, nonostante io ami Dante e Petrarca, Foscolo e Manzoni, i miei rappresentanti, passo dopo passo torneranno, piu' o meno consapevolmente, a costringermi a scappare, a diventare profuga a mia volta. Non è necessario promulgare leggi particolari, è sufficiente appoggiare coloro che dette idee le sbandierano: ricevere membri del Governo iraniano (il cui Primo Minsitro è un negazionista), appoggiare Hamas ed Hezbollah, con la scusa che sono state democraticamente elette (come Hitler), e continuare a demonizzare ogni atto compiuto dallo stato di Israele, salvo poi scoprire che le notizie non erano esatte, senza provvedere a trasmettere una corretta rettifica.                                                                                                                                                               Caro Presidente, io so che Lei, da uomo di sinistra, è accanto a chi fa della democrazia (se pure altamente imperfetta) la sua bandiera, io so che Lei è sensibile e che non avallerebbe mai la cancellazione di uno stato membro dell'Onu, io so che Lei è un uomo di cuore ed è fedele a quei valori libertari e a quei principi che tanto faticosamente abbiamo conquistato nella nostra Italia nata dalla Resistenza.
So che Lei è molto impegnato, e che io sono solo un puntino, ma non dimentichi che sono parte di questa Nazione e che mi dispiacerebbe essere messa subdolamente nella condizione di emigrare.
Con stima
Ester Picciotto