Una lettera al TG 3 01/08/2006
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Ho seguito ieri sera lo Speciale su Cana;
orribile e deprimente vedere la morte e le
conseguenze della guerra. Ma non sarebbe bastata
una carrellata, invece che indulgere sulle
immagini dei cadaveri straziati? Data
quell'informazione, a che scopo violare il valore
della vita con l'esibizione dei corpi di quei
poveri bimbi, mostrati come un trofeo; non mi è
parsa partecipazione al lutto, quanto
sfruttamento dello scoop. Non vorrei sembrare
insolente, ma mi è sembrato che i vostri inviati
in Libano si siano adeguati allo stile di Al
Manar, ne abbiano mutuato i linguaggi.
La Terzigni dal canto suo ricorda, giustamente,
che i bambini feriti porteranno sul corpo per
sempre quelle ferite. Ma dove sta l'equivicinanza
del servizio pubblico, riguardo ai civili
israeliani? Non si ricorda mai che ne sono
sfollati duecentocinquantamila, che anche lì i
bimbi sono sotto tiro, che anche lì ne sono
morti. La differenza nei numeri, non lo
scordiamo, è dovuta al fatto che Israele ha
costruito rifugi per proteggere i civili, mentre
Hezbollah e il governo libanese hanno costruito
rifugi per i militari e si proteggono dietro i
civili (come ha dichiarato l'inviato ONU per i
Diritti Umani prima della strage di Cana).
La RAI è un servizio pubblico e non deve essere
uno spazio dove trova libero sfogo l'odio di
parte di alcuni giornalisti in cerca di
popolarità ed evidente dalle loro espressioni.
Noi cittadini abbiamo diritto ai fatti, sappiamo giudicare da soli.

Alberto Corcos
Milano