Le assurdità di Sergio Romano 31/07/2006
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Spettabile Redazione,
 

Vi scrivo per associarmi alle osservazioni della Sig.ra Emanuela Prister di Dallas riguardo i giudizi di Sergio Romano sulla situazione relativa al conflitto tra lo Stato di Israele e le organizzazioni terroristiche sovvenzionate da Siria ed Iran. Passi per le colossali stupidaggini di giornali come “Il Manifesto” che sono coerenti nella loro rozzezza e grossolanità con la bieca e turpe propaganda antisemita fatta ormai propria dall’estrema sinistra, evidentemente decisa a superare Hitler in fatto di falsità e di irrazionale odio antiebraico. Che Diliberto, Rizzo, Paolo Cento, la Morgantini ed il resto dei compari neghino l’esistenza del terrorismo islamico guidato dai burattinai di Damasco e Teheran non è una sorpresa; si tratta di gente che pur di perseguire i propri scopi arriverebbe a dire che la Luna è di formaggio. Continuino pure a negare, così faranno degna compagnia ai nazisti e ad Ahmadinejad quando dicono che la “soluzione finale” è un’invenzione dei sionisti. Trovo molto più grave che una persona con la sua esperienza di ambasciatore come Sergio Romano arrivi a scrive assurdità come quelle apparse su “Panorama” del 27/07/2006 a pag. 17. Mi limito a citare qualche passo, in particolare là dove afferma che il Presidente Abu Mazen cercava «di separare i moderati di Hamas dai falchi dell’organizzazione. Tre settimane fa, poco prima della cattura del caporale israeliano, la difficile operazione di Abu Mazen stava costringendo Hamas ad adottare una posizione più flessibile. Se fosse riuscito a terminare l’opera, il presidente palestinese avrebbe avuto nelle sue mani una carta importante e se ne sarebbe servito per tentare di indurre Olmert, con cui aveva avuto un cordiale incontro in Giordania, a rivedere il proprio atteggiamento. Israele, beninteso, avrebbe dovuto implicitamente riconoscere che il governo di Hamas a Gaza non era più espressione di una organizzazione terroristica; e avrebbe dovuto accettare che il ritiro dalla Cisgiordania avesse avuto luogo nel quadro di un accordo negoziato coi palestinesi. Ma Abu Mazen, per completare l’opera, avrebbe potuto contare sull’appoggio dell’Onu e di una buona parte della comunità internazionale. La cattura del caporale israeliano è probabilmente opera di quella parte di Hamas che intendeva boicottare l’intelligente operazione di Abu Mazen. E la reazione di Israele segna il trionfo di quella tendenza israeliana che, fedele alla linea fissata da Ariel Sharon, ha sempre preteso di risolvere il problema palestinese unilateralmente e di concedere al nuovo stato soltanto ciò che era compatibile con i propri interessi. Esistono poi, naturalmente, le responsabilità di Hezbollah e dei suoi protettori stranieri. Ma l’organizzazione libanese non avrebbe agito, probabilmente, se le rappresaglie israeliane a Gaza non le avessero fornito il migliore dei pretesti possibili. Usciti di scena i moderati e i mediatori, la scena oggi è interamente occupata dai falchi, tutti uniti dalla convinzione che lo scontro allontani la possibilità che ciascuno di essi maggiormente detesta: un compromesso».

 

 

Tra le maggiori assurdità in ciò che scrive Romano mi pare di poter evidenziare:

 

 

a) la pretesa esistenza di un’ala “moderata” (sic!) di Hamas contrapposta ai “falchi”: è come se io dicessi che Speer e Von Neurath rappresentavano il nazismo moderato in contrapposizione a quello feroce di Hitler e Goebbels. La verità è che l’ala “moderata” di Hamas esiste solo nella fantasia di Romano;

 

b) la tesi secondo cui Abu Mazen stava quasi per costringere Hamas ad adottare una posizione più flessibile (sic!). Si tratta di un altro parto della fantasia di Romano, giacché in nessun momento Hamas ha dichiarato di essere disposta a trattare con lo Stato di Israele; il massimo delle concessioni da parte dell’organizzazione terroristica è stata la proposta di una “tregua”, che è evidentemente tutt’altra cosa;

 

c) l’asserzione che accusa lo Stato di Israele di aver sabotato il piano “intelligente” di Abu Mazen con la sua “esagerata” reazione. È evidente che secondo Romano, il Primo Ministro Ehud Olmert, di fronte alla pioggia di razzi Qassam che cadevano su Israele avrebbe dovuto fare il finto tonto pur di permettere all’ala “moderata” di Hamas di raggiungere un accordo con Abu Mazen. Una tesi che si commenta da sé.

 

d) l’accusa verso Ariel Sharon di voler risolvere unilateralmente il contenzioso con i palestinese. Poiché a Romano non vuole entrare in testa la realtà che Hamas dichiara esplicitamente in tutte le sedi di volere la distruzione dello Stato di Israele, ecco che si ritorna alla barzelletta secondo cui il Governo di Israele deve trattare con chi non lo riconosce come controparte in una trattativa. Anche in questo caso, l’irragionevolezza della tesi si commenta da sé.

 

e) l’ipotesi che Hezbollah non avrebbe agito, probabilmente, se le rappresaglie israeliane a Gaza non le avessero fornito il migliore dei pretesti possibili. Qui le assurdità toccano il loro culmine. Primo: crede davvero Romano che la Siria e l’Iran avrebbero permesso il raggiungimento di un (ipotetico) accordo tra Hamas ed il Governo di Gerusalemme? Se sì, chi glielo ha detto, un uccellino? Secondo: vuole spiegare ragionevolmente Romano cosa hanno a che fare gli Hezbollah con la Palestina? Non si è ancora accorto che a Siria e Iran sta a cuore la distruzione di Israele, punto e basta? Terzo: è davvero così ingenuo Romano da credere che gli Hezbollah hanno bisogno di un pretesto per fare la guerra ad Israele? Concludo con un’ultima osservazione: se una persona colta ed istruita come Sergio Romano scrive simili assurdità, come ci si può meravigliare delle tante persone comuni (vedasi i lettori dell’Unità con le loro accuse farneticanti contro Israele) che professano con la massima naturalezza il loro odio antisemita?

 

 

 

 
 
Molti cordiali saluti
Luigi Prato, Sassari