Lettera aperta a Magdi Allam 10/07/2006
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Viviamo una società in cui nascere musulmani è un valore aggiunto, una sorta di assicurazione sulla vita. Nascere musulmano in occidente e sviluppare un odio forte nei confronti della società che ti ospita e ti permette di usufruire della libertà e dei valori occidentali è un merito.
Sei protetto, amato, compreso e premiato per il tuo sforzo di rendere questo orrore di malriuscita società multiculturale, monoculturalmente islamica.
Attenzione però, se nasci musulmano, ma poi come Magdi Allam sviluppi un amore e rispetto nei confronti dei valori dell'occidente, anzi addirittura ne divieni paladino e involontariamente eroe, no, sei al soldo di quella notissima e disgustosissima lobby ebraica.
Se invece non hai la fortuna di nascere musulmano disadattato, il merito lo acquisisci se ti dimostri saldamente antisemita e antiamericano, critico nei confronti dei nostri valori democratici e storci alla moda la bocca quando si parla del valore assoluto delle nostre libertà, acquisite dopo secoli di lotte.
La nostra società preferisce lui, il musulmano che ha in progetto di sottometterci, finalmente dhimmi, con lui che fa apparire tutto così romantico, romantico come un tè nel deserto, sì ma nel deserto dei nostri valori.
Il musulmano "sbagliato", Magdi Allam, minacciato di morte dai suoi correligionari è uno che le sinistre le spiazza, infatti lui non ci sta e quindi non è amabile, è un traditore o forse è per loro solo troppo fresco di libertà.
La società che si autoproclama progressista, liberale, "de sinistra" non si chiede il senso delle vecchie lotte per eguali diritti alle donne, per il diritto al divorzio e per quello all'aborto, in fondo nulla in confronto alle privazioni, alle assenze di diritti specialmente delle donne e degli omosessuali delle società teocratiche. Una sinistra che lotta per dare la possibilità agli omosessuali di sposarsi ed al contempo tutela gli islamici che uccidono i "froci".
Una sinistra che si diverte ad azzerare le nostre conquiste, inspiegabilmente schierata dalla parte di chi non applica i diritti civili.
Ursula Franco