Israele ha il diritto di difendersi 11/06/2006
Autore: Angelo Pezzana

Il bombardamento israeliano su Gaza ha avuto, come era da prevedere, grande visibilità sulla maggior parte dei giornali di ieri. " Strage sulla spiaggia dei bambini", titolava ieri il Corriere della sera, più o meno identici gli altri. Eppure è da sempre che il terrorismo palestinese, che da almeno 18 mesi prende di mira Israele lanciando da Gaza contro le città del sud i micidiali missili Kassam, piazza le sue basi operative in luoghi densamente abitati da civili.  Israele, con l'obiettivo di colpire le postazioni di lancio, può così commettere l'errore di uccidere dei civili che non c'entrano nulla, civili scelti dal terrorismo islamico come paravento in caso di attacco. Le immagini  di una bambina ferita, i suoi abiti insanguinati, faranno il giro delle Tv e dei giornali di tutto il mondo. Come è successo puntualmente ieri a Gaza. Zitti tutti i media, naturalmente, sulle cause che hanno prodotto il raid. La notizia diventa " L'artiglieria israeliana colpisce una famiglia palestinese: 7 morti. Hamas: tregua finita". Una titolazione che porta il lettore non solo a giustificare la fine di quella che viene definita "tregua" da parte di Hamas, ma a condividerne le ragioni. Allora Israele è veramente quel piccolo satana, come viene definito dal terrorismo antioccidentale, visto che stermina una innocente famiglia.. In questo modo scompare, quando va bene e il giornalista la riporta correttamente all'interno dell'articolo, la dinamica dei fatti, con la narrazione nascosta fra le righe dei motivi che hanno prodotto la reazione di Israele contro i terroristi. Che da Gaza costringano ad una vita costantemente minacciata dai missili Kassam tutti gli israeliani che vivono al sud del paese, che si chiedono se la loro sicurezza è ancora garantita nello Stato in cui vivono. La morte di al-Zarqawi è stata salutata con soddisfazione dall'occidente ma anche da una notevole parte del mondo musulmano; altrettanto non avviene con Israele, che usa le uccisioni mirate per eliminare feroci assassini altrimenti imprendibili. Come Abu Samhadana, capo degli interni nel governo Hamas, ma in realtà un criminale con alle spalle una lunga carriera di crimini efferati contrro Israele. Anche la sua morte avrebbe dovuto ricevere approvazione da chi, almeno a parole, dichiara di voler combattere il terrorismo islamico.