Due lettere sulla visita di Benedetto XVI ad Auschwitz 30/05/2006
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Di seguito, una lettera di Maria Pia Bernicchia scritta alla vigilia della visita di Benedetto XVI ad Auschwitz, pubblicata anche come articolo da L'ARENA di Verona del 29 maggio 2006:

Un papa tedesco in Polonia sulle ceneri degli ebrei d'Europa!
Potessi suggerire qualcosa a papa Ratzinger gli direi di scegliere per il suo discorso ufficiale da tenere a Auschwitz un lungo, pesante, tremendo SILENZIO. Lo pregherei di non andare a cercare parole, non ci sono parole di spessore, di portata, di tale grandezza che possano essere pronunciate lì. Gli proporrei di fare "gesti" che rimarrebbero nel tempo come le ferite, a memoria eterna. Gli chiederei di scendere dalla macchina papale e di andare a piedi fino a Birkenau, di andare avanti da solo fino in fondo a quell'Inferno, di arrivare dove ci sono le fosse comuni, di coricarsi a braccia aperte su quel prato troppo verde, e di piangere ....Le sue lacrime varrebbero più di mille encicliche, di parole di circostanza, sarebbero un balsamo sulle ferite dei sopravvissuti, una carezza sul numero tatuato, un soffio sul passato.
Se proprio deve scegliere di parlare allora a papa Ratzinger consiglierei di scegliere l'ebraico. Un papa tedesco in terra polacca che parla la lingua degli ebrei: anche d-o resterebbe confuso!
Maria Pia Bernicchia
Verona

Di seguito, le  considerazioni di Maria Pia Bernicchi sul discorso di papa Ratzinger:

Considerazioni sul discorso di papa Ratzinger pronunciato a Birkenau
 
E' stato un discorso preparato, scritto e tradotto in varie lingue, quindi pesato e soppesato, non è stato un discorso a braccio al quale si possono concedere sbavature.
Considerazioni personali
Primo: l'analisi storica che ha fatto del nazismo è stata assolutamente riduttiva e assolvente. Sembrerebbe essere stato un uso e un abuso del popolo tedesco e non una catastrofe apocalittica alla quale buona parte del popolo tedesco ha aderito e partecipato con totale obbedienza, con scarso spirito critico e con troppo leggero senso di colpa.
Secondo: non ha calcato sufficientemente sulla presenza ebraica fra i milioni di morti. Ha parlato al mattino di 6.000.000 di morti polacchi di cui 3.000.000 erano ebrei. Questo ha detto al mattino, ma ha ripetuto, per ben due volte il nome di Edith Stein e di padre Kolbe tralasciando i milioni di morti senza nome....Nel pomeriggio, all'interno di Birkenau sarebbe stato doveroso il ricordo che lì, a Birkenau, sono stati sterminati soprattutto ebrei, che Birkenau è stato aperto proprio per lo sterminio di massa, per la "soluzione finale del problema ebraico". 
All'interno di Birkenau avrei preferito una semplice e chiara lezione di storia a tanti voli di filosofia!!!
Terzo e secondo me, punto di importanza epocale: papa Ratzinger ha perso l'occasione di far vibrare le corde del cuore, avrebbe potuto recitare a Birkenau il salmo in ebraico in memoriam di tutti i bambini ebrei e Rom sterminati lì.
Non so quanti bambini Rom sono stati sterminati a Auschwitz.
So che 220.000 bambini ebrei sono entrati a Auschwitz Birkenau
219.960 sono diventati cenere.
Solo 40 di quei bambini sono tornati.
....Sotto i piedi di chi cammina nel lager di Birkenau si nascondono perle di cenere di vite spezzate.
Janusz Korcszak, credo direbbe, ieri, a Birkenau, non si è sentito abbastanza il cuore!

Maria Pia Bernicchia