Goetz e Meyer – David Albahari 18/05/2006
Autore: Giorgia Greco
Goetz e Meyer  – David Albahari
Edizioni:  Einaudi


E’ l’identità quella che l’ebreo del Kosovo, David Albahari, ricerca invano
nel suo breve e ossessivo romanzo Goetz e Meyer edito da Einaudi nella
traduzione di Alice Parmeggiani.
Se si volta indietro David, nato a Pec’ nel 1948, scorge un immenso buco
nero, l’abisso che ha inghiottito più di trenta parenti, un intero albero
genealogico. Sotto di lui bisbigliano morti senza volto e i loro nomi
scivolano via leggeri dalle labbra d’un sopravvissuto ormai demente: Sara,
Lenka, Zlata e poi Isak e Jakov e tanti altri sciolti nel nulla. Ci hanno
pensato, a suo tempo, Goetz e Meyer, due sottufficiali delle SS.  Li
caricavano su un autocarro e, lungo il tragitto fra Belgrado e Jajinci, li
gassavano collegando il tubo di scappamento con un foro sotto il cassone.
Bambini, donne, anziani, a migliaia, tra la primavera del 1941 e quella del
’42. L’orrore non ha fine e Albahari vi si immerge anima e corpo: cerca non
solo l’identità di quelle famiglie per dare un senso alla propria vita, ma
anche il volto di Goetz e Meyer, due casuali interpreti della banalità del
male. Si scinde, entra nella loro pelle e si tuffa nella morte attraverso
un libro di fortissimo impatto emotivo, che evoca fantasmi e semina
granelli di follia. Un romanzo alla ricerca di sé nel vuoto nulla. Incubo
dal ritmo impazzito che chiede al mondo un pizzico di memoria, perché
”l’anima che ricorda – sta scritto – non può perdersi”.


Luigi Forte
Tutto Libri – La Stampa