DI GABRIELE BRAMBILLA
Quasi 7 mila arrivi nel settembre 2005. Rispetto ai 3.279 nello stesso mese dell’anno scorso. Questi i numeri del turismo italiano in Israele, cresciuto del 11% in un settore che ha ripreso vigore grazie all’ottima campagna promozionale del governo e a una relativa tregua invernale tra israeliani e palestinesi. Non è soltanto l’incoming dall’Italia a crescere, concentrato nei tradizionali luoghi sacri di Gerusalemme, Nazareth, Betlemme e Tiberiade. Dai dati rilasciati dal ministero del turismo israeliano e dal Central bureau of statistic si evince come ci sia un aumento generale di turisti internazionali nei primi nove mesi di quest’anno, per un totale di 1,4 milioni di arrivi e un incremento del 27% rispetto al medesimo periodo del 2004. Avraham Hirchson, ministro del turismo israeliano, prevede che a fine anno il consuntivo registrerà una quota di 2 milioni di turisti. «Il nostro obiettivo» ha detto di recente Hirchson, «è di raggiungere i 5 milioni di arrivi entro il 2008». Tutto fa pensare positivamente, soprattutto a seguito della recente riapertura, dopo ben 5 anni, dell’aeroporto di Eilat al turismo nord europeo (Svezia, Danimarca, Norvegia e Olanda).
(Italia Oggi 23 dicembre 2005)