Benny Morris- Esilio
Israele e l’esodo palestinese 1947-1949
Autore: Giorgia Greco

Esilio – Israele e l’esodo palestinese 1947-1949 –  Benny Morris

 

Edizioni Rizzoli

 

 

 

Il problema dei profughi palestinesi continua, da oltre cinquant’anni, a far discutere l’opinione pubblica internazionale e nel corso delle trattative a Camp David nel luglio del 2000, ma anche in seguito, è apparso un ostacolo insormontabile al conseguimento della pace in Medio Oriente; da una parte i palestinesi non vogliono cedere sul “diritto al ritorno”, dall’altra, comprensibilmente, Israele si oppone in quanto l’arrivo di oltre due milioni di palestinesi  (i discendenti di quei 700.000 che lasciarono nel 1948 le loro case) comporterebbe la fine dello Stato ebraico.

 

Ed è proprio questo il tema che affronta nella sua ultima fatica Benny Morris, uno dei più importanti nuovi storici israeliani che, dopo l’inizio della Seconda Intifada e la recrudescenza del terrorismo palestinese, ha modificato alcune sue posizioni.

 

Professore all’Università di Beersheba, con le sue ricerche sulla questione dei profughi arabi, ha avuto il coraggio di operare una doppia revisione: dapprima mettendo in discussione i miti fondativi di Israele, poi sostenendo la necessità della separazione fra i due popoli fino ad affermare in un’intervista su Ha’aretz che Ben Gurion ebbe il torto di non portare a termine il lavoro e che doveva “espellerli tutti”.

 

Questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1988, nasce inizialmente dall’idea di Morris di scrivere un libro sulle Palmah, le unità d’assalto dell’ Haganah, la milizia armata della comunità ebraica in Palestina. Legge e analizza molti documenti che gli vengono messi a disposizione da una associazione di veterani ma non riesce a completare l’esame di tutto il materiale perchè ad un certo punto gli viene impedito l’accesso.

 

 Non è in grado quindi  di scrivere la storia delle Palmah, tuttavia leggendo alcuni documenti “Top Secret” apprende molte informazioni sul problema dei profughi palestinesi.

 

Il suo interesse viene ulteriormente acuito quando nel 1982 si reca in Libano come giornalista  e per la prima volta entra nel campo profughi di Rashidiye, alla periferia di Tiro.

 

Ed è proprio nel 1982 che il governo rende accessibili molti documenti del 1948 mentre archivi locali e partiti politici incominciano ad organizzare il materiale a loro disposizione.

 

Ma è solo negli ultimi quindici anni che lo studioso ha potuto disporre di un’enorme materiale d’archivio che al momento della stesura della prima edizione era ancora riservato. I nuovi documenti disponibili gettano una luce più ampia su quanto è accaduto in varie zone della Palestina nel corso del 1948 a Gerusalemme, a Haifa e nelle campagne consentendo una lettura più precisa delle responsabilità dell’una e dell’altra parte.

 

Questo saggio straordinario, pur narrando le vicende dell’esodo palestinese, si colloca in un momento storico molto grave e difficile per lo sopravvivenza dello stesso Yishuv (la comunità ebraica di Palestina): lo scontro armato che portò gli eserciti di cinque Stati arabi ad invadere la Palestina nel maggio del 1948 con la chiara intenzione di buttare a mare gli ebrei e distruggere il neonato Stato di Israele.

Leggendo questo saggio il lettore si renderà conto che il problema dei profughi si è creato in un contesto ben preciso. Scrive Benny Morris: “ Gli avvenimenti che descrive, ossia sostanzialmente l’esodo dei palestinesi arabi, si svolsero in tempo di guerra e furono un prodotto, diretto e indiretto, di quella guerra che i palestinesi fecero scoppiare. La minaccia della battaglia e la battaglia stessa sono stati lo sfondo immediato delle varie componenti dell’esodo”.

 

Questo libro offre un contributo fondamentale e insostituibile per capire le ragioni che sono alla base di una tragedia che ancora oggi turba le coscienze e per comprendere, senza pregiudizi, le motivazioni che sono state alla base di scelte controverse ma anche inevitabili.

 

 

 

Giorgia Greco