Forse scrivono così spesso per i bambini perché hanno bisogno di astrarsi dal mondo del terrore e della guerra, per bisogno di ritrovare la normalità. L’invenzione letteraria, si sa, può diventare la realtà.
Sì, dev’ essere per questo che tutti i grandi autori israeliani, da David Grossman a Amos Oz, da Meir Shalev a Uri Orlev, scrivono favole per i più piccoli, e per la centralità che hanno i bambini nella vita del paese: realizzazione di futuro, di speranze, calici da riempire d’amore e di attenzione per una nazione giovane che vuole e deve crescere: non c’è terra tanto piccola eppure tanto ricolma di canzoni per bambini, di editoria per l’infanzia, di vestiti colorati e spiritosi per tutte le tasche, di sezioni museali apposite, di incontri e spettacoli ad hoc, di assistenze psicologiche specifiche dentro e fuori la scuola….
Sì, dev’ essere per tutto questo che anche Abraham B. Yehoshua, l’autore dei meravigliosi L’amante o Matrimonio tardivo o Le Cinque stagioni, insieme a Mr. Mani oppure al Viaggio alla fine del millennio e all’ultimo Il responsabile delle risorse umane, ora si è deciso a comporre, quasi a fischiettare si potrebbe dire, due raccontini per i piccini: Un cagnolino per Efrat, si intitolano, e sono illustrati da Altan.
Due storie elementari, semplici e dolci come i biscotti infilati in un latte caldo la mattina, o una buonanotte con tanto di carillon, di quelle lette dalla mamma, fiabe che affacciano paure o dispiaceri piccoli così, da fugare con poche parole rassicuranti. Senza guerre, senza spari. Come quella appunto che narra il desiderio di Efrat per un cane che i genitori assolutamente non vogliono: aiutata in un modo assai bizzarro da un nonno volenteroso qualcosa otterrà. Oppure la novella di Tamar e Gaia messe di fronte a un topolino dispettoso che si è installato nella cucina di casa: troppo furbo per cadere in trappola cercherà in ogni modo di diventare un membro della famiglia.
Susanna Nirenstein