Il sito intenet della rivista QUADERNI RADICALI pubblica una cronaca del convegno sui rapporti tra Italia e Israele.
Ecco l'articolo, di Elena Lattes:News del 14-12-2005
arà stato grazie al convegno appena conclusosi con la nascita di Sinistra per Israele, o sarà stato forse per la situazione sicuramente più tranquilla dal punto di vista della sicurezza in Israele, sta di fatto che al convegno organizzato dalla Federazione Italia-Israele e dall'ambasciata israeliana sui rapporti tra i due Paesi, l'atmosfera era sicuramente più rilassata rispetto al congresso annuale dell'ottobre del 2004.
All'epoca Shai Cohen e gli organizzatori della lezione all'università di Pisa erano ancora sotto shock per il violento boicottaggio da poco subito e anche Piero Terracina, ex deportato, presidente dell'associazione Romana Amici di Israele e membro del consiglio direttivo dell'Aned aveva subito da quest'ultima un affronto in quanto ebreo che difendeva le ragioni di Israele.
Fino ad ora questi incresciosi episodi non hanno ancora avuto un epilogo positivo (avevano proposto infatti per esempio, di indire di nuovo la lezione nell'ateneo toscano con l'addetto culturale israeliano), però un certo ottimismo ha aleggiato in tutti i discorsi tenuti, sia dai politici di destra e di sinistra, che dai vari esperti della questione.
Certo, resta ancora molto da fare, ha affermato Shai Coen, ma sicuramente l'Italia ha un atteggiamento nei confronti delle parti in conflitto notevolmente più equilibrato che in passato. Il cambiamento, ha continuato, ha avuto effetti sia in campo economico che in quello della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
Il Senatore Pianetta, presidente della Commissione dei Diritti umani del Senato e della commissione bilaterale Italia-Israele ha ricordato l'importanza di sostenere una democrazia come quella israeliana, monocamerale ed unica in tutto il medio Oriente che ha saputo mantenersi tale anche nei momenti più drammatici del terrorismo che oggi colpisce tutti.
Così come ad Israele si riconosce il grande merito dei valori liberali provenienti dalla cultura ebraica plurimillenaria, dal rispetto dei diritti umani alla limitazione e suddivisione dei poteri, ha concluso, così ora bisogna sostenere quelle forze arabe che premono per far raggiungere ai loro Paesi la democrazia.
Ad essere un po' più cauto è stato invece Angelo Pezzana, fondatore della Federazione e direttore di Informazionecorretta.com, timoroso che l'atteggiamento un po' meno squilibrato avuto anche dai media possa di nuovo peggiorare, poiché l'antisemitismo, da qualunque parte provenga, non è certo sradicato e gli atteggiamenti del passato hanno dimostrato che è sempre molto facile attingere alle menzogne e ai pregiudizi millenari (a questo proposito ha ricordato per esempio alcune vignette antisemite di questi ultimi anni in cui si descriveva Sharon come mangiatore di bambini o si ricorreva al mito del deicidio).
Ha infine auspicato che Abu Mazen sappia costruire una democrazia comportandosi con Hamas come Ben Gurion affrontò i problemi causati dal ribelle Jabotinsky.
Sulla stessa linea si è espresso Massimo Teodori, ideatore dell'Israel day del 2002 poiché, ha affermato, se i politici vanno acquisendo una certa consapevolezza, la società rimane impregnata dei pregiudizi; prova ne è che per esempio i mass media abusano della parola "ultra" esagerando nelle descrizioni degli israeliani e di quel che fanno (per esempio "ultra-conservatore", ultra-ortodosso", ecc.) e l'antisionismo, inteso come negazione all’esistenza di Israele, è ancora sbandierato sia dalle destre fasciste e populiste, sia dalle nuove sinistre no-global antioccidentali.
Quarant'anni e oltre di propaganda non si cancellano con le svolte dei dirigenti. Bisogna incidere in profondità, ha concluso, ribadendo sempre che Israele è simbolo della libertà individuale e della forza del diritto.
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