Attentato a Netanya: Salerno invita a considerare le ragioni della Jihad.
recidivo
Testata:
Data: 06/12/2005
Pagina: 12
Autore: Eric Salerno
Titolo: Kamikaze in azione a Netanya: 6 morti e decine di feriti. Israele prepara la rappresaglia
A pagina 12 de Il Messaggero del 2005-12-6, Eric Salerno firma un articolo dal titolo «Kamikaze in azione a Netanya: 6 morti e decine di feriti. Israele prepara la rappresaglia»
Salerno avrà pure cambiato idea su Sharon (ma fino a quando?) ma, per il resto, i toni e gli accenti sono sempre gli stessi: inaccettabile e profondamente scorretta la cronaca della strage di ieri a Netanya. Il fatto: un'attentato di inaudita barbarie ha colpito ieri la città di Netanya, presso Tel Aviv. Morti 6 innocenti più numerosi feriti. Salerno, di fronte a ciò. ritiene più opportuno esordire così:L'esercito israeliano sta per rientrare nella striscia di Gaza. Un'operazione, affermano le fonti militari, che potrebbe durare settimane, forse un mese. E' la rappresaglia, così viene spiegata, per l'attentato di un kamikaze del Jihad islamico a Netanya.
La "ratio" sottostante una tale impostazione è presto spiegata: Salerno e i suoi compari prestano sempre gran attenzione ad imboscare gli atti terroristici contro Israele (e gli USA) nelle spirali del "ciclo di violenza". Il terrorismo? Bisogna considerarlo nel suo "contesto". Ecco come ragionano costoro. Viceversa, le misure di Israele e Stati Uniti per combattere il terrore, che per forza di cose a volte possono assumere un carattere, per così dire, eccezionale, vanno sempre colte in sè e per sè, decontestualizzate da tutto, e quindi considerate puri e semplici vulnus ai valori democratici. Tutto l'articolo di Salerno si innesta perfettamente su questa linea. Vi leggiamo ad esempio:Il ciclo della violenza continua, dunque, e le prime vittime dei terroristi arabi sono gli stessi palestinesi che dovranno subire, ancora una volta, una dura "punizione". I territori occupati di Cisgiordania sono stati nuovamente "sigillati", le incursioni quotidiane delle truppe a caccia di "ricercati" saranno aumentate e la vasta operazione a Gaza, lasciata dalle truppe d'occupazione appena qualche mese fa, promette di colpire, seppure indirettamente, quella parte della popolazione che non partecipa alla lotta armata e non necessariamente l'approva.
Ma Salerno dà il peggio di sè, come di consueto, nel finale del pezzo, in cui scopriamo, con nostra sorpresa, che la Jihad aveva le sue ragioni per lanciare l'attentato. Leggere per credere:
Jihad islamico è, in questo momento, l'unico movimento che continua a colpire. I suoi dirigenti accusano Israele di aver cominciato il nuovo ciclo di violenza con l'arresto e l'uccisione di numerosi militanti durante i quotidiani rastrellamenti in Cisgiordania e negli attacchi mirati con missili lanciati su Gaza. L'accusa, se guardiamo la cronaca degli ultimi mesi, ha qualche fondamento. Ma è vero anche che questo movimento islamico, il più piccolo tra quelli armati, cerca attraverso gli attacchi alle truppe e gli attentati di conquistarsi le simpatie di una parte della popolazione palestinese alla vigilia delle elezioni legislative del 25 gennaio.
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