Vertice di Barcellona: una cronaca scorretta
imputa a Israele un'"intransigenza" che è solo legittima difesa
Testata:
Data: 29/11/2005
Pagina: 1
Autore: Fabrizio Finzi
Titolo: EUROMED: MADRID E LONDRA IRRITATE DA 'INTRANSIGENZA' ISRAELE
Dei sussurri del premier Zapatero e di un suoconsigliere diventano la posizione ufficiale della politica estera spagnola; questo secondo il giornalista Fabrizio Finzi di Ansamed, che considera questi sussurri rappresentativi della linea politica della Spagna sul terrorismo tanto da metterli sul titolo del suo articolo, facendo credere che siano parole ufficiali. Inoltre nel titolo si aggiunge l’irritazione di Blair contro Israele, senza che poi venga riportato il motivo dell’irritazione del premier inglese.
Dichiarazioni ufficiose, giocate con molta ambiguità dal giornalista. L’articolo continua spiegando che ad un certo punto del summit Israele si era ritrovata da sola sulla posizione della definizione di terrorismo. L’intento del giornalista è quello di far emergere l’ "intransigenza" di Israele, come se questo paese non avesse diritto a difendere i propri cittadini continuamente minacciati. Emerge del resto chiaramentel’incapacità di parte dei leader europei di comprendere le esigenze di Israele. Zapatero dovrebbe capire che anche gli attentati di Madrid e Londra sono attentati terroristici contro "paesi occupanti" in quanto sia l’esercito inglese sia quello spagnolo erano impegnati in Iraq al momento delle stragi. L’opportunismo di una risposta differenziata al terrorismo, per la quale esisterebbero vittime di serie A, gli europei, e vittime di serie B, gli israeliani e gli iracheni sarebbe del tutto sprecato: il terrorismo islamista minaccia comunque tutti.

Riportiamo per intero l’articolo che si può leggere da questo link
http://www.ansamed.info/ansamed/notizie/newshp/ultimissima/2005-11 28_1970319.html


EUROMED: MADRID E LONDRA IRRITATE DA 'INTRANSIGENZA' ISRAELE
(dall'inviato Fabrizio Finzi) (ANSAmed) - BARCELLONA, 28 NOV - La crisi israelo-palestinese ha profondamente condizionato i lavori del Vertice Mediterraneo di Barcellona costringendo la presidenza britannica del summit ad una lunga e frustrante maratona negoziale sulla definizione del concetto di terrorismo che ha confermato l'estrema fragilità delle relazioni tra Israele e Paesi Arabi e la debolezza politica dell'Europa. L'idea anglo-spagnola di usare l'eccezionale formato del Forum Euromediterraneo (Ue più 10 paesi della sponda sud del Mediterraneo) per avvicinare le parti sulla definizione di concetto di terrorismo e di voler mettere nero su bianco - nel documento finale - un articolato passaggio sulla crisi mediorientale si è rivelata troppo ambiziosa, se non velleitaria. E sul banco degli imputati per questo mancato successo del vertice Euromed è salito sul gradino più alto - lasciano trapelare le fonti che hanno negoziato - lo stato di Israele. "Gli israeliani sono intrattabili" sul capitolo dedicato al terrorismo, ha sussurrato irritato il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero ad un suo strettissimo consigliere. Uno sfogo mentre il negoziato era nel vivo e che doveva rimanere riservato ma che è stato captato e diffuso da un microfono lasciato aperto nella sala della plenaria. Una frase che da sola descrive l'atmosfera di Barcellona dove oggi il premier britannico Tony Blair è stato più volte sul punto di "tirare la tovaglia", cioé di rompere, cosa che puntualmente è successa all'ora di pranzo. Nel momento in cui era rimasto solo Israele a continuare a respingere il testo sul terrorismo mentre, ha osservato sempre Zapatero, "gli altri si erano messi tranquilli". Risultato: Blair e Zapatero sono stati costretti a prendere atto che un testo approvato da tutti sulle definizione del terrorismo e sulla crisi israelo-palestinese era una chimera e si sono quindi accontentati su una soluzione tecnica di ripiego - un escamotage già più volte usato in ambito europeo per limitare i danni - che consiste in una Dichiarazione della presidenza. Cioé un testo che registra lo stato del negoziato e la cui responsabilità è solo della presidenza britannica. Sintesi del ministro degli Esteri Gianfranco Fini: "Per evitare che agli occhi del mondo questo vertice fosse giudicato un fallimento si è fatta una Dichiarazione della presidenza che salva un po' tutto; quanto al terrorismo, non si è una trovata una formulazione condivisa". Al di là delle dichiarazioni di maniera dei protagonisti della due giorni di Barcellona (Blair e Zapatero hanno difeso i successi raggiunti su cooperazione politica e lotta all'immigrazione clandestina), i leader dei paesi arabi non hanno nascosto la loro delusione, che sfiora il disappunto. "Le intenzioni erano nobili ma i risultati modesti", ha seccamente spiegato il rappresentante algerino, Abdelaziz Belkhadem, che ha poi motivato politicamente le defezioni arabe al vertice: "La Ue non ha fatto sufficienti pressioni su Israele". I paesi della sponda sud speravano infatti in un ruolo più attivo dell'Europa nei confronti di Israele, una sorta di bilanciamento della Ue alle tradizionali posizioni di Washington. In sostanza, mentre gli europei e Israele chiedevano l'adozione di un "Codice di condotta" contro il terrorismo, i paesi arabi reclamavano il riconoscimento del diritto dei palestinesi "alla resistenza" contro l'occupazione. "Là dove c'é occupazione c'é la resistenza", ha spiegato il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa. Naturalmente diversa la lettura Israeliana del mancato accordo: "Il negoziato è naufragato sul paragrafo proposto inizialmente dai paesi arabi, nel quale si riaffermava la legittimità di resistenza con qualsiasi mezzo contro un'occupazione", ha motivato un diplomatico israeliano.(ANSAmed).
2005-11-28

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