IL CORRIERE DELLA SERA di venerdì 23 novembre 2005 pubblica a pagina 17 un articolo di Elisabetta Rosaspina che riportiamo:Bandito dagli Stati Uniti, mal tollerato in Francia, molto accreditato in Gran Bretagna, Tariq Ramadan ha probabilmente le idee meno chiare sulla sua attuale posizione in Italia: se la Valle d' Aosta lo respinge oggi, come «una presenza troppo ingombrante», Padova lo accoglierà tra un mese e mezzo, come autorevole esperto di questioni islamiche.
Il nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani, docente universitario, consulente del primo ministro inglese Tony Blair, discusso teorico del neo-fondamentalismo, era stato invitato dall'Associazione dei Sociologi Italiani al convegno nazionale su «Una sociologia della spiritualità» che si apre stamattina all'Università di Aosta. Ma il veto del presidente della Regione autonoma, nonché del consiglio dell'Università, Luciano Caveri, ha costretto gli organizzatori a ritirare l'offerta: «Inizialmente avevamo pensato di boicottare il seminario - riferisce il segretario dell'associazione, Stefano Allievi, professore di sociologia a Padova -, ma poi abbiamo proposto a Ramadan di partecipare all'incontro che terremo all'università di Padova, il 12 gennaio, in appendice al convegno. E lui ha accettato».
Più che un risarcimento all'escluso, l'associazione dei sociologi vorrebbe dare così una lezione di tolleranza al governo della Valle d'Aosta. Spiega il professor Allievi: «Non comprendiamo l'atteggiamento del presidente nei confronti di Ramadan, un docente universitario di vasta esperienza, un leader musulmano molto ascoltato, al punto di essere scelto dal primo ministro britannico come consigliere per le questioni islamiche, dopo gli attentati a Londra del luglio scorso. Ci pareva che anche la sua voce, all'interno di una discussione sulle religioni e sulla spiritualità, potesse avere spazio e interesse. Per noi il convegno non finirà ad Aosta, ma continuerà e si concluderà a Padova».
Ma il presidente della Regione, eletto nelle liste dell'Union Valdotaine e alla guida di una giunta che include i Ds, smentisce intenti censori: «Abbiamo saputo dai giornali nazionali, ad agosto, chi era esattamente Tariq Ramadan, e la delicatezza della sua presenza a un convegno patrocinato dall'università. A sua volta finanziata al 90 per cento dalla Regione. Abbiamo fatto i nostri accertamenti, come previsto anche dalle mie funzioni prefettizie. E il consiglio dell'università ha concluso, unanimemente, che sarebbe stata sconveniente la presenza di persone come Ramadan».
In tutta la Val d'Aosta o soltanto al convegno? «Se il signor Ramadan vuole venire a titolo personale ad Aosta per tenere una conferenza, può farlo. Ci mancherebbe. Io non andrei a sentirlo, ma qualunque cittadino svizzero, qual è lui, può entrare in Val d'Aosta. Mi occuperei di valutarne l'opportunità, tutt'al più, in termini di ordine pubblico. Ma — insiste Caveri — l'università non può sponsorizzare l'intervento di oratori che sostengono tesi come quelle di Ramadan: contro gli ebrei, contro Israele o a sostegno della supremazia dell'Islam. Gli organizzatori avrebbero dovuto segnalarci che si tratta di un personaggio ingombrante e non lasciare che lo scoprissimo dalla stampa».
L'allarme alla presidenza della Regione e del consiglio universitario suona infatti dopo un articolo apparso sul Foglio,
a fine luglio, intitolato «Giochi pericolosi», riferito agli accordi tra atenei italiani, egiziani e palestinesi. Tra gli apologeti del terrorismo viene inserito anche Ramadan che, aggiungeva il Foglio, «sarà la star del congresso dell'Associazione Italiana di Sociologia ad Aosta», dopo essere stato respinto dagli Stati Uniti.
«Il mio non è stato proprio un veto — sfuma Caveri —, ma ho dovuto spiegare agli organizzatori l'inopportunità di quell'invito». Sembra che Tariq Ramadan non se la sia presa: per domani, a Minusio, vicino a Locarno, ha in agenda una tavola rotonda con Vittorio Feltri e uno dei due giornalisti francesi rapiti un anno fa in Iraq, Christian Chesnot.
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