Il CORRIERE DELLA SERA di giovedì 24 novembre 2005 pubblica a pagina 14 un articolo di Gianna Fregonara sulla presentazione della rinnovata associazione "Sinistra per Israele" cui ha partecipato il segretario dei DS Piero Fassino.
Ecco il testo:ROMA — «Combattere i pregiudizi antiisraeliani che albergano anche in parte della sinistra italiana». «Battersi perché le critiche, legittime, ai governi di Israele non si traducano in pregiudizio e in boicottaggi a tutta la società israeliana». «Combattere i fenomeni di antisionismo di parte della sinistra». Sottoscrivendo questo manifesto dell'associazione «Sinistra per Israele», Piero Fassino si impegna a diventare un vero e proprio attivista della causa israeliana dentro la sinistra. E a dare battaglia a quanti dentro la sua coalizione ancora non hanno abbandonato «preconcetti e pregiudizi antiisraeliani e antisionisti».
Il segretario dei ds ha infatti tenuto a battesimo a Roma il rilancio dell'associazione che, nata a Milano a ridosso della guerra dei sei giorni, è diventata da ieri una realtà nazionale. Il presidente di «Sinistra per Israele» sarà l'ex direttore dell'Unità Furio Colombo, assistito da Emanuele Fiano, capogruppo dei ds al Comune di Milano e animatore dell'associazione in questi ultimi anni.
Ispirata al principio «due popoli, due stati», l'associazione si propone una vera e propria opera di demolizione dei pregiudizi storici a sinistra, come ha spiegato Colombo e si impegnerà contro quelle «letture manichee che periodicamente risorgono» e che possono portare anche a «sottili forme di antisemitismo». Fassino ha promesso che chiederà anche alle altre forze dell'Ulivo di fare propri i valori dell'associazione e di combattere la stessa battaglia all'ombra della coalizione. Per ora sotto gli undici principi fondanti ha raccolto alcune firme di rilievo: da Giuliano Amato a Umberto Eco, da Enrico Boselli a Peppino Caldarola, da Adriano Sofri a Walter Veltroni.
Tra gli scopi del rilancio di «Sinistra per Israele» c'è anche quello di non lasciare al centrodestra il monopolio della difesa dello Stato ebraico, soprattutto alla vigilia della campagna elettorale. E infatti Forza Italia commenta con ironia l'iniziativa: «Un vero e proprio salto mortale, che tuttavia non ci stupisce in questa fase di restiling elettorale sul fronte internazionale da parte dei maggiori azionisti dell'Unione».
Quanto alla cronaca della «rivoluzione» politica in Israele anche Fassino fa gli auguri, oltre che ai laburisti, anche a Sharon. Non solo a lui: «Ci auguriamo il successo elettorale dei laburisti dopo la svolta portata dall'elezione alla guida del partito di Peretz, che da tempo è un uomo di pace e un interlocutore di pace presso i palestinesi», ha detto Fassino a proposito delle prossime elezioni. Ma il segretario dei ds non fa mancare il suo sostegno anche al premier dimissionario: «Ci auguriamo - ha aggiunto - che esca dalle urne un successo di tutti coloro che vogliono un accordo di pace basato sul principio "due popoli, due Stati", perché è interesse di tutti che la strada fatta in questi ultimi anni e che ha già portato al ritiro dei coloni da Gaza possa proseguire».
Di questo si parlerà ancora oggi pomeriggio nel seminario al Palazzo dell'Informazione a piazza Mastai a Roma dal titolo «La sinistra e Israele»: ci saranno oltre a Paolo Pirani, Umberto Ranieri, Antonio Landolfi, Antonio Polito e Peppino Caldarola che da anni fanno parte del progetto «Viaggio a Gerusalemme», anche alcuni dei leader del centrosinistra: da Piero Fassino a Fausto Bertinotti a Marco Pannella, invitati a confrontarsi sulle loro diverse visioni della questione Mediorientale
IL RIFORMISTA pubblica a pagina 2 l'editoriale "Forza Furio" , che sta per Furio Colombo,nuovo presidente dell'associazione.
Ecco il testo:Fassino ha scelto bene nell’affidare a Furio Colombo il rilancio
su base nazionale dell’associazione «Sinistra per Israele»,
che da Milano, dove è nata, ha svolto in questi anni un eccezionale
lavoro per contestare, modificare, sottoporre a critica, i
numerosissimi luoghi comuni che si erano impadroniti della sinistra
italiana riguardo a Israele. Con Colombo abbiamo avuto
qualche accesa polemica, quando dirigeva l’Unità. Anche per
questo ci fa piacere constatare che, da quando ha lasciato l’Unità,
Colombo sta dando il meglio di sé. E il meglio di sé, nel suo
caso, è proprio la difesa ragionata delle ragioni di Israele, non
di quello o questo governo israeliano, ma di Israele. Ed è anche
lo sforzo per aiutare la sinistra a comprendere un paese, anzi un
universo culturale, che la sinistra italiana conosce troppo superficialmente
e giudica troppo banalmente, e che lui conosce benissimo:
l’America. Il meglio di Colombo sono gli articoli con
cui ha difeso di recente, sull’Unità e perfino su Liberazione, la
Coca Cola dalla stupidità dei boicottaggi.
Nel suo nuovo lavoro, così consono alle sue qualità di intellettuale
avvertito e acuto, Furio Colombo potrà dare - ne siamo certi
- anche se per l’eterogenesi dei fini, un notevole contributo alla
costruzione della Weltanschauung di quella sinistra riformista che
tanto ha criticato nella sua precedente vita di polemista.
L'UNITA' pubblica a pagina 13 l'articolo di Umberto De Giovannangeli "Sinistra per Israele: "Mai più pregiudizi" ".
Interessante il sottotitolo: "Fassino presenta il manifesto dell'associazione nazionale. Il presidente Furio Colombo: occorre un'informazione corretta".
Ecco il testo:SINISTRA PER ISRAELE. Una scelta di campo. Il campo della pace. Una pace fondata sul principio di due Stati e due popoli. Sinistra per Israele: è l’associazione nazionale presentata ieri a Roma dal segretario dei Ds Piero Fassino e dall’ex direttore del-
l’Unità Furio Colombo, che dell’associazione è il presidente. Gli intendimenti dell’associazione risultano chiari dagli 11 punti del Manifesto di fondazione che ha tra i suoi promotori uomini politici di primo piano della sinistra - da Piero Fassino a Walter Veltroni, da Giuliano Amato a Enrico Boselli e Giuseppe Caldarola - ed esponenti del mondo della cultura - tra i quali Umberto Eco, Adriano Sofri, Gad Lerner, Gustavo Zagrebelsky -. «Occorre battersi perchè si riconosca che in Medio Oriente non sono in conflitto un torto ed una ragione, ma due ragioni: il diritto di Israele ad esistere sicuro ed il diritto del popolo palestinese ad una propria patria», spiega Fassino nel presentare il Manifesto costitutivo dell’associazione che ha deciso di esporre a Romano Prodi ed a tutti i leader dell’Unione affinché «tra i punti del programma di centrosinistra ci siano parole chiare ed inequivoche sul Medio Oriente».
Parole chiare, di verità. Parole scomode per quella parte della sinistra prigioniera di clichè, pregiudizi, stereotipi anti-israeliani. «Sinistra per Israele» è un’associazione nata alcuni anni fa a Milano, e che ora il segretario della Quercia ha deciso di trasformare in un’associazione a livello nazionale con l’obiettivo di «superare tutti i pregiudizi verso Israele che ci sono ancora a sinistra». «Visto che spesso a sinistra - annota con coraggio e onestà intellettuale Fassino - non c’è questa capacità di riconoscere entrambi i diritti ma si riconosce più il diritto del popolo palestinese e spesso non si riconosce con altrettanta chiarezza il diritto di Israele a vivere in sicurezza, noi abbiamo pensato di rendere chiaro questo diritto costituendo quest’associazione». Un’associazione che, da sinistra, si batte perchè sia pienamente e definitivamente riconosciuto il diritto dello Stato di Israele ad esistere, a vivere sicuro nei suoi confini e in pace con i suoi vicini Arabi. Lottare contro i «clichè»,, le «letture manichee», i «preconcetti» che ancora sussistono sullo Stato d’Israele: un impegno politico ma anche culturale, sottolinea Furio Colombo. Stop ai cliché, vuol dire anche fare un’«operazione di informazione corretta» su Israele dal momento che «sinistra ed ebrei sono stati sempre dalla stessa parte nella lotta contro il nazismo ed il fascismo». «Il fatto che nel dopoguerra Israele sia stato sostenuto dagli Stati Uniti e gli arabi dall’Unione Sovietica - annota ancora Fassino - ha portato ad una lettura errata e deviata, una lettura manichea che è venuta meno negli anni ‘80 ma che periodicamente ritorna». Amicizia significa anche saper esercitare una critica costruttiva. È quanto rimarcato nel Manifesto dell’associazione. Sinistra per Israele, c’è scritto, «non ha alcun timore ad esprimere critica e opposizione ad azioni dei governi di Israele, ma si batte perchè tali critiche non si traducano in pregiudizi o in condanne generalizzate e in boicottaggi a tutta la società israeliana, l’unica società democratica e pluralista in Medio Oriente».
Furio Colombo insiste molto e con passione sulla necessità di «un lavoro culturale e di verità» per «ancorare a sinistra un rapporto molto più profondo con Israele superando clichè anti-israeliani, come quello di Israele aggressore, che non hanno alcun fondamento storico». Contro ogni clichè demonizzante, significa anche affermare senza mezzi termini che «è storicamente sbagliato e moralmente non accettabile ogni equiparazione del sionismo al razzismo, perchè il sionismo ha le stesse radici di reclamo della patria per un popolo che ha avuto il Risorgimento italiano e gli altri movimenti di fondazione ed unificazione nazionale».
Dal passato al presente. E il presente di Israele è il terremoto politico causato dall’uscita di Ariel Sharon dal Likud e dell’ascesa ai vertici del Labour di Amir Peretz. «Mi auguro un successo alle elezioni del Partito laburista di Amir Peretz, considerato un uomo di pace dagli stessi palestinesi», dice Fassino. «Mi auguro - aggiunge - che ci sia un successo di tutti coloro che credono che occorra arrivare ad una pace adottando il principio dei due popoli e due Stati e si possa proseguire anche la strada intrapresa con il ritiro dalla Striscia di Gaza». Un ritiro «targato» Ariel Sharon. Un politico coraggioso, uno statista pragmatico. Un interlocutore delle forze di pace e non più il «generale» bulldozer a lungo demonizzato. Sinistra per Israele lo ha riconosciuto. Un buon inizio.
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