Un esempio di cattiva propaganda
il servizio di Rai News 24 sull'uso del fosforo a Falluja
Testata:
Data: 15/11/2005
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Un esempio di cattiva propaganda
Il CORRIERE DELLA SERA di martedì 15 novembre 2005 pubblica a pagina 10 un'intervista di Michele Farina all'esperto militare americano John Pike che spiega "Il Pentagono ha usato il fosforo ma non per uccidere" e definisce il "documentario" di Rai news 24 sull'uso del fosforo a Falluja "cattiva propaganda.

Ecco il testo:


«Il Pentagono non dice tutta la verità sul fosforo bianco a Falluja. Ma il documentario di RaiNews24 è soltanto un esempio di cattiva propaganda anti-americana». John Pike è uno dei più ascoltati esperti mondiali di questioni militari. Al telefono dalla Virginia, il direttore di GlobalSecurity.org (che ha fondato nel 2000)ammette: «Nella battaglia di Falluja, novembre 2004, sono stati usati proiettili al fosforo bianco». Per illuminare le postazioni nemiche, come sostiene il Pentagono? «No. Li hanno usati per stanare i guerriglieri». Il documentario «La strage nascosta» firmato dal giornalista Rai Sigfrido Ranucci accusa i marines di averlo usato per distruggere la città. Ci sono le testimonianze di ex militari... «Non si distrugge una città con il fosforo bianco».
Nei 22 minuti del documentario si vedono cadaveri anneriti...
«Non l'ho visto per intero. Ma ho visto le immagini e il testo in inglese sul sito Internet. Non provano nulla. Quei cadaveri non hanno i segni del fosforo bianco. Sembrano cadaveri rimasti al sole per una settimana».
Il fosforo non brucia i cadaveri fino alle ossa?
«È difficile che produca bruciature estese. E brucia anche i vestiti».
Nel documentario si dice che una caratteristica del fosforo bianco è quella di «sciogliere» la carne lasciando intatti i vestiti...
«Ma chi l'ha detta questa fesseria? Non è vero. Il fosforo bianco non è neppure particolarmente letale. Produce bruciature che possono essere molto dolorose, ma normalmente non uccide».
E cosa fa normalmente?
«Fa uscire il nemico dai nascondigli. È usato per questo. In gergo si dice shake and bake, scuoti e cuoci. È una tecnica di battaglia: a Falluja l'hanno usato per stanare i guerriglieri, l'hanno scritto anche sulla rivista di artiglieria Field Artillery nella primavera di quest'anno».
E poi che succede al «nemico» quando è cotto e stanato?
«Viene ucciso con altre armi. Ma non è il fosforo bianco a uccidere. Chi parla del fosforo bianco come di un'arma di distruzioni di massa non sa quel che dice».
Ma non è possibile che a «cuocere» fino alla morte siano stati anche dei civili?
«Non possiamo escludere che ci fossero civili in città. Non possiamo escludere che i proiettili al fosforo bianco siano finiti vicino a dei civili. Ma ripeto, tenendo conto delle caratteristiche di questa arma incendiaria non credo si possa parlare di strage».
I media americani non hanno mai parlato del fosforo bianco usato a Falluja. Eppure alcuni sono molto critici sul modo in cui Bush conduce la guerra in Iraq.
«I media americani non parlano di molte cose, non è per questo che si deve ritenere
sloppy il documentario Rai».
Lei lo ritiene sloppy, approssimativo?
«Sì. Le immagini di quei cadaveri non dimostrano nulla. Anzi: dimostrano che quelle persone non sono state uccise dal fosforo bianco».
Però anche la tesi del Pentagono è sloppy: usiamo il fosforo per illuminare il campo di battaglia...
«Propaganda da una parte e dall'altra. Con una pecca in più».
Quale?
«Per essere buona, la propaganda non dovrebbe sembrare tale. Il documentario Rai su Falluja è cattiva propaganda. Come la panzana dell'uranio che Saddam avrebbe cercato di comprare in Niger».
Anche l'esperto militare italiano Andrea Nativi, a pagina 2 del giornale spiega che quello di Rai news "4 è "Un video per dimostrare quello che non c'è"

Ecco il testo:

Armi chimiche a Falluja e in Irak sganciate dagli americani? Non scherziamo. Il documentario trasmesso da RaiNews24 non dimostra assolutamente nulla, anzi. Il video comincia con immagini di repertorio sul Vietnam, dove in effetti furono largamente utilizzati sia il napalm sia agenti defolianti. Ma il napalm nell'ultima guerra in Irak non è mai stato impiegato.
Il napalm è uscito dagli arsenali statunitensi nel 2001. In ogni caso non si trattava certo di armi chimiche. È stato invece impiegato il «parente» moderno del napalm, la bomba incendiaria Mk 77 Mod.5 da 340 kg, sganciata dai piloti degli Harrier dei Marines contro le truppe irachene nel corso dei combattimenti nel marzo del 2003. Sono armi che svolgono la stessa funzione, ma non sono la stessa cosa, la composizione è diversa. Si tratta di bombe studiate per attaccare obiettivi areali, estesi, il cui uso in combattimento non è proibito da nessuna convenzione internazionale. La Cwc, Convenzione per la messa al bando di alcune armi convenzionali, del 1980, si limita, al Protocollo III, a bandire l'uso di armi incendiarie contro i civili non contro obiettivi militari. Peraltro questo Protocollo non è stato ratificato dagli Usa. Si parla in ogni caso di armi incendiarie, non di armi chimiche, perché altrimenti anche una bottiglia molotov diventerebbe un'arma chimica e chi la lancia un criminale di guerra.
Il filmato poi si occupa del Wp, il famigerato fosforo bianco. Cominciamo col dire che la «pistola fumante», la sequenza incriminata in cui un velivolo lancerebbe armi misteriose non dimostra alcunché.
Basta guardare le immagini (la sequenza di foto in alto) riferite all'esplosione di munizioni convenzionali o fumogene o esplosive/incendiarie per convincersene. Né dimostrano qualcosa le crude immagini dei corpi carbonizzati, con parte dei propri abiti indosso e senza apparenti ferite di armi da fuoco: non c'è alcun referto medico e nessun cadavere è stato sottoposto a un esame patologico. Inoltre chi ci assicura che quei corpi si trovassero a Falluja?
L'impiego del munizionamento al fosforo come arma incendiaria era un tempo molto comune: durante la Seconda guerra mondiale intere città giapponesi furono trasformate in roghi da spezzoni e bombe incendiarie, così come accadde a diverse città della Germania. Bombe del genere furono anche lanciate contro l'Italia. E nessuno ha mai lontanamente sostenuto che si trattasse di armi chimiche.
Oggi invece il fosforo bianco, così come il fosforo rosso, è utilizzato come munizionamento fumogeno, illuminante o per «marcare» un bersaglio, nel munizionamento tracciante. Ed è anche usato in agricoltura, nei fertilizzanti e nei normali fuochi d'artificio. L'effetto incendiario esiste, ma è secondario. Tanto è vero che il munizionamento in questione non è proibito dalla Convenzione Onu ed è utilizzato praticamente da tutti gli eserciti di questo mondo.
A Falluja i marines ne hanno fatto uso in misura limitata, certamente con l'artiglieria a terra, forse anche da bordo di velivoli che sostenevano l'azione dei commilitoni sul terreno. In qualche caso, sporadico, il Wp, Willy pete, è stato utilizzato per ottenere un effetto psicologico: doveva spaventare gruppi di guerriglieri trincerati e forzarli ad abbandonare i rifugi, in modo di poterli attaccare con proiettili ad alto esplosivo.
Comunque, impiegare il munizionamento al fosforo come arma diretta per sfruttare l'effetto secondario incendiario sarebbe del tutto improprio e inefficace: visto che la munizione ha uno scopo diverso e non è così letale. Soprattutto, negli arsenali esistono munizioni specifiche per attaccare bunker o trincee o bersagli estesi molto più micidiali: testate a dispersione di vario tipo, testate termobariche, Fae (Fuel air explosive).
Per non parlare del fatto che l'impiego di munizionamento al fosforo va limitato a causa della tossicità. I comandanti americani non volevano correre rischi inutili, perché a Falluja c'erano e ci sono restati a lungo, migliaia di soldati americani e iracheni, mentre dopo la fine delle ostilità sono tornati ad abitarvi centinaia di migliaia di civili.
Per gli stessi motivi l'impiego di qualunque altra arma chimica con un minimo di persistenza non può che essere escluso a priori. Nessuno al Pentagono vuole una nuova «sindrome del Golfo». Quindi niente armi chimiche americane in Irak. Gli Usa hanno sottoscritto la apposita convenzione, hanno rinunciato alle armi chimiche e stanno distruggendo i propri arsenali eredità della guerra fredda. In Irak c'è però chi ha usato indiscriminatamente le armi chimiche, anche contro i civili: Saddam Hussein e i suoi accoliti, che dovranno rispondere molto presto anche di questo.
IL GIORNALE pubblica anche una sequenza fotografica assai significativa.
Nella prima fotografia è possibile vedere "come esplode il fosforo usato come incendiario", nella seconda l'"esplosione di proiettili fumogeni e illuminanti", nella terza "l'esplosione mostrata nel video di Rai News 24".
Risulta evidente la somiglianza tra la seconda e la terza immagine e la differenza di entrambe rispetto alla prima.

LIBERO pubblica a pagina 8 un articolo di Glauco Maggi, "Per la stampa internazionale la Rai ha preso un cantonata" che riporta i giudizi negativi sul documentario di Rai News 24 espressi dal New York Times e dalla BBC e fornisce cruciali informazioni su Jeff Englehart, testimone chiave del servizio ed ex militare americano: è oggi un attivista anti-guerra e in un intervista alla radio di estrema sinistra Democracy Now ha ammesso di non essere stato convolto nell'azione a Falluja. Anche nel suo sito personale dichiara di essere stato a Falluja solo "per gli ultimi due giorni dell'assalto".

Interessante anche l'osservazione sul "Centro studi sui diritti umani in Iraq", citato dall'inchiesta "per costituirsi ha atteso la liberazione della città nel 2005"

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