il CORRIERE DELLA SERA di venerdì 11 novembre 2005 pubblica a pagina 15 un articolo di Alessandro Capponi, "In piazza con Ferrara? Deve lasciare la direzione del PDCI" che riportiamoROMA — Tra le fiaccole del sit-in in difesa di Israele, una sta bruciando le mani di chi l'ha sorretta: Alessio D'Amato, segretario romano e capogruppo in Regione del Pdci, lo nega fino a quando gli si mostra la lettera firmata da Severino Galante, responsabile dell'Organizzazione di Pdci e molto vicino a Diliberto. Si tratta di parole che, tutte insieme, fanno un conto, ovviamente da pagare: D'Amato era alla manifestazione di Ferrara, adesso vada fuori dalla direzione nazionale.
D'Amato ha già rimesso il mandato di segretario romano e dice di essere «pronto alle dimissioni» anche dal nazionale. Parla di «involuzione» nel partito. Tradotto dal politichese, il concetto è più semplice: i comunisti italiani, a volte, sembrano ispirarsi all'Unione Sovietica.
Per riassumere la storia basta qualche passo della lettera di Galante: «D'Amato (...) ha informato il mondo della sua partecipazione alla manifestazione. Il compagno Diliberto aveva assunto una posizione opposta. La contrapposizione al segretario è stata dunque plateale e voluta per marcare una tendenza a collocarsi politicamente altrove». Secondo Galante, «questo andazzo è rivolto a devastare il partito». E se questo è il male, ecco la cura suggerita nella lettera ai compagni della segreteria: «Vi chiedo se quanto è avvenuto si possa conciliare con la permanenza di D'Amato in funzioni di direzione nazionale». Direzione che proprio oggi si riunisce e affronterà anche il «caso D'Amato». Ora, sia chiaro: lui non appartiene all'area di Diliberto. Anzi. E che nel partito sia in atto una spaccatura — che i sarcastici della Regione chiamano «la scissione dell'atomo» — è cosa nota. Precisato questo, rimane la domanda: basta partecipare a un sit-in non gradito al segretario per rischiare il posto nella direzione? «Ho fatto una scelta di coscienza. Quando ho annunciato la mia presenza da Ferrara, ho detto che portavo la nostra posizione, due popoli-due stati». L'archivio Ansa conferma: il lancio è delle 17.10 del 3 novembre. Ma c'è un'altra cosa che D'Amato disse, quel giorno: «Questo non è il momento delle ipocrisie». E ovviamente si riferiva alla situazione internazionale, non a quella del suo partito.
Segue la smentita del segretario del PDCI, diffusa da Apcom:Apc-IRAN/ DILIBERTO: PDCI NON E' CASERMA, INFONDATO ARTICOLO CORSERA
"D'Amato ha sbagliato su fiaccolata, ma nessun provvedimento"
Roma, 11 nov. (Apcom) - "Quell'articolo è completamente
infondato". Parlando con i cronisti in una pausa della direzione
nazionale del partito, il segretario del Pdci Oliviero Diliberto
smentisce quanto pubblicato dal Corriere della Sera su Alessio
D'Amato, il segretario romano e capogruppo in regione dei
Comunisti Italiani che, secondo il quotidiano di via Solferino,
sarebbe stato invitato a lasciare la direzione nazionale del
partito per aver partecipato alla fiaccolata per Israele
organizzata da Giuliano Ferrara il 3 novembre scorso.
"Il nostro partito - dice Diliberto - non è una caserma. Alessio
D'Amato ha avuto una posizione che io giudico sbagliata, ma è una
posizione politica. Quindi - continua - il problema di misure
disciplinari non si pone, non si è mai posto e chi ha dato quelle
informazioni lo ha fatto strumentalmente per danneggiare il
partito".
Diliberto assicura che nella direzione di oggi il 'caso D'Amato'
"non è stato minimamente affrontato. Anzi - aggiunge - mi risulta
strana la coincidenza temporale: l'articolo sul Corriere è uscito
nel giorno della nostra direzione nazionale che ha tutt'altro
all'ordine del giorno".
Mau
E la controreplica di D'Amato, diffusa da ANSAPDCI: D'AMATO A DILIBERTO; NEGA EVIDENZA, E' CADUTA DI STILE
DOVREBBE PRENDERE LE DISTANZE DALLA LETTERA DI GALANTE
(ANSA) - ROMA, 11 nov - ''Non hanno neanche il coraggio di
difendere le loro azioni. Diliberto nega l'evidenza: da parte
sua e' una caduta di stile''. Il segretario romano del Pdci,
Alessio D'Amato, commenta cosi' le parole del segretario del suo partito, Oliviero Diliberto che ha definito ''completamente
infondato'' il possibile provvedimento di espulsione di D'amato
dal partito per avere partecipato alla manifestazione pro
Israele promossa da Giuliano Ferrara.
''E' falsa l'infondatezza'' replica D'Amato a Diliberto e
ricorda come in una lettera il responsabile dell'Organizzazione
del partito, Severino Galante, ''sottolinea come la mia presenza alla manifestazione si possa conciliare con la mia permanenza di funzioni di direzione nazionale''.
''Sono rammaricato per l'atteggiamento del partito: o il
segretario prende le distanze dalle indicazioni della lettera di Galante o devo considerare il silenzio assenso ma non si puo' sottacere tutto e parlare di infondatezza'', conclude D'Amato.
(ANSA).
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