Il CORRIERE DELLA SERA di venerdì 11 novembre 2005 pubblica a pagina 5 un'intervista al presidente israeliano Moshe Katsav di Francesco Battistini.
Ecco il testo:GERUSALEMME — Presidente Katsav, le bombe di Amman prima della visita in Israele del re di Giordania (che ha cancellato il viaggio): c'è un legame?
«Non credo. Amman è parte d'una guerra mondiale. Dura da due-tre anni: Indonesia, Marocco, Egitto, Londra, Madrid, Russia, Israele, Usa, Giordania... È Al Qaeda che vuole esportare la sua ideologia. Non ha confini, né limiti. Ha risorse illimitate. È il disastro del nostro decennio».
Voi accusate l'Iran di fomentare il terrorismo...
«Non so se c'è un legame diretto fra le parole del presidente Ahmadinejad, che vuole cancellare Israele, e questi attacchi. I suoi discorsi però incoraggiano il terrorismo, l'antisemitismo. Ahmadinejad dimostra di voler isolare l'Iran».
Isolamento: è quel che chiedete?
«L'Iran è diventato il nostro maggior nemico. Non ha nemici, non è minacciato. La sua esistenza non lo è. Perché deve avere missili, armi nucleari? La comunità internazionale dev'essere più severa con Teheran».
Parla d'un intervento militare?
«Non bisogna usare per forza opzioni militari. L'Onu dimostri determinazione, l'Iran non può continuare questa politica».
Lei è d'origini iraniane: c'è pure qualcosa di personale?
«A me piace l'Iran. Ahmadinejad è stato eletto per combattere la corruzione e la povertà. All'improvviso, è diventato un guerriero contro Israele. Non rappresenta il popolo iraniano. Spero che gli iraniani capiscano come questo li danneggi».
Lei arriva in Italia dopo le manifestazioni davanti all'ambasciata iraniana. Vedrà i ministri che non hanno partecipato...
«Ho apprezzato chi hamanifestato, in Italia e nel mondo. So qual è la posizione di Berlusconi e del Parlamento verso Israele. Non è necessario che vadano a un corteo».
Andrà anche dal papa: parlerete di quell'Angelus di luglio, quando non citò Israele fra le vittime del terrorismo?
«È alle nostre spalle. Non posso tener conto solo d'un discorso, conosco il pensiero del papa: è contro il terrorismo e l'antisemitismo. È molto sensibile alle sofferenze degli ebrei».
Vede differenze rispetto a Wojtyla?
«Ho incontrato Ratzinger al funerale di Giovanni Paolo II. Penso che le relazioni diventeranno ancora più fruttuose. L'ebraismo e il cristianesimo hanno bisogno di tempo. In fondo, la base del nostro credo è la stessa: la Bibbia. Durante i funerali, sentivo inni che per me non sono nuovi. Gli stessi che recito io, ogni giorno».
Eppure, siamo in epoca di guerre di religione.
«Quando scorre tanto sangue nel nome di Allah, i leader devono fermarlo. Mi aspetto che tutti i leader spirituali musulmani pubblichino una fatwa
contro queste bombe. La collaborazione fra le tre religioni è diventata essenziale».
Ma è vero che è in corso una trattativa Israele-Vaticano: la custodia del Cenacolo, sul Monte Sion, in cambio della Sinagoga di Toledo, in Spagna?
«L'ho letto su un giornale israeliano, ma non ne so nulla. Chiaramente, il Vaticano può chiederci questa cosa in qualsiasi momento. Al momento, non è sulla mia agenda».
Dieci anni fa, l'assassinio di Rabin. L'anno scorso, la morte di Arafat. Le celebrazioni però sono molto diverse...
«Non si possono collegare i due fatti. Rabin è stato uno dei più grandi leader del popolo ebraico. Ha preso decisioni storiche. Il disimpegno da Gaza che cos'è, se non un risultato di Oslo? Arafat invece è stato l'ostacolo maggiore. Non sono sicuro che volesse davvero la pace. Ora mi aspetto che Abu Mazen faccia qualche passo, che non vedo, per fermare il terrorismo. Hamas è più potente, Jihad continua a uccidere. La riconciliazione fra noi e i palestinesi dipende da chi vincerà fra loro. Se Hamas e Jihad passano al voto di gennaio, non potremo più tollerare che il terrorismo continui».
Peres impallinato: è finita l'era Sharon?
«È una crisi molto seria. Drammatica. Ho incontrato Sharon, è deciso a continuare la sua politica, se la coalizione resta solida. Il nuovo leader laburista, però, vuole lasciare la maggioranza. E allora le elezioni anticipate sono una probabilità molto alta».
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