Al Tg3 delle 19.00 del 28-10-05, dopo i festeggiamenti di Corradino Mineo da New York per l'incriminazione del principale collaboratore del vicepresidente Cheney, e dopo l'inevitabile dose serale di disinformazione sul CIAgate, è andato in onda un servizio di Vito Maria Accardo sulle manifestazioni di Teheran, insolitamente accurato e preciso rispetto agli standard qualitativi a cui ci ha abituato il telegiornale di Antonio Di Bella. Ancora più strano che nella giornata in cui il corrispondente RAI da Gerusalemme Filippo Landi ha imperversato in lungo e in largo nel Tg1 e nel Tg2, il Tg3 si sia privato dei servizi di uno dei giornalisti che meglio rappresentano la sua linea editoriale.
Ecco il testo del servizio di Vito Maria Accardo."Quds è nostra", e Quds in arabo e in persiano significa Gerusalemme. La fiumana della manifestazione a Teheran scorre da 7 diversi punti della città verso il campus universitario dove di venerdì coincidono la principale preghiera e tribuna politica del paese degli ayatollah.
'Il giorno di Gerusalemme', questo è il nome ufficiale delle celebrazioni che l'ayatollah Khomeini, ispiratore della rivoluzione contro lo Scià nel '79 e fondatore della Repubblica islamica, volle per l'ultimo venerdì del mese del Ramadan, ogni anno, dedicato alla causa palestinese.
Più che una manifestazione 'pro', comunque, è una manifestazione 'contro'. "Morte a Israele e morte all'America" gridano a migliaia sotto i cartelloni con la caricatura di George W.Bush, Condoleeza Rice, Tony Blair e Ariel Sharon.
I manifesti con la stella di David in fiamme sono eloquenti.
Ci sono persino cartelloni con l'elenco delle marche occidentali da boicottare.
Quest'anno la manifestazione in tutto il paese è in forte appoggio al nuovo presidente Mahmoud Ahmadinejad, che punta a suonare le corde dell'orgoglio nazionalista e ci riesce.
"Israele dovrebbe sparire della carta geografica", aveva sentenziato due giorni fa a Teheran ad una
conferenza intitolata 'Il mondo senza sionismo'. Oggi solca la folla con il passo sicuro del leader baciato dal consenso.
Il coro di protesta però è stato unanime. Stati Uniti, Canada, Unione Europea al completo, l'ONU con il suo segretario Kofi Hannan e anche la Russia, unica alleata del regime iraniano nel difendere il suo diritto allo sviluppo del programma nucleare.
Il nucleo del problema: una proliferazione degli armamenti atomici in aerea medio-orientale - temono Europa e Stati Uniti - sarebbe una minaccia terribile per Israele e per la pace.
"Sono i media occidentali ad alimentare la tensione", stigmatizza l'ambasciata iraniana a Mosca.
Sharon intanto chiede l'espulsione di Teheran dalle Nazioni Unite.
Per le strade di Teheran sfila il nuovo corso del regime che sembra licenziare definitivamente la stagione riformista dell'ex presidente Khatami.
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