Il Tg2 delle 13.00 del 28-10 ha dapprima trasmesso un servizio di Paola D'Angelo che ha dato conto delle reazioni suscitate dal discorso di due giorni fa del nuovo presidente iraniano Ahmadinejad.
Poi, purtroppo, la parola è passata a Filippo Landi, che si è cimentato in un pezzo dedicato al nucleare iraniano.
Ecco il testo del servizio di Paola D'Angelo."Il mondo senza sionismo", il titolo del convegno che Teheran annualmente consacra al tema della solidarietà con il popolo palestinese è eloquente. Ma l'intervento del presidente Ahmadinejad va ben al di là delle dichiarazioni di solidarietà. " Lo Stato ebraico - dice - deve essere cancellato dalle carte geografiche ". Mai la repubblica islamica fin dal suo nascere nel 79 ha riconosciuto il diritto all'esistenza dello stato d'Israele. Ma le affermazioni di Ahmadinejad hanno una violenza inedita e forte è l'impatto delle immagini della manifestazione a sostegno del presidente che arrivano dalle strade di Teheran.
"L'Iran sia espulso dal consesso delle nazioni Unite - chiede Sharon - chi vuole cancellare Israele non può farne parte". Condanna anche dall'Autorità palestinese che intende - dice - andare avanti con il processo di pace. Indignati gli Stati Uniti. E dal vertice dell'Unione Europea a Londra si leva un coro di condanne. "Se si continua su questa via - dice il premier britannico Blair la gente penserà che l'Iran è davvero una minaccia per la stabilità e la sicurezza. E ci chiederà cosa aspettate a intervenire".
Persino la Russia che sostiene gli scopi pacifici del programma nucleare di Teheran stigmatizza le dichiarazioni di Ahmadinejad, mentre dall'ambasciata iraniana di Mosca si tenta di ammorbidire i toni usati dal presidente ex-pasdaran: "Ahmadinejad non intendeva creare un conflitto "
Ed ecco Filippo Landi:
" Sul futuro delle centrali nucleari iraniane un accordo è possibile ". "Anzi no: un'intesa è infatti ancora lontana ". Ormai da mesi i diplomatici inglesi, francesi e tedeschi che trattano con gli iraniani sono costretti a smentire più volte sé stessi.
Landi, per iniziare, ha pensato bene di gettarla in commedia, mettendo in scena i diplomatici europei che dicono e disdicono sul nucleare iraniano. Come se la colpa delle ambiguità e della mancanza di chiarezza sui piani del regime di Teheran fosse dovuta ai negoziatori europei, e non a una precisa strategia messa in campo dagli ayatollah per confondere, e dividere, la comunità internazionaleGli americani hanno affidato a loro una patata bollente: convincere l'Iran a rinunciare al proprio programma nucleare, che incute timore in Medio Oriente e doppiamente spaventa gli israeliani.
Significativa anche questa immagine che vede gli americani scaricare la patata bollente del nucleare iraniano all'Unione Europea. Significativa per capire l'orizzonte mentale in cui si muove il corrispondente RAI da Gerusalemme. E'appena il caso di precisare che "la patata bollente" è finita nelle mani degli europei non per una qualche manovra statunitense volta ad inguaiare l'Europa, ma perché Inghilterra, Francia e Germania intrattengono relazioni diplomatiche con Teheran. Gli Stati Uniti, invece, non possono condurre alcuna trattativa in quanto hanno interrotto i rapporti da più di un quarto di secolo dopo l'assalto all'ambasciata americana di Teheran nel 1979 ed il successivo sequestro del personale diplomatico
Una rinuncia al nucleare che la comunità internazionale vorrebbe compensare con aiuti economici e altra tecnologia di avanguardia ma non utilizzabile a fini militari. Gli iraniani, anche per bocca del precedente presidente il moderato Khatami hanno sempre affermato il proprio diritto a proseguire sulla via del nucleare pacifico. Ma hanno anche accettato una trattativa diplomatica e perfino ispezioni di tecnici dell'Agenzia nucleare dell'ONU. Hanno invece sospeso e non annullato il programma di arricchimento dell'uranio che può avvicinare l'Iran alla costruzione di una bomba atomica. È una posizione di principio o una minaccia per strappare più soldi ai paesi occidentali?
E'sconcertante il tentativo di Landi di attribuire un qualche credito al regime degli ayatollah. La costruzione della bomba atomica conobbe i suoi passaggi decisivi proprio sotto il regime del 'moderato' Khatami, che, ad essere buoni, era quantomeno ostaggio dell'ala radicale del regime. Il programma di arricchimento dell'uranio, poi, non è stato affatto sospeso, ma è ripreso da alcuni mesi. E forse non è mai stato interrotto. Il dubbio finale se gli iraniani vogliano davvero la bomba o stiano solo tentando di estorcere più soldi alla comunità internazionale, è un'offesa all'intelligenza. Non si avvia un costosissimo programma nucleare, non si costruiscono laboratori e centrali, non li si muniscono di batterie di missili terra-aria e di poderose difese in cemento armato per organizzare una 'stangata' ai danni degli occidentali. Al massimo si può pensare che, mentre stanno cercando di portare a termine le loro armi di distruzioni di massa, gli islamo-nazisti al potere a Teheran non si lascino sfuggire l'occasione di scucire qualche vagonata di dollari agli europei. I dubbi che Landi sta cercando di seminare nel pubblico sono un maldestro tentativo di nascondere la gravità della situazione, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del fuhrer iranianoAnche queste ambiguità stanno portando l'Iran al confronto con la comunità internazionale anche se ci sono molte voci soprattutto all'interno degli Stati Uniti che invitano alla prudenza e a non sottovalutare i rischi e i contraccolpi di un'azione militare contro l'Iran.
Il finale del servizio è ispirato, come spesso capita a Landi, ai dettami della propaganda pacifista. Il problema non è la corsa all'atomica di un gruppo di fanatici animati da un odio assoluto verso l'Occidente e verso gli ebrei. Il problema è bloccare qualsiasi intervento armato da parte degli Stati Uniti o di Israele. Alla luce di questo obbiettivo i dubbi, le imprecisioni, la vera e propria disinformazione che Landi ha disseminato in questo suo servizio trovano una chiara spiegazione
Filippo Landi al Tg1 delle 13.30 del 28-10Nei grandi viali di Teheran che portano all'Università era possibile leggere oggi su molti cartelli lo slogan 'Morte a Israele', 'Morte all'America'. E' dal 1979, cioè dalla vittoria della rivoluzione islamica che in Iran l'ultimo venerdì del mese del Ramadan è dedicato alla cosiddetta giornata di Al-Quds, nome arabo di Gerusalemme.
Due giorni fa il nuovo presidente iraniano Ahmadinejad aveva detto: "Israele deve essere cancellata dalle carte geografiche". Oggi mentre i manifestanti marciavano nelle strade di Teheran, il suo ambasciatore a Mosca cercava di gettare acqua sul fuoco delle proteste internazionali: " Il nostro presidente - ha precisato - voleva ricordare il diritto dei profughi palestinesi a ritornare sulle terre occupate dagli israeliani ". Meno diplomatico il ministro degli esteri iraniano che afferma " Noi non riconosciamo lo stato sionista d'Israele"
E proprio da Israele il ministro Shalom parla di "incubo iraniano" perché, dice, fra tre mesi l'Iran avrà la tecnologia per costruire una bomba atomica. Gli iraniani da parte loro rivendicano il diritto di portare avanti i progetti di sviluppo del nucleare a fini pacifici. Tuttavia questi progetti sono circondati da molte ambiguità.
Per questo lo scontro con la comunità internazionale dopo le parole di Ahmadinejad si fa più vicino.
Tuttavia forti sono le resistenze negli Stati Uniti ad un attacco militare contro l'Iran, soprattutto alla luce dell'esperienza irachena.
Come già aveva fatto nel servizio trasmesso dal Tg2, Landi semina dubbi sulla natura dei progetti nucleari iraniani. Parla di "ambiguità". Cosa ci sia di ambiguo in un paese che, pur navigando su mari di petrolio, e con il prezzo dell'oro nero a livelli stratosferici, si lancia nella costruzione di costosissimi impianti nucleari, lo sa solo Landi. E del resto gli basterebbe semplicemente prestare attenzione a quello che il duce iraniano e gli altri gerarchi del regime ripetono incessantemente non da ieri, non da due giorni fa, ma da mesi, anni, decenni, per levarsi, e levare soprattutto ai telespettatori, ogni dubbio sulle reali intenzioni di questa banda di tiranni sanguinari. Ma a Landi tutto questo interessa relativamente. L'importante è far notare che anche negli Stati Uniti "molti" sono contrari ad un intervento militare. Non sappiano chi siano questi "molti" citati dall'attento corrispondente RAI da Gerusalemme. Risulta tuttavia che tra gli esperti di cose militari quasi nessuno abbia prospettato un intervento come quello iracheno, ma bensì operazioni mirate dall'aria o dei corpi speciali dell'esercito. Ma forse a Landi e ai suoi amici pacifisti non piacciono neppure queste. Tutto è così incerto, così dubbio, molto meglio aspettare che Mahmoud Ahmadinejad costruisca la sua bombetta, e vedere poi cosa se ne fa. Comunque ci sarà sempre tempo per Landi di tornarsene 'in pace' a Roma. Il problema se mai si porrà per gli sfortunati abitanti di Tel Aviv o di Haifa che si troveranno in balia degli umori di questi "ambigui" persiani
Filippo Landi al Tg1 delle 20.00 del 28-10Il presidente iraniano Ahmadinejad a Teheran tra la folla dei manifestanti anti-israeliani.
Non ripete oggi le invettive di due giorni fa che hanno attirato sulla sua testa le critiche di mezzo mondo. Per quella sua frase scioccante: "Israele deve essere cancellato dalle mappe geografiche".
Oggi solo poche parole per affermare: "Sono liberi di parlare e di criticarmi, ma ciò che dicono non ha alcuna credibilità".
Già, oggi Mahmoud Ahmadinejad ha parlato poco. Sono questi dettagli decisivi che fanno tanto apprezzare il lavoro di Filippo Landi. In compenso Mahmoud ha fatto parlare i balilla e le figlie della lupa della Rivoluzione islamica, la Gioventù khomeinista , le SS islamiste che hanno oggi marciato a ranghi compatti per le strade e per le piazze dell'Iran. Ebbene sì: alla testa di questi indemoniati c'era un Ahmadinejad quasi silenzioso. E' carino che Landi cerchi di accreditare un qualche indizio di ripensamento da parte del fuhrer islamico persino in occasioni come questaLe ultime condanne, quelle della Cina e della Turchia. Queste critiche, nonostante la censura e la propaganda di stato, sono entrate nelle case degli iraniani.
E riuscirà ad entrare nelle case degli italiani il vero volto di chi detiene il potere a Teheran? Riuscirà Landi a trattenersi dal dare spazio a dubbi e manipolazioni per nascondere la vera natura di questo regime?
E qualcuno rilancia la parola d'ordine del complotto:
"L'America, la Gran Bretagna, i loro alleati non cesseranno mai le loro congiure contro l'Iran. Adesso attaccano il nostro presidente per i suoi commenti su Israele. Domani cercheranno altri argomenti per mantenere l'isolamento del nostro paese".
Landi concede a questo punto ad un barbuto gerarca iraniano l'occasione per spargere un po' di veleno. Certo Landi deve informare. Certo il giornalista deve dare conto delle opinioni di tutti. Ma è proprio il caso di lasciar filtrare acriticamente i messaggi propagandistici di un regime anti-semita e guerrafondaio? Landi non starà mica strizzando l'occhio alla platea pacifista che a simili scemenze si abbevera copiosamente ?La massa dei dimostranti intanto grida 'Morte a Israele e all'America '.
E' l'ultimo venerdì del Ramadan, e dal 1979 è dedicato ad Al-Quds, nome arabo di Gerusalemme.
All'interno dell'Università durante la preghiera collettiva è l'ex presidente Rafsanjani a usare parole diverse: "Ogni problema deve essere risolto con la trattativa - dice - ma rimane fermo il diritto dei profughi palestinesi a tornare sulle proprie terre ".
Per trovare ancora argomenti per sminuire la natura oltranzista del regime iraniano, Landi si rifugia all'Università di Teheran, e dà virtualmente la parola all'hojatoleslam Rafsanjani. A parte che nelle ultime elezioni farsa Rafsanjani ha preso solo il 20% dei voti, a parte che ha preso così pochi voti proprio perché è stato emarginato dai centri decisionali del potere, a parte che presso molti strati della popolazione iraniana ha fama di uomo corrotto fino al midollo, a parte tutto questo, quali sono le parole di speranza che Landi si preoccupa di riportarci? Si tratta sempre, dice l'ex presidente, ma rimane fermo il diritto dei profughi palestinesi di tornare a casa loro. E visto che per il regime, Rafsanjani compreso, tutto Israele è casa loro, ne consegue che gli israeliani debbono volenti o nolenti fare le valige. Decidano loro se con le loro gambe o vaporizzati in una nuvoletta atomica, pare essere l'assunto implicito di queste nobili parole di apertura al dialogo. Complimenti a Landi per aver scovato questa "diversità" di parole in un così autorevole dignitario khomeinistaDa Gerusalemme intanto il ministro degli esteri Shalom chiede all'ONU di riunirsi e discutere delle minacce del presidente iraniano.
Per i palestinesi ha parlato il ministro Erekat: "C'è bisogno di aggiungere alla mappa del mondo - ha detto - lo stato di Palestina e non di cancellare quello d'Israele".
La conclusione è nel più genuino Landi style: l'ultima parola su qualsiasi faccenda va concessa all'Autorità nazionale palestinese. Viene così registrata la bella dichiarazione del ministro palestinese Saeb Erekat. Parole alte, impegnative, forti. Parole, però. Solo parole. I fatti dicono altro. Dicono per esempio che l'Anp non si sta affatto impegnando, al di là delle altisonanti dichiarazioni, contro le organizzazioni terroristiche palestinesi che stanno sabotando in tutti i modi il processo di pace. Organizzazioni che, tra l'altro, prosperano con gli aiuti che i nazisti islamici di Teheran fanno arrivare abbondanti da mille rivoli. Su questi fatti, dopo tante parole, il silenzio di Landi è assoluto. Termina così la giornata campale di Filippo Landi, corrispondente RAI a Gerusalemme, che in una sola giornata è riuscito a comparire praticamente in tutte le più importanti edizioni del Tg1 e del Tg2. Visti i risultati, ci auguriamo che Landi sia restituito al più presto alla sua patria televisiva elettiva, e cioè RAI3. Non ci pare proprio il caso che una simile risorsa giornalistica sia condivisa con gli altri due canali del servizio pubblico. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione del TG2 e del Tg 1 . Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita. maito:tg2_direzione@rai.it ; tg1.segreteria@rai.it