Filippo Landi disinforma sulla risposta israeliana alla strage di Hadera
e sulle minacce iraniane
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Data: 28/10/2005
Pagina: 1
Autore: Filippo Landi
Titolo: Notizie dal Medio Oriente
Nel Tg3 delle 19.00 del 27-10, dopo aver trasmesso l'ormai tradizionale servizio di Corradino Mineo da New York, in cui con viva preoccupazione si è dato conto dei piani del vicepresidente Cheney, si è annunciata con gioia la possibile incriminazione di alcuni funzionari dell'amministrazione Bush, e per la millesima volta si è denunciato con tono indignato che Bush ha mentito sulle armi di distruzione di massa, immediatamente prima di riferire attraverso le parole della conduttrice del telegiornale Giovanna Botteri che secondo il presidente francese Chirac "non ci si può fidare degli inglesi, gente che mangia così male", insomma in mezzo al solito show contro la guerra in Iraq e contro le nazioni che combattono il terrorismo, si è trasmesso un 'bel' servizio di Filippo Landi da Israele. Prima però la Botteri ha tenuto a metterci il suo tocco introducendo Landi in questo modo:
La Jihad islamica verrà combattuta con una guerra con ogni mezzo, ha annunciato Israele.
Questa mattina una quarantina di carri armati e jeep appoggiati da elicotteri da combattimento sono entrati a Jenin per arrestare proprio un capo locale della Jihad. Da Gerusalemme Filippo Landi.
Stando al veloce quadretto schizzato dalla Botteri, a Jenin, ieri, è andata in scena una specie di 'Apocalypse now', in cui gli spietati soldati israeliani hanno dispiegato tutta la potenza di fuoco che hanno a disposizione. In realtà una colonna di jeep si è presentata in una strada della città palestinese, l'ha bloccata, ha circondato la casa dove si trovava un capo terrorista insieme a tre suoi collaboratori e li ha costretti ad arrendersi. Dall'alto alcuni elicotteri hanno coperto le varie fasi dell'operazione. Non ci sono stati né morti, né feriti, né danni alle cose.
Ma perchè Giovanna Botteri, invece di ostinarsi - con mediocri risultati peraltro - nel giornalismo, non si dedica al cinema? Come sceneggiatrice, siamo sicuri che otterrebbe fama e fortuna. Solo il cinema, ci sembra, può valorizzare appieno queste sue doti naturali nel drammatizzare i fatti, ed è un peccato vederle sprecate nelle edizioni serali del Tg3.
Ecco il testo del servizio di Filippo Landi

Tra la gente che è tornata al mercato di Hadera si ascoltavano discorsi semplici con una punta di rassegnazione e con molto timore per il futuro.
" Bisogna pur uscire e fare la spesa. Non ci si abitua a questi fatti, ma si deve andare avanti ".
Il mercato da oggi è chiuso. Non c'erano controlli al suo ingresso. Adesso bisognerà inventarli anche per questo vecchio mercato all'aperto che si affaccia su una strada. Controlli a parte, qualche commerciante è pessimista: " Fai la pace con un gruppo e poi ne spunta un altro, piccolo, che ti colpisce. Non può che andar peggio ". Poco lontano le 5 vittime di ieri, gente anziana che andava a fare la spesa, viene seppellito.
A qualche decina di chilometri, invece, in territorio palestinese, i soldati israeliani occupano una strada di Jenin e portano via dalla sua casa un esponente della Jihad islamica, l'organizzazione che ieri ha rivendicato l'attentato. E l'annunciata risposta israeliana: nuovi arresti e probabili altri omicidi mirati. Ed anche bombardamenti aerei come quelli nella notte a Gaza.
Tuttavia sui giornali israeliani l'attentato di ieri ha dovuto lasciare uno spazio libero per altre minacce. Quelle del presidente iraniano Ahmadinejad: " bisogna cancellare Israele dalla carta geografica ", ha detto.
Su di lui un coro internazionale di critiche e, da Gerusalemme, il vicepremier israeliano Peres ha chiesto l'espulsione dell'Iran dalle Nazioni Unite.
Per una volta Landi è andato ad ascoltare cosa pensano e cosa dicono i cittadini israeliani che da decenni vivono sotto la costante minaccia del terrorismo arabo ed islamico. Ma, dopo aver fatto per pochi istanti sperare in un servizio corretto sull'attentato, Landi non si smentisce e traccia cupamente il quadro delle "possibili" reazioni israeliane: "nuovi arresti", "omicidi mirati", "bombardamenti", affiancando così, idealmente, un efferato attentato con le misure volte a mettere dei pericolosi terroristi in condizione di non nuocere pericolosi.
Quasi comica è poi la descrizione dell'arresto a Jenin di un capo della Jihad. Landi parla di un "esponente" dell'"organizzazione che ha rivendicato l'attentato" "portato via da casa sua" dai soldati israeliani. L'"esponente" è un terrorista responsabile del lancio di razzi su centri abitati, nonché di numerosi attentati, e "l'organizzazione" è una banda di assassini dedita ad ammazzare quanti più ebrei gli capitino a tiro. Quanto al "portare via" non ci sembra il verbo più appropriato a descrivere il fatto: Abdel Khalim Izzadin non è stato strappato ai suoi affetti familiari e neppure sequestrato. Abdel Khalim Izzadin è stato arrestato per via della lunga serie di crimini di cui è accusato dalle autorità israeliane. Questi eufemismi usati da Landi, prima ancora di essere una sfacciata manipolazione della realtà, sono ridicoli.

Filippo Landi è poi comparso anche al Tg1 delle 20.00. E'stato però preceduto da una introduzione del conduttore del telegiornale Attilio Romita, che ha dato conto della ferma presa di posizione del governo italiano di fronte al vergognoso discorso pronunciato dal neopresidente iraniano

Unanime da parte della comunità internazionale la condanna delle parole del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che ieri aveva auspicato la cancellazione dello Stato d'Israele dalla carta geografica. " Dichiarazioni che ci hanno sconvolto e indignato - ha detto il ministro degli esteri Fini durante un colloquio telefonico con il capo della diplomazia americana Condoleeza Rice - Esse negano alla radice la possibilità di una pace duratura in Medio Oriente che non può certo prescindere dal diritto di Israele all'esistenza ".
Da Gerusalemme il corrispondente Filippo Landi.

Questo il testo del servizio di Landi:
In Israele le dichiarazioni sconcertanti del presidente iraniano Ahmadinejad si sono fatte spazio per la loro gravità sui giornali israeliani, e questo nonostante il peso delle cronache e delle testimonianze dell'attentato di ieri al mercato di Hadera. A Teheran, infatti, davanti a quattromila studenti, in un convegno intitolato "Il mondo senza sionismo", il presidente iraniano è giunto ad auspicare la distruzione di Israele: " La sua cancellazione - ha detto - dalle mappe geografiche ". Oggi a Gerusalemme il ministro degli esteri della Russia, una potenza amica dell'Iran, ha detto di giudicare con grande severità queste dichiarazioni. E il vicepremier israeliano Peres ha chiesto l'espulsione dell'Iran dalle Nazioni Unite.
E anche il segretario generale dell'ONU Kofi Annan ha condannato le parole di Ahmadinejad ed altre condanne sono giunte nel giro di poche ore da singoli stati e dall'Unione Europea.
Un silenzio imbarazzato, invece, nel mondo arabo che da poco aveva riallacciato relazioni più strette con l'Iran.
In Israele intanto si sono celebrati i funerali delle vittime di ieri ad Hadera, mentre la risposta militare è stata affidata ai bombardamenti aerei sulla Striscia di Gaza e a nuovi arresti nei territori palestinesi. A Jenin è stato catturato un esponente della Jihad islamica.
Ma ci sono stati anche scontri tra la polizia israeliana e giovani estremisti ebrei, che hanno cercato di occupare alcune terre palestinesi.

Poteva accontentarsi Landi di dar conto del discorso pronunciato da Ahmadinejad e delle reazioni da esso suscitate ? No, certo che no. Altrimenti qualcuno potrebbe avere dubbi sulle reali simpatie del corrispondente Rai a Gerusalemme. E allora, coerentemente con il più autentico e genuino Landi-pensiero, il finale del servizio è tutto dedicato ai bombardamenti israeliani su Gaza ( nessuna vittima, e solo danni alle strade e alle aree utilizzate per il trasporto ed il lancio dei razzi Qassam, ndr ), all'arresto di "un esponente della Jihad", e, ciliegina sulla torta, ai disordini provocati da poche decine di giovani fanatici, che però tornano utili per dipingere la fame di terre palestinesi che agita gli israeliani.
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