Il rapporto Onu sull'omicidio di Rafik Hariri in un servizio di Claudio Pagliara
preciso, dettagliato e coraggioso
Testata:
Data: 21/10/2005
Pagina: 1
Autore: Claudio Pagliara
Titolo: Notizie dal Medio Oriente
Le edizioni del Tg2 delle 13.00 e del Tg1 delle 13.30 del 21-10-05 hanno trasmesso un servizio di Claudio Pagliara da Beirut concernente il rapporto ONU sull'omicidio dell'ex primo ministro libanese Rafik Hariri. Un servizio non solo preciso e dettagliato, ma soprattutto coraggioso. Il Libano, pur dopo il parziale ritiro militare delle truppe siriane, è ancora largamente sotto il controllo della Gestapo siriana e dei suoi alleati libanesi, in particolar modo delle bande terroriste degli Hezbollah. Spesso non si riflette abbastanza sulla tempra necessaria ad andare a denunciare le trame di terroristi e di dittatori sanguinari proprio a casa loro. Claudio Pagliara dimostra ancora una volta di essere uno dei giornalisti più seri e più capaci del servizio pubblico.
Ecco il testo del servizio:Il terremoto politico che scuote i palazzi più importanti di Beirut e Damasco arriva nel cuore della notte. Dall'ONU a New York trapela il rapporto della commissione internazionale d'inchiesta sull'assassino di Rafik Hariri. Indice puntato sui massimi vertici dei servizi segreti siriani e libanesi.
Mehlis, il tedesco che ha investigato sul fatto, è categorico: un attentato di tali proporzioni, in una Beirut sotto il tallone siriano, non poteva essere organizzato senza la partecipazione dei servizi segreti di ambo i paesi.
Il rapporto punta anche l'indice sul presidente libanese, il filo-siriano Lahoud. Una delle persone coinvolte nella strage lo ha chiamato sul cellulare pochi minuti prima dell'esplosione che ha squassato il lungomare di Beirut il 14 febbraio scorso.
Indignate le prime reazioni a Damasco: "Rapporto non professionale e politicizzato", la linea di difesa. Lo stesso dice il presidente libanese Lahoud.
L'assassinio di Hariri, miliardario ed ex premier, architetto della ricostruzione di Beirut, provocò un movimento di protesta interno e pressioni internazionali che costrinsero la Siria a mettere fine a trent'anni di presenza militare in Libano.
L'opposizione di allora che nel frattempo ha vinto le elezioni e ha ora in Siniora un premier coraggioso ed autorevole, sia pure divisa lungo le tradizionali linee confessionali, chiede compatta la verità sulla strage.
Il rapporto destinato a far crescere la pressione su Bashar Assad accusato dagli Stati Uniti di fomentare il terrorismo in Iraq. E qui a Beirut farà crescere la domanda di dimissioni del presidente Lahoud in un clima - come vedete - di grande tensione.
alle spalle di Pagliara compare un mezzo blindato da trasporto dell'esercito libanese, posizionato su un incrocio a Beirut, ndr
Si teme il colpo di coda di un regime filo-siriano agonizzante.
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