Niente gemellaggio tra Gerusalemme e Berlino
mentre un sondaggio rivela i pregiudizi dei tedeschi
Testata: Corriere della Sera
Data: 21/10/2005
Pagina: 14
Autore: Davide Frattini - Paolo Valentino
Titolo: Berlino-Gerusalemme, il gemellaggio «non s'ha da fare»
Il CORRIERE DELLA SERA di venerdì 21 ottobre 2005 pubblica un articolo di Davide Frattini e Paolo Valentino su un mancato gemellaggio tra Berlino e Gerusalemme.
Particolarmente significativo e inquietante un dato satistico riportato alla fine dell'articolo: il 70% dei tedeschi aderirebbe alla tesi demonizzante per la quale gli israeliani starebbero "facendo ai palestinesi ciò che i nazisti fecero agli ebrei".

Ecco il testo:

Quarant'anni fa la nomina di un ex ufficiale della
Wehrmacht come primo ambasciatore tedesco-occidentale in Israele venne accolta da lanci di pietre e dalle parole del presidente Zalman Shazar («l'Olocausto e le sue vittime sono vivi nella memoria della nostra generazione, non saranno mai dimenticati», disse accettando le credenziali di Rolf Pauls). Quarant'anni dopo Gerhard Schröder ha ricordato David Ben-Gurion e Konrad Adenauer «capaci di costruire ponti sugli abissi del passato. Oggi la Germania e Israele sono nazioni amiche e partner». Che ancora non riescono a lanciare passerelle su qualche crepaccio della diplomazia.
A maggio il Parlamento di Berlino ha votato una mozione per chiedere al Senato che governa la città di verificare la possibilità di gemellarsi con Gerusalemme. L'abbraccio tra le due metropoli — sostenevano i membri della Abgeordnetenhaus
— avrebbe avuto «un'importanza storica-simbolica eccezionale» e avrebbe contribuito ad «approfondire e migliorare le relazioni tra i due Paesi avviate nel 1965».
Il borgomastro Klaus Wowereit — socialdemocratico e sostenitore di Israele, dove arriverà in visita ufficiale il 19 novembre — ha girato la proposta al ministero degli Esteri per valutare che fosse attuabile. Esistono già accordi tra un centinaio di comuni tedeschi e israeliani, ma in questo caso il gemellaggio sarebbe stato una Hauptstadt-partnerschaft,
cioè tra capitali: status che la maggior parte della comunità internazionale non riconosce a Gerusalemme. Così il ministero ha consigliato di aspettare «Diversità culturale» Stati Uniti battuti nel voto all'Unesco PARIGI — L'Unesco ha adottato la convenzione per la protezione della «diversità culturale» nonostante l'opposizione degli Usa che, con Israele, hanno votato no a un testo in cui si afferma il diritto delle nazioni «a promuovere e a proteggere le diversità culturali». Secondo i sostenitori del testo, la convenzione contribuirebbe a fermare lo «strapotere di Hollywood» autorizzando i Paesi a prendere «misure appropriate» per preservare le «espressioni culturali a rischio di estinzione», come il cinema o la musica.
«che venga risolta la questione dello status finale».
Tutto congelato. E anche in futuro non è sicuro che l'alleanza possa essere consacrata. «Non abbiamo bisogno della legittimazione di altri — ha risposto il sindaco Uri Lupolianski sul quotidiano
Yedioth Ahronoth —. Gerusalemme è la capitale unita e indivisibile del popolo ebraico. Per la sua unicità e sacralità non può creare legami di gemellaggio con nessuna città nel mondo». Stessa posizione al ministero degli Esteri, da dove fanno notare che l'idea è stata tutta tedesca, senza coordinamento con l'ambasciata israeliana a Berlino.
La Germania è considerata da Israele il secondo partner più importante dopo gli Stati Uniti. La cooperazione è andata avanti e si è approfondita in tempi di crisi come la guerra del Golfo del 1991 o la seconda intifada scoppiata nel settembre 2000. Analisti e commentatori sono sicuri che Angela Merkel seguirà la stessa linea del governo Schröder, anche se tra i tedeschi crescono le posizioni anti-israeliane: un recente sondaggio dell'università di Bielefeld ha rivelato che il 70 per cento degli intervistati paragona il trattamento riservato ai palestinesi alle azioni dei nazisti contro gli ebrei.
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