Anche i nazifascisti consideravano gli ebrei "più intelligenti": una tesi pericolosa e scientificamente infondata
il giudizio di Giorgio Israel su un saggio pubblicato negli Stati Uniti
Testata: Corriere della Sera
Data: 19/10/2005
Pagina: 21
Autore: Davide Frattini
Titolo: Anche i nazi-fascisti lo dicevano menti migliori e quindi pericolose
Il CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 19 ottobre 2005 pubblica un articolo su uno studio, giudicato dalla comunità scientifica "pessima genetica e peggiore epidemiologia" nel quale si sostiene la tesi della "superiorità intellettuale" ebraica.
In proposito Davide Frattini ha intervistato Giorgio Israel, docente di Storia della Matematica all'Università La Sapienza di Roma, collaboratore de IL FOGLIO e di Informazione Corretta.
Ecco il testo:GERUSALEMME — «Così si rischia di tornare agli anni Venti e Trenta, quando la biologia si è macchiata con progetti di eugenetica razziale. E questo mi fa inorridire». Inorridito. Una parola che Giorgio Israel — insegna Storia della matematica all'Università La Sapienza di Roma, ha scritto tra gli altri La questione ebraica oggi. I nostri conti con il razzismo, La macchina vivente, La Kabbalah — ripete, quando ricorda «anche i nazi-fascisti consideravano gli ebrei una mente superiore, diabolica, e quindi pericolosa».
La ricerca americana ha suscitato polemiche perché introduce uno stereotipo positivo che però rischia di generare antisemitismo.
«Appena si comincia a dire che qualcuno è inferiore o superiore si fa del puro razzismo. In questo caso la ricerca è anche viziata dal fatto che non abbiamo una definizione univoca di intelligenza. Di che cosa stiamo parlando, quando parliamo di intelligenza?».
Nello studio vengono citate alcune statistiche: gli ebrei negli Stati Uniti sono il 3%, rappresentano il 27% dei di premi Nobel. vincitori americani
«Ci sono delle spiegazioni di carattere culturale.
Gli ebrei hanno dato un grande contributo alla scienza nell'Otto-Novecento, perché erano estremamente alfabetizzati nel momento in cui in Europa gli illetterati erano il 70%. Quando l'esegesi biblica si è spostata su interessi scientifici, sono arrivate le scoperte. Duecento anni prima la rivoluzione era stata il prodotto di grandi menti dell'Occidente cristiano. Non mi sembra che la genetica c'entri».
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