Un velo di disinformazione sulla barbarie
l'uccisione di tre giovani israeliani nelle cronache di quattro quotidiani
Testata:
Data: 18/10/2005
Pagina: 8
Autore: S.D.Q. - un giornalista - Francesco Cerri
Titolo: Israele
IL MANIFESTO di martedì 18 ottobre 2005 pubblica a pagina 8 l'articolo di S.D.Q "Israele "congela" l'Anp".
Soltanto dal sottotitolo ("l'uccisione di 3 coloni fa slitatre a tempo indeterminato i colloqui") si capisce che cosa sia realmente avvenuto e in quale contesto.
I 3 uccisi diventano inevitabilmente coloni, ma nell'articolo si precisa che uno era un "quattordicenne". Si tace invece il fatto che le altre 2 vittime erano due ragazze di 21 e 23 anni.
La loro uccisione a sangue freddo è equiparata, sotto la generica dicitura "giornata di sangue", a quella di un capo terrorista della Jihad islamica durante uno scontro a fuoco.
L'agguato, avvenuto per strada, mentre le vittime facevano l'autostop è descritto come un "attacco di miliziani palestinesi alla colonia cisgiordana di Gush Etzion che ha provocato la morte di tre settlers".
Ricostruita in questo modo, la dinamica degli avvenimenti sembra essere quella di un assalto a qualcosa di simile a una postazione fortificata nel quale, senza che ciò fosse nelle intenzioni dei "miliziani", sono morti tre israeliani.
In realtà i terroristi palestinesi, avvicinatisi in macchina ai tre ragazzi, li hanno freddamente abbattuti, prendendo la mira con tutta calma.
Ecco l'articolo:Israele ha deciso di congelare tutti i rapporti con l'Autorità nazionale palestinese (Anp). Dopo la giornata di sangue dell'altroieri - l'attacco di miliziani palestinesi alla colonia cisgiordana di Gush Etzion, che ha provocato la morte di tre settlers (uno dei quali quattordicenne), ma anche l'eliminazione di un capo della Jihad in un villaggio alle porte di Betlemme - lo stato ebraico ha fatto slittare a tempo indeterminato gli incontri tra funzionari palestinesi e israeliani in vista del summit tra il premier Ariel Sharon e il presidente Abu Mazen. L'attacco di Gush Etzion, come un altro agguato armato contro un colono a un crocevia nei pressi di Gerusalemme, è stato rivendicato dalle Brigate dei martiri di al Aqsa. Durante la notte tra domenica e lunedì, i coloni di un insediamento a nord di Nablus avevano già fatto esplodere la propria rabbia, dando fuoco a uliveti e coltivazioni a grano palestinesi. Sette ettari di coltivazioni nel villaggio di Salem sono andate distrutte e i contadini palestinesi hanno puntato il dito contro i coloni di Elon Moreh. A quanto riportava ieri l'edizione on-line del quotidiano Haaretz, Sharon avrebbe parlato nella notte con i responsabili della sicurezza per discutere della risposta da dare agli attacchi e avrebbe deciso di reintrodurre alcune restrizioni ai movimenti dei palestinesi che erano state tolte negli ultimi mesi. L'esercito tornerà a circondare Hebron e Betlemme e saranno ripristinati i posti di blocco intorno a queste città e a Ramallah. Su alcune strade sarà totalmente proibito il transito di auto palestinesi.
Il portavoce del ministero degli esteri, Mark Regev, ha tenuto ad assicurare che la sospensione dei colloqui con l'Anp è momentanea. «Non abbiamo alcun desiderio di tornare ai tempi degli attentati quotidiani contro i civili israeliani» ha detto, «ma vogliamo mandare un messaggio forte e chiaro ai palestinesi e la sospensione temporanea dei colloqui rientra in questa strategia». Dall'Anp vengono dure critiche alla decisione presa nella notte da Sharon. Le restrizioni, ha detto il premier palestinese - formalmente dimissionario - Ahmed Qurei (Abu Ala), «non faranno che gettare benzina sul fuoco». «Chiediamo agli israeliani di fermarsi e permettere all'Anp di fare il proprio lavoro», ha aggiunto. Alle sue parole hanno fatto eco quelle del ministro per la pianificazione, Ghassan Khatib, secondo il quale la sospensione dei colloqui avrà come unica conseguenza il rafforzamento delle posizioni degli estremisti. Stessi toni dal capo negoziatore Saeb Erekat, che ha esortato gli israeliani a tornare sui loro passi. Secondo il politico palestinese questi «messaggi d'odio, queste punizioni collettive e violenza porteranno solo nuovi elementi di complessità».
IL GIORNO pubblica a pagina 21 un articolo intitolato "Attacco ai coloni, Israele "congela" i rapporti con Abu Mazen e l'Anp". "Attacco ai coloni"? Ai redattori del GIORNO sembra davvero che questa sia la denominazione più adeguata per una strage di ragazzi? Da un simile titolo non si capisce neanche che sono morte delle persone, potrebbe anche trattarsi di intemperanze verbali.
L'occhiello ha un "tono" inequivocabilemente polemico verso le decisioni israeliane: "Misura "temporanea", ma non si sa per quanto, dopo gli attentati di doemanica in Cisgiordania. Dura condanna del presidenet palestinese".
IL MESSAGGERO pubblica a pagina 13 un breve trafiletto "Israele: stop ai contatti con i leader palestinesi". Tale titolo non spiega il contesto della decisione né informa della sua natura temporanea.
Il breve articolo riporta le dichiarazioni del premier palestinese, non le ragioni di Israele.
Ecco il testo:
Tel Aviv - Il governo israeliano dopo l'attacco terroristico che domenica ha causato la morte di tre giovani israeliani e il ferimento di altri quattro congelando sine die i contatti politici con l'autorità palestinese e attuando un giro di vite sulla sicurezza in Cisgiordania. il premier palestinese ha definito la decisione una "punizione collettiva" che avrà risultati controproducenti.
Francesco Cerri nel suo articolo "Giro di vite di Israele, Cisgiordania isolata", pubblicato dal MATTINO a pagina 9 fornisce le identità, eccezion fatta per i nomi, dei tre giovanissimi israeliani assassinati dai terroristi palestinesi nell’attentato di domenica. Ma i titolisti del quotidiano eticehttano le vittiem nel sottotitolo come "tre giovani coloni". Non c’è età (21, 23 e 14) né sesso (tra i tre israeliani ammazzati due erano donne) che tenga, per sminuire ancora una volta la barbarie dei terroristi palestinesi quale metodo più collaudato dell’utilizzo di questa etichetta?
I terroristi, compresi gli autori dell’ultimo massacro, d’altra parte per IL MATTINO continuano ad essere al più dei "miliziani", come Cerri più volte li definisce nell’articolo. Di quest’ultimo, un altro passaggio da segnalare è quello in cui si scrive: "Israele esige che prima di parlare di una soluzione globale, l’Anp disarmi i gruppi armati". Peccato che non si trattI semplicemente di una richiesta israeliana, bensì di una condizione sancita nel primo punto della Road Map.
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